L’eleganza di Dior nelle notti romane della danza con Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel

Moda, musica e danza si uniscono in una serata dal sapore contemporaneo nello scenario unico delle storiche Terme. Sono gli ingredienti de Le notti di Dior, lo spettacolo che inaugura la proposta coreutica del Caracalla Festival 2024, martedì 9 luglio alle 21 (replica il 10 luglio). Protagonisti Eleonora Abbagnato con l’ospite Friedemann Vogel, insieme alle étoiles Alessandra Amato, Rebecca Bianchi e Alessio Rezza, i primi ballerini Marianna Suriano, Claudio Cocino e Michele Satriano, i solisti e il Corpo di Ballo dell’Opera di Roma, che indossano tutti le creazioni di Maria Grazia Chiuri della Maison Dior. Il dittico di danza, composto da Nuit dansée di Giorgio Mancini Nuit romaine di Angelin Preljocaj, dopo il successo nelle tournée al Palais des Congrès di Parigi e alla Dubai Opera, arriva finalmente in Italia e debutta sul palcoscenico estivo dell’Opera di Roma, nel sito archeologico tra i più amati della Capitale, di fronte a una platea da 4.500 posti. Il nuovo allestimento alle Terme di Caracalla vede le scene di Andrea Miglio, i video di Lorenzo Bruno e Igor Renzetti, le luci di Eric Soyer (Nuit romaine) e di Stefano Laselva (Nuit dansée).

Apre la serata Nuit dansée, coreografia di Giorgio Mancini sui primi due movimenti del Tirol Concert di Philip Glass eseguiti dal vivo dall’Orchestra dell’Opera di Roma, con Lucio Perotti al pianoforte, sotto la direzione di Carlo Donadio. La creazione è stata pensata per la compagnia Capitolina e due protagonisti, l’étoile Rebecca Bianchi e il primo ballerino Michele Satriano. Partendo dal tema centrale, la danza, Mancini costruisce un balletto astratto e minimalista, come la musica di Glass. Gioca con le sobrie geometrie classiche e attualizza il linguaggio accademico attraverso la dinamica e una vivace e personale musicalità. La coppia principale si muove su un piano umano, dolce ed amoroso, agli altri corpi “Danzanti”, invece, il coreografo affida uno stile più essenziale. È così che emozione e astrazione creano la Nuit dansée.

Il finale dello spettacolo è affidato a Nuit romaine, con musiche su base registrata che da Vivaldi, Händel e Bach, passano per Rossini, Beethoven e Schubert, e arrivano a Wagner e ai Daft Punk. Creato da Angelin Preljocaj per la compagnia romana durante la pandemia, il balletto ha avuto un primo debutto nell’aprile 2022 con la première del film omonimo ambientato nel cuore di Palazzo Farnese. È stato poi ripensato per andare in scena al Costanzi. Dopo le tournée internazionali della stagione in corso Nuit romaine debutta a Caracalla. I protagonisti sono la guest star Friedemann Vogel ed Eleonora Abbagnato. Sarà lei, nel ruolo della dea della notte Nox, a guidare lo spettatore attraverso la successione dei quadri coreografici, molto diversi tra loro, concepiti da Preljocaj. Con lei interagiscono étoiles, primi ballerini, solisti e Corpo di Ballo dell’Opera di Roma.

La collaborazione tra l’atelier Dior e la sartoria del Teatro dell’Opera di Roma ha ricoperto un ruolo fondamentale nel design dei costumi firmati da Maria Grazia Chiuri per la Maison Dior. Drappeggi e plissettature fatte a mano rivelano tutta la loro delicatezza su cappe e abiti. Intarsi di pizzo, miriadi di perline e sfumature di colori, costumi dipinti a mano disegnati come trompe l’oeil, tutti esempi di eccellenza del linguaggio creativo e artigianale della Maison e della sua Direttrice Artistica, danno vita a effetti spettacolari.

Sara Zuccari

Accademia Nazionale di Danza dal 25 giugno al 12 luglio il suggestivo Teatro Grande con vista sul Palatino

Una sera d’estate, un panorama mozzafiato, un palcoscenico incastonato nel cuore di Roma e la bellezza della danza in una maratona che coinvolge tutti i corsi dell’Accademia Nazionale di Danza.

Dal 25 giugno al 12 luglio il suggestivo Teatro Grande con vista sul Palatino romano accoglie il pubblico e apre le sue porte per ben 12 serate con 4 programmi differenti in cui le diverse “scuole” dell’AND porteranno in scena lavori del repertorio e ben 10 prime assolute con oltre 350 allievi coinvolti.

Una sfida raccolta e realizzata dalla neodirettrice Anna Maria Galeotti che con nuovo impulso guiderà per i prossimi tre anni l’Accademia: ”questo luogo merita di essere valorizzato – afferma Galeotti – e l’obiettivo è quello di crescere e far crescere i nostri allievi nel segno di una versatilità e di una qualità artistica irrinunciabili per la formazione e la creazione di un danzatore”.

“Le Monere, il regno della trasformazione” è il fil rouge degli spettacoli finali di quest’anno: il tema prende spunto da questi insostituibili microrganismi che condizionano tutte le funzioni vitali presenti in natura e rendono possibile il processo della mutazione. Una definizione che ben si presta alla descrizione dei linguaggi artistici della contemporaneità. Attraversando la storia dell’arte di Tersicore, l’Accademia Nazionale di Danza presenta programmi diversi a seconda delle scuole accademiche che offrono agli studenti la possibilità di confrontarsi con firme, stili e linguaggi variegati e, al contempo, propone un viaggio prezioso per il pubblico che desidera osservare questa sfida creativa e interpretativa.

Martha Graham, Merce Cunningham, Bella Lewitzky, John Neumeier, Jean Claude Gallotta, Luisa Maria Arias, Simona Bertozzi, Davide Bombana, Jarek Cemerek, Denis Ganio, Fabrizio Favale, Nyco Piscopo, Ivan Truol Giselda Ranieri: questi i nomi di alto profilo che firmeranno le creazioni eseguite dai Corsi propedeutici con allievi dai 10 ai 18 anni (Scuola di danza classica), i Trienni e i Bienni Contemporanei (Scuola di danza contemporanea), i Trienni classici (Scuola di danza classica) e infine Trienni e i Bienni compositivi (Scuola di coreografia).

PROGRAMMA

Il sipario dell’estate accademica si apre il 25, 26 e 27 giugno alle ore 21.30 con un dittico danzato dai Corsi Propedeutici, firmato da Nyco Piscopo Denis Ganio.

“Carosello” è una nuova creazione originale del coreografo emergente Nyco Piscopo, co-fondatore della compagnia “Cornelia”, che avrà il compito di guidare i primi corsi propedeutici in una coreografia istintuale che rivisita in chiave più attuale le fiabe di Perrault sulle note di Chopin, eseguite dal vivo da Chiara Ricci.

Denis Ganio, già primo ballerino della compagnia di Roland Petit a Marsiglia e poi all’Opera di Parigi, firma un lavoro in prima assoluta dal titolo “Omaggio a Charles Trenet  – Le fou chantant”, dedicato al celebre cantautore francese del dopo guerra soprannominato il ‘folle che canta’.

Dal 30 giugno fino al 2 luglio alle ore 21.30 saliranno invece sul palco gli studenti della Scuola di danza contemporanea con un programma denso che spazia dalla autorialità italiana a quella internazionale con un omaggio al repertorio storico in un continuo rimando tra ritorni all’origine, reinterpretazione e trasformazione dei principi fondanti delle tecniche moderne.

Si parte da un omaggio alla pioniera della modern dance Martha Graham: Caterina Rago, già allieva dell’AND e ora danzatrice dalla Martha Graham Dance Company ricostruisce “Acts of Lights – Ritual to the Sun” con l’obiettivo di ricreare fedelmente il lavoro originale.  Nello stesso solco filologico si colloca la scelta di presentare “Game Plan” coreografia di Bella Lewitzky, altra figura pionieristica della danza moderna americana del XX secolo e schietta sostenitrice della libertà di espressione principale sviluppatrice della tecnica Horton. A Walter Kennedy, già danzatore della Lewitzky Dance Company, il compito di ricostruire questa coreografia del 1973.  Saranno inoltre ripresi diversi estratti da “Ulysse” di Jean Claude Gallotta, esponente di spicco della cosiddetta Nouvelle Danse FrançaisGaetano Vaccaro, ballerino della Compagnia, rimonterà dei brani da questo lavoro del 1981 in cui Gallotta offre una elaborazione coreografica che fonde narrazione e immaginario come risposta alle paure per un futuro incerto. Infine, il coreografo e ballerino ceco Jarek Cemerek, arriva con una prima assoluta dal titolo “Transformation” che riprende fedelmente il tema fondante dello spettacolo ponendoci di fronte a tre semplici interrogativi: “come eravamo una volta? Come siamo oggi? E come saremo nel futuro?”. Nella stessa serata anche il nuovo lavoro di Ivan Truol, fondatore e codirettore artistico dal 1997 della Compagnia Atacama che presenta “Connessioni” su musica originale di Sergio De Vito: una creazione corale che pone l’attenzione sull’ascolto e l’interazione all’interno del gruppo, metafora del processo evolutivo dell’essere umano.

Dal 4 al 7 luglio torna protagonista la Scuola di danza classica con i Trienni per un trittico di creazioni con una particolare attenzione verso lo stile neoclassico.

Davide Bombanagià Primo Ballerino alla Scala di Milano, al Pennsylvania Ballet, allo Scottish Ballet, alla Bayerish Staatballett e Direttore del corpo di ballo di Maggio Danza e del Teatro Massimo di Palermo, presenta la nuova creazione in prima assoluta “Metamorphosis” su musiche di Philip Glass che interpreta la metamorfosi come un processo inverso di rarefazione, spogliamento e involuzione.

In programma anche la straordinaria ripresa di alcuni brani da “Yondering”, creata da John Neumeier nel 1996 co-produzione tra la National Ballet School of Canada e Hamburg Ballet School che può essere danzato solamente da allievi selezionati delle migliori scuole e accademie professionali di tutto il mondo, per scelta espressa di Neumeier, pietra miliare nella coreografia contemporanea e direttore per oltre cinquant’anni del Balletto di Amburgo.  La coreografia ripresa da Konstantin Tselikov per gli studenti dei Trienni classici indaga il tema del viaggio.  

Il Trittico accosta questi due lavori a quello di Luisa Maria Arias, attiva al fianco di coreografi come Duato, Kylian, Ek, Naharin, Sol Leon, Pite, Goecke, Shechter, Ekman. La coreografia in prima assoluta dal titolo “CI_siAMO” è dedicata al valore della terra e alla responsabilità degli esseri umani.

Simona Bertozzi, Giselda Ranieri e Fabrizio Favale continuano il caleidoscopico percorso nella danza d’autore con tre prime assolutedal 9 al 12 luglio per lo spettacolo della Scuola di coreografia che prevede anche un omaggio a Merce Cunningham “50 LOOKS” ripresa da Dino Verga con Luca Russo e Stefania Brugnolini sotto la supervisione di Patricia Lent del Merce Cunningham Trust.

“TERA – 1012” è il titolo del brano di Simona Bertozzi che prende spunto da 1012 (1.000.000.000.000) ossia il numero di batteri che vivono sulla superficie della pelle umana che svolgono ruoli vitali per la nostra salute e il nostro benessere.

“The nothing garden” di Fabrizio Favale ci trasporta invece all’interno di un giardino inventato con un gioco di danze astratte come segnali provenienti da altri mondi. 

Giselda Ranieri, danzatrice e coreografa specializzata in Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale e in instant composition, infine, propone una sua “SynThesis”, un processo di ri-fusione, assimilazione e mescolamento di elementi vari che danno origine a un nuovo magma, un corpo sociale che attraversa la dimensione dell’ironia e dell’assurdo. Non poteva mancare una performance curata, firmata e realizzata dagli allievi dei Bienni compositivi, futuri coreografi di domani.

Nelle date del 24, 25, 29 giugno e 4 luglio prima delle prove generali il Progetto “l’AND incontra” a cura di Gloria Giordano propone degli incontri con i coreografi ospiti, assistenti e ricostruttori per presentare i  lavori in programma e per condurre per mano il pubblico alla visione degli spettacoli. Gli incontri si terranno al Teatro Grande e al Teatro Ruskaja dell’Accademia alle ore 20 (solo il 25 giugno alle ore 20.30).

Sara Zuccari

Aterballetto a Caracalla per danzare sull’acqua

Il 13 aprile Aterballetto danzerà sull’acqua: quella del Centro Coreografico Nazionale sarà infatti la prima performance sullo Specchio presentando in prima romana Rhapsody in blue, coreografia di Iratxe Ansa e Igor Bacovich creata per il centenario della partitura di George Gershwin.

Lo spettacolo, realizzato in collaborazione con Electa e programmato alle Terme di Caracalla grazie a una idea iniziale di Cristiano Leone, consulente artistico per le attività culturali nel sito, sarà presentato in doppia replica, alle 16:00 e alle 17:30. Alla performance si accede con il biglietto di ingresso al sito.

Dopo oltre mille anni l’acqua, elemento fondativo e vitale di tutti gli impianti termali, torna alle Terme di Caracalla con lo Specchio d’acqua: un intervento di architettura contemporanea promosso dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro.

Il progetto nato dalla collaborazione di Mirella Serlorenzi, direttore del sito, con l’architetto Hannes Peer, rende le suggestioni degli ambienti termali con nebulizzazioni, zampilli e giochi di luce che avranno la funzione di evocare le antiche Terme. Cui si aggiunge l’elemento del riflesso delle architetture archeologiche nello Specchio d’acqua, che invita alla contemplazione in parallelo all’esperienza immersiva.

Rhapsody in Blue di George Gershwin ha per i coreografi Iratxe Ansa e Igor Bacovich vari punti attraenti, una musica splendida e conosciuta ma non così in voga fra le nuove generazioni. Far conoscere questo lavoro ai giovani è l’obiettivo che gli autori si sono prefissati, e la loro nuova creazione per la compagnia Aterballetto vuole trovare nuove modalità per dare una visione meno lontana e meno “americana” di Gershwin, andando oltre al contesto culturale in cui la rapsodia è stata creata. È la rapsodia stessa a dettare la trama del lavoro coreografico, i cambi energici, le modulazioni elettriche con cui giocare. 

Gli autori Iratxe Ansa e Igor Bacovich descrivono così questa nuova sfida: 

“L’idea iniziale di questo lavoro era di giocare con la rapsodia di Gershwin, poterla riscrivere attraverso un altro immaginario. In Rhapsody in blue la cosa interessante non è solo portare il nostro sguardo, fatto della nostra esperienza, del confronto internazionale e dello stile maturato negli anni, ma soprattutto regalare al pubblico una visione più universale, meno legata al contesto Newyorkese o allo spirito di quell’epoca. Abbiamo cercato di trasportare, di rivedere Gershwin a livello storico, cercando di de-contestualizzarlo per potenziare ancora di più l’universalità del suo capolavoro. Chiudere gli occhi, sentire cosa vuole dirci quella musica, e rappresentarla attraverso l’oggi, attraverso la nostra poetica, esprimerla con il nostro approccio al movimento e al corpo scenico.

Aterballetto hai dei bellissimi ballerini con una grandissima varietà e versatilità, che già di per sé offrono tantissimo materiale d’ispirazione. C’è così tanto da cui attingere che è quasi un peccato aver già finito questa creazione, in cui i ballerini avrebbero avuto ancora molto da dare… il pezzo non è così esteso da poter tirar fuori tutto quello che la compagnia aveva ancora da dire, bisogna condensare nel poco tempo della rapsodia tutte le variazioni e tutte le energie, ma questa è anche la forza di questa operazione. 

Rhapsody in blue è di per sé un giocattolo fantastico per un coreografo, per un creativo. Essendo così potente, così allegra, così frizzante, è percorsa da varianti di forma costanti, e sembra di attraversare una foresta incantata: nel giro di pochi passi, di pochi minuti, incontri un essere magico, un cielo irreale che cambia di colore sopra di te… ci si muove in questo mondo fantastico, dove la rapsodia regala uno spazio sonoro dove tutto è possibile, dove da ogni angolo fanno capolino elementi sempre nuovi e tu sei continuamente sorpreso. I corpi reagiscono ad input concitati e sempre diversi. Abbiamo giocato con tutto questo, chiudendo gli occhi e sognando nuovi mondi ogni volta che entravamo in contatto con un nuovo tema”.  

Sara Zuccari

Les Étoiles le stelle della danza a Roma

Il gala internazionale di danza Les Étoiles, per la direzione artistica di Daniele Cipriani, si tinge e profuma di primavera, portando a Roma nei giorni 15 marzo (ore 21), 16 marzo (doppio spettacolo, ore 16.30 e 21) e 17 marzo (ore 16.30), un’anticipazione delle forze vitali e di rinascita di questa stagione. A grande richiesta, le rappresentazioni si quadruplicano per dare modo a un numero sempre maggiore di spettatori di assistere a quello che è da molti anni un gala irrinunciabile. Ancora una volta, ad ospitarlo nella capitale sarà la grande Sala S. Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, nel quadro della collaborazione tra Daniele Cipriani Entertainment e Fondazione Musica per Roma.

Uno sciame di stelle da tre continenti diversi — Asia, Europa, Americhe — spargerà in palcoscenico la frizzante energia della primavera incipiente, nonché la diversità delle sue rigogliose fioriture, poiché ogni étoile ospite porta con sé non solo la sua cifra personale, ma anche le peculiarità delle varie “scuole” e delle rinomate compagnie di provenienza. Tra i danzatori che si esibiranno gli spettatori saranno felici di ritrovare ‘beniamini’ del gala come il kazako Bakhtiyar Adamzhan (Opera di Astana), lo spagnolo Sergio Bernal (Sergio Bernal Dance Company, danzerà nei giorni 15 e 16), la georgiana Maia Makhateli (Het Nationale Ballet di Amsterdam), il russo-tedesco Daniil Simkin (ritratto sulle locandine che già tappezzano la capitale, in forza all’American Ballet Theatre) e l’americana Tiler Peck che arriva, insieme al texano Roman Mejia, dal New York City Ballet, entrambi sprizzanti lo spirito e lo stile velocissimo del leggendario nume tutelare della grande compagnia statunitense, George Balanchine. Fa un gradito ritorno aLes Étoiles anche Alessandro Frola dello Hamburg Ballett di cui è demiurgo l’altrettanto leggendario coreografo John Neumeier.

Tra le “new entry” di quest’edizione di Les Étoiles ci sono i cubani Claudia García Carriera e Dani Hernández che giungeranno carichi del prezioso retaggio di un’altra leggenda della danza mondiale, la “prima ballerina assoluta” Alicia Alonso, fondatrice del Ballet Nacional de Cuba (la compagnia da cui proviene la coppia), colei che, aggiungendo alle linee stilizzate del balletto classico le ‘spezie’ della gioiosa esuberanza latino-americana, rese l’isola caraibica una delle grandi patrie della danza. La stessa esuberanza che trapela dal temperamento del messicano Isaac Hernández (già English National Ballet) il quale, parallelamente ad essere uno dei danzatori più apprezzati internazionalmente, ha a suo attivo anche una carriera di attore (visto, tra l’altro, nel ruolo di Lázaro nella serie Netflix Qualcuno deve morire).

Les Étoiles sarà l’occasione per il pubblico italiano di scoprire che all’estero, e precisamente presso la Compañía Nacional de Danza di Madrid, c’è una bellissima stella italiana: la fiorentina Giada Rossi, cresciuta artisticamente al Conservatoire de Paris e alla prestigiosa Royal Ballet School di Londra. A seguito di una memorabile interpretazione de La Silfide di Bournonville, lo scorso dicembre al Teatro de la Zarzuela di Madrid, Giada Rossi viene promossa in palcoscenico al rango di “Primera Figura” (étoile) dal direttore della CND, Joaquin de Luz.

Alcune variazioni di programma, a seconda della data, faranno sì che gli appassionati, provenienti da tutto il mondo, vorranno “fare il pieno” e assistere a più spettacoli. Come sempre, Les Étoiles permetterà di vedere uno spaccato dell’eccellenza mondiale balletistica, i maggiori danzatori del momento impegnati nei “virtuosismi in volo e sulle punte” che sono sinonimi di questo gala: passi a due dal repertorio di tradizione e lavori dei grandi coreografi del ‘900, fino ad arrivare ai giorni nostri, con brani di sofisticata modernità firmati dai coreografi sulla cresta dell’onda.

Qualche anticipazione del programma: “nuestra querida Giada” (come al CND chiamano affettuosamente Giada Rossi) presenterà il passo a due da La Bella Addormentatadi Marius Petipa, accanto all’altra étoile italiana, Alessandro Frola, mentre in coppia con Bakhtiyar Adamzhan interpreterà l’acrobatico passo a due tratto da Spartacus di Yuri Grigorovich. Claudia García Carriera e Dani Hernández renderanno omaggio alla “grande signora” cubana della danza con i cavalli di battaglia dell’Alonso stessa, tratti dalle sue coreografie dei balletti Giselle e de Il Lago dei Cigni (“Il Cigno Nero”). Tiler Peck e Roman Mejia “elettrificheranno” il palcoscenico con iconici lavori di Balanchine: Who Cares? (il brano dell’indimenticabile canzone di George e Ira Gershwin, The Man I Love che, come si vedrà, diventa un po’ il leitmotiv di questa edizione di Les Étoiles) e Tschaikovsky Pas de Deux (la traslitterazione è quella usata dal coreografo). La sera del 16 marzo, invece, la coppia americana interpreterà This Bitter Earth di Christopher Wheeldon, con i costumi originali di Valentino.

Oltre all’ “étoile a sorpresa”, la cui identità verrà svelata soltanto alla vigilia del gala, Les Étoiles vede la partecipazione straordinaria di Lutz Förster, interprete per oltre 40 anni dei lavori di Pina Bausch e già direttore artistico del Tanztheater Wuppertal – Pina Bausch. Förster offrirà la sua personale versione, nella lingua dei segni, della canzone The Man I Love e che fu integrata nel celebre lavoro Nelken (1982) di Pina Bausch. Il “danzattore” tedesco verrà raggiunto in palcoscenico dagli altri protagonisti maschili del gala, a cui Förster stesso insegnerà i “segni”, sicché il pubblico assisterà a un momento magico in cui ciò che nasce dal linguaggio dei segni dei non udenti diventa un’elegante coreografia.

“Anche questa è danza, anzi è una danza meravigliosa”, dice il direttore artistico di Les Étoiles Daniele Cipriani, “Ma tutta la danza è priva di parola, e di conseguenza in grado di ‘parlare’ a tutti. Come già in edizioni precedenti di Les Étoiles, tengo a sottolineare l’urgenza di affrontare il tema dell’inclusione che deve essere totale nella società del futuro che si va costruendo, passo dopo passo, ognuno con i propri mezzi, noi con l’arte della danza. Sarei felice se l’inserimento nel programma di un brano nella lingua dei segni potesse attirare anche una presenza di non udenti tra il pubblico. I brani qui menzionati hanno musiche bellissime: Ciaikovsky, Khaciaturian, Gershwin; eppure la voce dell’anima risuona più forte di qualsiasi parola o musica. La danza è per tutti.

Sara Zuccari

Opera di Roma “Serata Giovani Coreografi” in scena al Nazionale

I nuovi talenti della scena coreografica internazionale arrivano sul palco del Teatro Nazionale, dal 31 gennaio al 2 febbraio, per tre serate di danza nell’ambito della stagione 2023-2024 del Teatro dell’Opera di Roma.

In scena, due straordinarie creazioni per le étoiles, i primi ballerini, i solisti e il corpo di ballo dello storico teatro capitolino, su musiche di autori vari. In apertura di programma, con le scene di Michele della Cioppa e le luci di Alessandro Caso, Yellow di Adriano Bolognino, nato a Napoli nel 1995, alla sua prima esperienza con i danzatori dell’Opera di Roma.

A seguire, Simone Repele, torinese, classe 1993, e Sasha Riva, nato nel ’91, originario di Fairfax County, Virginia, e cresciuto in Italia, presentano I died for love, con le scene di Michele della Cioppa, i costumi di Anna Biagiotti e le luci di Alessandro Caso, tornando a collaborare dopo il successo della Mass di Bernstein della scorsa estate.

Sara Zuccari

Lo Schiaccianoci del Balletto di Roma coreografia Massimiliano Volpini

Dopo aver portato per anni in scena lo Schiaccianoci di Mario Piazza, nella stagione 2017/2018 il Balletto di Roma ha prodotto una nuova versione de Lo Schiaccianoci, balletto simbolo della tradizione natalizia, a firma di Massimiliano Volpini, su musica di P.I. Čajkovskij, con scene e costumi di Erika Carretta, per il 2023 riallestita con nuovo cast, in scena al Teatro Lea Padovani di Montalto di Castro in collaborazione con ATCL martedì 5 dicembre ore 21. La rilettura del coreografo è uno stimolo ecologico a riflettere sulla condizione delle persone-rifiuto, sullo smarrimento d’identità sociale e sui mille volti del nostro “essere”. Alla ricca e festosa Casa Stahlbaum, ambientazione originale del primo atto, si sostituisce un’immaginaria periferia metropolitana abitata da senzatetto. Un imponente muro separa questa zona dal centro della città. Babbo Natale diviene, qui, un misterioso benefattore di quartiere e lo Schiaccianoci, il suo dono più atteso, rappresenta l’eroe, colui che ce l’ha fatta, ha superato le barriere della povertà per catapultarsi nelle meraviglie della ricchezza. Il secondo atto riaggancia ambientazioni e personaggi della tradizione, in un viaggio tra le danze del mondo in compagnia di personaggi bizzarri. Da una scena di mattoni, crepe e graffiti si passa, improvvisamente, a un luogo incantato, fuori dal tempo. Ma il binomio realtà-sogno lascia spazio alla riflessione, lucida e poetica, sui risvolti terreni di una società contemporanea multiforme. Una coreografia dinamica e innovativa, arricchita oggi dalla partecipazione straordinaria di Carola Puddu nel ruolo della Fata Confetto, dalla presenza di azioni di urban dance curate da Kevin Castillo e da un artista di strada eccellente come Giako in una nuova versione del ruolo di Drosselmeyer. Ridimensionando la misura dello sfarzo pur senza perdere di impatto emotivo, la coreografia di Volpini realizza – nel rispetto del repertorio – una versione moderna, fresca e vitale di un testo fondamentale del balletto russo.

 

BALLETTO DI ROMA

La Compagnia del Balletto di Roma promuove da sempre la produzione e la diffusione della danza d’autore italiana in Europa e nel mondo, con un repertorio attento oggi all’innovazione e alla ricerca, fondata sulla storia e la tradizione che lo hanno reso famoso. Il Balletto di Roma nasce nel 1960 dal sodalizio artistico tra due icone della danza italiana: Franca Bartolomei e Walter Zappolini. Nel corso dei suoi 63 anni di vita, ha visto susseguirsi prestigiose collaborazioni e molteplici anime creative, che hanno contribuito a far crescere l’attività produttiva sia in termini di quantità che di qualità delle opere allestite, con un crescente consenso di pubblico. Con il passare del tempo la Compagnia romana ha costruito un modello produttivo unico nel suo genere in Italia, volto alla preservazione del repertorio e al rinnovamento dello stesso, attraverso il sostegno della creatività coreografica e il mantenimento del livello tecnico e interpretativo dei danzatori. L’attuale profilo artistico della struttura è frutto dell’attività manageriale di Luciano Carratoni, direttore generale del Balletto di Roma, che fin dai primi anni duemila ha affidato gli orizzonti artistici a personalità della danza italiana e internazionale: da Franca Bartolomei e Walter Zappolini, a Cristina Bozzolini e Roberto Casarotto fino al 2017, per poi portare dal 2018 un significativo cambio generazionale al vertice della struttura nominando alla direzione artistica Francesca Magnini. La nuova figura artistica ha rafforzato gli schemi e ampliato gli obiettivi d’internazionalizzazione coinvolgendo enti e istituzioni, attive in questo importante processo di crescita che ha permesso di coniugare al meglio la tradizione con l’innovazione e di sviluppare la presenza della Compagnia in Europa e nel mondo.

Sara Zuccari

 

Il Balletto di Roma in cena con “Il lago dei cigni, ovvero Il canto”

La stagione della danza dell’Accademia Filarmonica Romana si inaugura martedì 17 ottobre (ore 20.30) con il nuovo allestimento del Balletto di Roma Il lago dei cigni, ovvero Il canto in scena fino al 22 ottobre al Teatro Olimpico.

Fra i più stimati artisti contemporanei italiani, capace di garantire quell’originalità coreografica e registica che da sempre ne caratterizza le creazioni e il successo, Fabrizio Monteverde reinventa il più famoso dei balletti di repertorio classico su musica di Čajkovskij, in un percorso struggente di illusioni e memoria, che vede protagoniste nel ruolo del Cigno Nero Carola Puddu, giovanissima beniamina del pubblico della danza, nota anche per la loro partecipazione alla trasmissione “Amici”, e nel ruolo del Cigno Bianco Roberta De Simone stabilmente nel Balletto di Roma dal 2009, interprete di ruoli solistici e principali delle produzioni della compagnia.

Lo spettacolo consolida la collaborazione fra Filarmonica e Balletto di Roma, cui l’istituzione affida per il secondo anno consecutivo l’apertura della stagione della danza. La compagnia è fra l’altro appena rientrata da una fortunata tournée internazionale in Cina che ha concluso i festeggiamenti per il ventennale di un’altra fortunata produzione, Giulietta e Romeo, che proprio un anno fa, sempre con la coreografia di Monteverde, apriva la stagione 22-23 della Filarmonica. Una tournée impegnativa, sempre sold out, durata un mese con più di 5000 chilometri percorsi, che ha portato il Balletto di Roma nei principali teatri di 9 città, fra cui Pechino e Shangai.

Capolavoro del balletto, sintesi perfetta di composizione coreografica accademica e notturno romantico, di chiarezza formale e conturbanti simbologie psicoanalitiche, Il lago dei cigni è una favola senza lieto fine in cui i due amanti protagonisti, Siegfried e Odette, pagano con la vita la passione che li lega. Una di quelle “favole d’amore in cui si crede nella giovinezza” avrebbe detto Anton Čechov, scrivendo nell’atto unico Il canto del cigno (1887) di un attore ormai vecchio e malato che ripercorre in modo struggente i mille ruoli di una lunga carriera.

Con dichiarata derivazione intellettuale dallo scrittore russo, il Lago di Monteverde trova ne Il Canto il proprio naturale compimento drammaturgico e porta in scena un gruppo di “anziani” ballerini che, tra le fatiche di una giovinezza svanita e la nevrotica ricerca di un finale felice, ripercorrono gli atti di un ulteriore, “inevitabile” Lago.

Persi tra i ruoli di una lunga carriera, i danzatori stanchi di un’immaginaria compagnia decaduta si aggrapperanno ad un ultimo Lago, tra il ricordo sofferto di un’arte che travolge la vita e il tentativo estremo di rimandarne il finale. Individualità imprigionate in una coazione a ripetere, sabotatori della propria salvifica presa di coscienza oltre i ruoli di una vita svanita, gli interpreti ripercorreranno la trama di un Lago senza fine, reiterandovi gesti e legami nella speranza straziante di sopravvivere al finale di una replica interminabile. Condannata ad una perenne metamorfosi, donna a metà tra il bene e il male, Odette/Odile sarà cigno e principessa, buona e crudele, amante fedele e rivale beffarda. Metafora di un’arte che non conosce traguardo, cercherà sé stessa in un viaggio tormentato d’amore, tradimento, prigionia e liberazione. In un teatro in cui tutto ha inizio e nulla ha mai fine, andrà incontro agli stracci consumati di una vita d’artista con lo spirito bianco di una Venere per sempre giovane.

Sara Zuccari

Roma la Danza omaggia Bernini

La Danza omaggia Bernini: sulla scia dei numerosi eventi di danza e musica da lui ideati e allestiti all’interno di siti storici e culturali, Daniele Cipriani annuncia il suo progetto speciale per il Ministero della Cultura che si svolgerà alla Galleria Borghese di Roma, mercoledi 13 settembre alle 20,30 e 21,30. Una performance itinerante di danza tra le sale della Galleria Borghese che prende ispirazione dalla potenza teatrale dell’opera di uno dei più grandi e poliedrici artisti di tutti i tempi, Gian Lorenzo Bernini (1598-1680).

A rendere omaggio al geniale architetto/scultore/pittore, ideale rappresentante del barocco, saranno dei protagonisti della danza internazionale, Eleonora Abbagnato, già étoile dell’Opéra de Paris e direttrice del Corpo di ballo dell’Opera di Roma, Benjamin Pech, anch’egli già étoile dell’Opéra de Paris, e Sergio Bernal, già primo ballerino del Ballet Nacional de España. Con loro, i coreografi/danzatori Sasha Riva Simone Repele, ognuno dei quali condurrà il pubblico lungo un percorso immersivo, un viaggio tra suggestioni coreutiche, artistiche, storiche e architettoniche che porterà alla scoperta di opere, storie, miti e artisti, in un inedito dialogo tra antichità d’arte e modernità d’ispirazione, tra storia e contemporaneità.  Danzano, inoltre,  Rosaria Di MaroAlessio Rezza, étoile del Teatro dell’Opera di Roma, e altri ballerini del teatro capitolino.

Con un cast complessivo di dieci artisti, La Danza omaggia Bernini si concentra su tre capolavori del Bernini custoditi all’interno della Galleria Borghese – Il ratto di Proserpina, Apollo e Dafne, David – simboli di un’arte in grado di infondere movimento all’immobilità della materia e colore al candore della pietra. Il percorso si snoda dalla sala degli Imperatori, dominata dalla celebre scultura Il ratto di Proserpina, a quelle del David e di Apollo e Dafne, per concludersi nel monumentale salone di Mariano Rossi.

Dal balletto Le Parc (cor. Angelin Preljocaj), diventato uno dei cavalli di battaglia della celebre ballerina, Eleonora Abbagnato interpreterà due momenti clou:  il passo a cinque detto “dei Giardinieri” e, insieme a Benjamin Pech, il passo a due, detto “del bacio”. Sergio Bernal ci propone una danza di grande intensità dal lavoro da lui stesso creato in onore di un altro celebre scultore: Rodin. C’è attesa per la nuova creazione di Sasha Riva e Simone Repele, interpreti e autori sempre più apprezzati nel panorama tersicoreo mentre, ancora in chiave moderna, un momento particolarmente suggestivo sarà l’assolo creato da Adriano Bolognino, giovane coreografo tra i più apprezzati sull’attuale scena contemporanea, per la danzatrice Rosaria Di Maro, quasi una novella Galatea completamente ricoperta di creta.

La Danza omaggia Bernini, frutto dell’incontro tra espressioni artistiche differenti (danza, musica, e video design), presenta storie che appartengono a tutti, la proiezione danzante di stati d’animo che abitano il nostro mondo interiore, opere d’arte “in movimento” in un passaggio senza soluzione di continuità, da scene marmoree a momenti tersicorei: dall’attimo eterno della scultura a quello fuggente del gesto danzato.

Si rinnova il messaggio di una capitale accogliente e sperimentatrice che spalanca le porte di uno dei suoi luoghi simbolo, la Galleria Borghese, scrigno di capolavori artistici tra i più celebri al mondo, con uno spettacolo site-specific appositamente immaginato per farne risplendere di nuova luce la già straordinaria bellezza e per regalare al pubblico un’esperienza indimenticabile. Roma, città eterna e capitale d’eterna bellezza, punta sull’arte e la cultura quali strumenti d’elevazione dell’animo e del pensiero.

Sara Zuccari

Roberto Bolle and Friends in scena a Caracalla 2023

Va in scena alle Terme di Caracalla di Roma l’attesissimo evento “Roberto Bolle and Friends” in programma dall’11 al 13 luglio 2023. Il gala della danza con uno dei più grandi ballerini icona mondiale Roberto Bolle, insieme ai migliori ballerini del momento.

“Roberto Bolle and Friends” rappresenta una vera e propria esplorazione nella bellezza e nell’incantesimo dell’arte coreografica. Roberto Bolle, figura di spicco nel mondo della danza, è non solo l’interprete principale di questi Gala, ma ne è anche il Direttore Artistico. Al suo fianco, i ballerini più eminenti a livello globale collaborano per creare un programma straordinario che affascina un pubblico sempre più ampio e diversificato. Questi Gala sono divenuti un potente veicolo per diffondere l’eccellenza della danza ad un pubblico vasto e variegato, attirando sia gli appassionati che i non addetti ai lavori. Bolle sfida continuamente i pregiudizi che relegano il balletto a mera espressione di nicchia, presentando sullo stesso palco opere classiche e innovative, interpretate dai massimi esponenti della danza mondiale. Si tratta di un’opportunità culturale di rara prestigio, un viaggio imperdibile attraverso stili e scuole di danza diversi che evocano emozioni sempre nuove. Divertimento e dramma, ironia ed eleganza, innovazione e tradizione si fondono sullo stesso palco, creando un’esperienza indimenticabile.

 

Roma, Caracalla Festival 2023
ROBERTO BOLLE & FRIENDS”

Roberto Bolle
Teatro alla Scala, Milano

Bakhtiyar Adamzhan
Astana Opera, Astana

António Casalinho
Bayerisches Staatsballett, Monaco di Baviera

Travis Clausen-Knight
International Guest Artist

Valentine Colasante
Opéra National de Paris, Parigi

Melissa Hamilton
The Royal Ballet, Londra

Maria Khoreva
Mariinsky Ballet, San Pietroburgo

Paul Marque
Opéra National de Paris, Parigi

Tatiana Melnik
Hungarian National Ballet, Budapest

Casia Vengoechea
International Guest Artist

e con la partecipazione del Maestro Alessandro Quarta
Light Designer Valerio Tiberi

Sara Zuccari

 

La Cenerentola di Rudolf Nureyev a Caracalla Festival 2023

Una ragazza maltrattata e in fuga da un padre alcolizzato; la scoperta da parte di un grande produttore cinematografico capace di trasformare una zucca in una fiammante Rolls-Royce; il debutto sul grande schermo e la conquista del cuore dell’attore principale. È ambientata nell’universo hollywoodiano degli anni Trenta la versione del balletto Cenerentola firmata dal grande Rudolf Nureyev, che il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, diretto da Eleonora Abbagnato, propone nell’ambito del Caracalla Festival 2023 dal 1° al 4 luglio nel Teatro Grande delle antiche terme romane. Gli anni Trenta voluti da Nureyev si accostano così idealmente agli anni Cinquanta della Dolce vita della regia della Traviata di Lorenzo Mariani, anch’essa nel cartellone del Caracalla Festival di quest’anno.

Creata nel 1986 per l’Opéra di Parigi, questa rilettura in chiave moderna di una delle fiabe più popolari, su musiche di Sergej Prokof’ev, è proposta per la prima volta dal Corpo di Ballo del Teatro capitolino.

Nel corso della sua storia, Cenerentola ha subìto vari adattamenti e Nureyev si è divertito a trasportare la trama nell’universo hollywoodiano degli anni 30: scoperta da un produttore cinematografico, una fanciulla maltrattata, in fuga da un padre alcolizzato e da una matrigna odiosa, debutta sul grande schermo conquistando il cuore dell’attore principale.

«All’inizio temevo che la fiaba di Perrault sarebbe stata modificata abusivamente – aveva dichiarato Nureyev – ma i meccanismi della storia non sono cambiati. Tutto il dramma di Cenerentola nasce dalla paura di veder crollare il suo sogno, che qui è diventato un sogno cinematografico. Un sogno di un abito bianco, leggermente sfumato di rosa per rendere omaggio all’innocenza, e un tocco di glitter perché Cenerentola è un personaggio del mondo di oggi, sogna sola una cosa: diventare una star».

La musica di Sergej Prokof’ev è affidata alla bacchetta del giovane direttore Alessandro Cadario, al suo debutto con l’orchestra del Lirico capitolino.

Spetterà a Rebecca Bianchi far rivivere in scena le emozioni e i sogni di CenerentolaMichele Satriano sarà il suo principe, mentre Alessio Rezza il produttore cinematografico. Le due sorellastre Alessandra Amato e Susanna Salvi prenderanno lezioni di danza dal maestro Claudio Cocino. L’allestimento dell’Opéra National di Parigi è firmato da Petrika Ionesco per le scene e Hanae Mori per i costumi. Le luci sono curate da Jean-Michel Désiré, i video da Igor Renzetti e Lorenzo Bruno. Nella versione in tre atti di Nureyev, ripresa da Aleth FrancillonGillian Whittingham e Benjamin Pech con la supervisione di Eleonora Abbagnato, la partitura di Prokof’ev è mantenuta nella sua interezza. «La musica – aveva affermato il musicista – introduce il personaggio di Cenerentola mediante tre temi: il primo dei quali raffigura Cenerentola umiliata, il secondo Cenerentola sognatrice, il terzo, un tema largo, Cenerentola innamorata e felice». Composto faticosamente tra il 1940 e il 1944, il balletto andò in scena al Teatro Bol’šoj di Mosca il 21 novembre 1945 con la coreografia di Rostislav Zakharov e il libretto di Nikolaj Volkov.

Dopo la prima di sabato 1° luglio, lo spettacolo sarà replicato domenica 2 e martedì 4. Tutti gli spettacoli inizieranno alle ore 21.

Lo spettacolo sostituisce il previsto Strictly Gershwin, che non può andare in scena a causa di problemi di salute del coreografo Derek Deane. I biglietti precedentemente acquistati per Strictly Gershwin potranno essere commutati in biglietti per Cenerentola, mantenendo il posto scelto e contattando la biglietteria per la sostituzione. Le eventuali richieste di rimborso saranno possibili fino alla data della rappresentazione, consegnando i biglietti presso la Biglietteria del Teatro dell’Opera dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18, domenica dalle 9 alle 13.30.

Sara Zuccari