Don Chisciotte di Nureyev in scena al Teatro di San Carlo

Il Balletto del Teatro di San Carlo porta in scena il Don Chisciotte, balletto ottocentesco musicato per Marius Petipa da Ludwig Minkus riallestito per la prima volta in Australia nel 1973 da Rudolf Nureyev con una nuova coreografia, ripresa da Clotilde Vayer (direttrice del Balletto del San Carlo) e Charles Jude (Fondation Nureyev).

In programma per tre recite, da martedì 14 a giovedì 16 novembre, il balletto in un prologo e tre atti basato su un episodio comico del romanzo di Miguel de Cervantes Don Chisciotte della Mancia, qui nell’allestimento della Royal Swedish Opera, vedrà l’Orchestra del Lirico di Napoli diretta da Martin Yates. Scene e Costumi sono di Nadine Baylis, firma le Luci John B Read.

Protagonisti, nei panni di Kitri Luisa Ieluzzi (14 e 16 novembre) e Claudia D’Antonio (15 novembre) e in quelli del barbiere Basilio, Alessandro Staiano (14 e 16 novembre) e Danilo Notaro (15 novembre).

Rudolf Nureyev aveva ricoperto il ruolo di Basilio già nel 1959, a 21 anni, dandone una brillante interpretazione assieme al Kirov Ballet di Leningrado. Rimise più tardi in scena il Don Chisciotte ideando una nuova versione coreografica basata sulla struttura di Marius Petipa e Alexandre Gorski modificata con aggiunta di nuova musica commissionata a John Lanchbery per per conferire al balletto un carattere più vivace e pieno di ritmo.

“Come diceva Nureyev – racconta Charles Jude – Don Chisciotte è una specie di opèra-comique. Il balletto racconta solo una parte della storia originale raccontata da Cervantes: il matrimonio di Basilio a Barcellona. Petipa aveva preso questa parte più comica e il ruolo di Basilio era certamente più semplice e non difficile tecnicamente. Nureyev ha aggiunto nella parte di Basilio due variazioni difficili e una per presentare il personaggio, nelle quali ha voluto riassumere e mostrare tutte le possibilità e le difficoltà tecniche della danza classica. Quando si danza la prima variazione di Basilio, è come aver danzato tutte le espressioni del linguaggio classico. Questo era Nureyev”.

 

LUDWIG MINKUS

DON CHISCIOTTE

Balletto in un prologo e tre atti

Dal romanzo El ingenioso hidalgo Don Quijote de la Mancha di Miguel de Cervantes

Orchestrazione e adattamento di John Lanchbery

 

Coreografia e Produzione di

RUDOLF NUREEV

ripresa da

CLOTILDE VAYER, CHARLES JUDE

 

Interpreti

Kitri LUISA IELUZZI / CLAUDIA D’ANTONIO

Basilio ALESSANDRO STAIANO / DANILO NOTARO

Mercedes CHIARA AMAZIO

Espada DANIELE DI DONATO

Don Chisciotte GIUSEPPE CICCARELLI

Sancho Panza DANILO BENIAMINO DI LEO

Gamache SALVATORE MANZO / FERDINANDO DE RISO

Lorenzo RAFFAELE DE MARTINO

Due Amiche MARTINA AFFATICATO / GIORGIA PASINI,

                      IRENE DE ROSA / CANDIDA SORRENTINO

Il Gitano EMANUELE TORRE

Due Gitane IRENE DE ROSA / SARA SANCAMILLO,

                   FRANCESCA RICCARDI / RITA DE MARTINO / GIOVANNA SORRENTINO

Regina delle Driadi MARTINA AFFATICATO / ANNALINA NUZZO

Cupido GIORGIA PASINI / CANDIDA SORRENTINO

La Damigella FRANCESCA RICCARDI

 

Direttore

MARTIN YATES

Scene e Costumi

NADINE BAYLIS

Luci

JOHN B. READ

ORCHESTRA, ÉTOILES, SOLISTI, CORPO DI BALLO E SCUOLA DI BALLO DEL TEATRO DI SAN CARLO

Direttore del Balletto CLOTILDE VAYER

Direttore della Scuola di Ballo STÉPHANE FOURNIAL

Maîtres de Ballet SOIMITA LUPU, FREDERIC JAHN, EMMANUEL THIBAULT, ALESSIO CARBONE

ALLESTIMENTO DELLA ROYAL SWEDISH OPERA 

Sara Zuccari

La Cenerentola di Rudolf Nureyev a Caracalla Festival 2023

Una ragazza maltrattata e in fuga da un padre alcolizzato; la scoperta da parte di un grande produttore cinematografico capace di trasformare una zucca in una fiammante Rolls-Royce; il debutto sul grande schermo e la conquista del cuore dell’attore principale. È ambientata nell’universo hollywoodiano degli anni Trenta la versione del balletto Cenerentola firmata dal grande Rudolf Nureyev, che il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, diretto da Eleonora Abbagnato, propone nell’ambito del Caracalla Festival 2023 dal 1° al 4 luglio nel Teatro Grande delle antiche terme romane. Gli anni Trenta voluti da Nureyev si accostano così idealmente agli anni Cinquanta della Dolce vita della regia della Traviata di Lorenzo Mariani, anch’essa nel cartellone del Caracalla Festival di quest’anno.

Creata nel 1986 per l’Opéra di Parigi, questa rilettura in chiave moderna di una delle fiabe più popolari, su musiche di Sergej Prokof’ev, è proposta per la prima volta dal Corpo di Ballo del Teatro capitolino.

Nel corso della sua storia, Cenerentola ha subìto vari adattamenti e Nureyev si è divertito a trasportare la trama nell’universo hollywoodiano degli anni 30: scoperta da un produttore cinematografico, una fanciulla maltrattata, in fuga da un padre alcolizzato e da una matrigna odiosa, debutta sul grande schermo conquistando il cuore dell’attore principale.

«All’inizio temevo che la fiaba di Perrault sarebbe stata modificata abusivamente – aveva dichiarato Nureyev – ma i meccanismi della storia non sono cambiati. Tutto il dramma di Cenerentola nasce dalla paura di veder crollare il suo sogno, che qui è diventato un sogno cinematografico. Un sogno di un abito bianco, leggermente sfumato di rosa per rendere omaggio all’innocenza, e un tocco di glitter perché Cenerentola è un personaggio del mondo di oggi, sogna sola una cosa: diventare una star».

La musica di Sergej Prokof’ev è affidata alla bacchetta del giovane direttore Alessandro Cadario, al suo debutto con l’orchestra del Lirico capitolino.

Spetterà a Rebecca Bianchi far rivivere in scena le emozioni e i sogni di CenerentolaMichele Satriano sarà il suo principe, mentre Alessio Rezza il produttore cinematografico. Le due sorellastre Alessandra Amato e Susanna Salvi prenderanno lezioni di danza dal maestro Claudio Cocino. L’allestimento dell’Opéra National di Parigi è firmato da Petrika Ionesco per le scene e Hanae Mori per i costumi. Le luci sono curate da Jean-Michel Désiré, i video da Igor Renzetti e Lorenzo Bruno. Nella versione in tre atti di Nureyev, ripresa da Aleth FrancillonGillian Whittingham e Benjamin Pech con la supervisione di Eleonora Abbagnato, la partitura di Prokof’ev è mantenuta nella sua interezza. «La musica – aveva affermato il musicista – introduce il personaggio di Cenerentola mediante tre temi: il primo dei quali raffigura Cenerentola umiliata, il secondo Cenerentola sognatrice, il terzo, un tema largo, Cenerentola innamorata e felice». Composto faticosamente tra il 1940 e il 1944, il balletto andò in scena al Teatro Bol’šoj di Mosca il 21 novembre 1945 con la coreografia di Rostislav Zakharov e il libretto di Nikolaj Volkov.

Dopo la prima di sabato 1° luglio, lo spettacolo sarà replicato domenica 2 e martedì 4. Tutti gli spettacoli inizieranno alle ore 21.

Lo spettacolo sostituisce il previsto Strictly Gershwin, che non può andare in scena a causa di problemi di salute del coreografo Derek Deane. I biglietti precedentemente acquistati per Strictly Gershwin potranno essere commutati in biglietti per Cenerentola, mantenendo il posto scelto e contattando la biglietteria per la sostituzione. Le eventuali richieste di rimborso saranno possibili fino alla data della rappresentazione, consegnando i biglietti presso la Biglietteria del Teatro dell’Opera dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18, domenica dalle 9 alle 13.30.

Sara Zuccari

Lo Schiaccianoci di Nureyev al Teatro alla Scala

Nel nome di Rudolf Nureyev, di cui nel 2023 ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa, si apre la nuova Stagione di Balletto, con il grande ritorno, dopo sedici anni, del suo Schiaccianocinuovamente sul palcoscenico della Scala dove fu presentato la prima volta nel 1969 (quando entrò in repertorio, non molto tempo dopo il debutto avvenuto a Stoccolma nel 1967, e a Londra, l’anno successivo, con il Royal Ballet) e l’ultima volta nel 2006. Lo schiaccianoci risplenderà ancora nell’allestimento di Nicholas Georgiadis, rinnovato nel décor e nei costumi proprio dalla Scala nel 1987 (disegno luci di Andrea Giretti) e affascinerà anche i più piccoli, nella magica atmosfera natalizia, ideale cornice per ripresentare questo capolavoro cajkovskiano, eseguito dall’Orchestra del Teatro alla Scala sotto la bacchetta di Valery Ovsyankikov.

A partire dal 15 dicembre, con l’Anteprima Giovani andata esaurita in pochi minuti, la serata inaugurale del 17 dicembre e fino all’11 gennaio, torna dunque in scena il balletto che più si identifica con il periodo di festività, e uno dei titoli che più si lega alla storia del balletto alla Scala; a sedici dalle precedenti rappresentazioni, avvenute nel 2006, sarà una nuova vetrina per gli artisti della Compagnia, che hanno lavorato sotto la supervisione di Manuel Legris e Aleth Francillon incaricati della ripresa coreografica: in 11 recite, cinque cast si alterneranno nei ruoli principali, tutti da scoprire: Nicoletta Manni  e Timofej Andrijashenko, che già abbiamo visto interpretare il passo a  due del secondo atto nella serata ..A riveder le stelle e nella prima edizione del Gala Fraccisaranno protagonisti dell’Anteprima Giovani (15 dicembre), della recita di apertura il 17 dicembre e dello spettacolo del 18 dicembre (ore 14.30). Con questi protagonisti, il balletto sarà ripreso da Rai Cultura e trasmesso in Italia il 5 gennaio alle ore 21.15 su RAI 5 e su RAI Play (in replica su Rai5 l’8 gennaio alle ore 19.15), all’estero dal 6 gennaio (ore 20.00) sulla piattaforma Medici Tv e sui circuiti cinematografici italiani e internazionali in data da definire. Agnese Di Clemente e Claudio Coviello debutteranno il 21 dicembre e torneranno in scena anche il 28;  a Alice Mariani e Navrin Turnbull sono affidate le recite del 30 dicembre e del 3 gennaio;  Martina Arduino e l’artista ospite Jacopo Tissi saluteranno il 2022 nella recita di fine anno, il  31 dicembre (ore 18), poi  di nuovo in scena il 4 e il 7 gennaio;  a Virna Toppi e Nicola Del Freo  è affidata la recita del 5 gennaio e la serata conclusiva dell’11 gennaio.

Accanto a Clara e a Drosselmeyer/Principe è davvero tutta la Compagnia ad essere impegnata in questa produzione, a partire dal Corpo di Ballo che splenderà nelle danze natalizie e soprattutto nei meravigliosi disegni coreografici dei celebri valzer: ventiquattro danzatrici e due soliste (Maria Celeste Losa con Gaia Andreanò, poi Alessandra Vassallo con Greta Giacon e Camilla Cerulli)  nel valzer dei Fiocchi di Neve del  primo atto accompagnate dal Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Marco De Gaspari;  dodici coppie nell’altrettanto celebre valzer dei Fiori nel secondo atto. Tanti gli artisti che si alterneranno nei personaggi: il Dottore e la Signora Stahlbaum (Gabriele Corrado in alternanza con Massimo Garon e Beatrice Carbone, in alternanza con Francesca Podini); Luisa e Fritz (Vittoria Valerio e Mattia Semperboni, poi Camilla Cerulli e Domenico Di Cristo, Alessandra Vassallo e Rinaldo Venuti, Linda Giubelli e Eugenio Lepera);  la Nonna e il Nonno (Matteo Gavazzi e Serena Sarnataro, Massimo Dalla Mora e Serena Colombi). Proseguendo nella linea drammaturgica di Nureyev, Clara li rivedrà, trasformati, come solisti delle danze del secondo atto, dalla danza spagnola, alla danza russa e danza araba (che prevede anche una coppia solista con Antonella Albano e Marco Agostino, poi Maria Celeste Losa e Gabriele Corrado, Alessandra Vassallo con Christian Fagetti). E ancora, la danza cinese (con Domenico Di Cristo, Federico Fresi, Rinaldo Venuti, poi Mattia Semperboni, Christian Fagetti –  in alternanza con Saïd Ramos Ponce – e Andreas Lochmann, poi Valerio Lunadei, Saïd Ramos Ponce e Francesco Mascia), la Pastorale (Nicola Del Freo con Linda Giubelli e Agnese Di Clemente e poi con Vittoria Valerio e Gaia Andreanò; Alessandro Paoloni con Linda Giubelli e Alessia Auriemma e  con Giordana Granata e Camilla Cerulli, poi Navrin Turnbull con Vittoria Valerio e Gaia Andreanò e con Marta Gerani e Agnese Di Clemente); e a impersonare il soldatino schiaccianoci (Valerio Lunadei, Alessandro  Paoloni)  e il re Topo (Gioacchino Starace, Samuele Berbenni). E infatti immancabile la battaglia tra topi e soldatini, che vedrà impegnati gli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri, cosi come nelle danze delle celebrazioni del Natale .

La musica e la coreografia convergono verso i celebri valzer  e nei passi a due, ricchi di tecnica, rigore, linee ed equilibri, e rivelano l’impostazione drammaturgica che Nureyev volle conferire a questo balletto: il sogno di Clara, il viaggio di una adolescente, tra ombre e luci. Accademismo ma anche verve, tecnica ed espressività teatrale che ben si addicono allo stile del Balletto scaligero, con il quale Nureyev aveva un legame speciale, tanto da destinare alla Scala la maggior parte delle riletture dei classici ed essere lui stesso tante volte in scena al Piermarini a interpretare Drosselmeyer, che si trasforma in uno splendente Principe.

Il balletto ha visto l’avvicendarsi di più protagonisti nel corso delle oltre centoventi recite,  e di tanti allievi della Scuola di Ballo, tutti impegnati nella interpretazione di uno spettacolo corale in perfetto equilibrio tra  tradizione e modernità. A Milano Nureyev ebbe come sua prima Clara Liliana Cosi ma anche Vera Colombo; nella stagione 1970/71 Carla Fracci, che sarebbe diventata la sua partner italiana prediletta; nella stagione 1979/80 Anna Razzi, senza dimenticare Merle Park (che volle alla Scala proprio nel 1977) e Evelyne Desutter che fu anche la sua ultima partner nelle riprese della stagione 1987-1988. Le ultime rappresentazioni dello Schiaccianoci di Nureyev risalgono appunto al dicembre 2006, come titolo di apertura della Stagione 2006/2007; nelle stagioni successive Lo schiaccianoci è stato presentato nella versione firmata da Nacho Duato (in apertura della Stagione 2014/2015 e ripreso la stagione successiva), mentre in apertura  della Stagione 2018-2019, con nuovo allestimento firmato da Margherita Palli, per la prima volta è stata rappresentata alla Scala la storica versione di George Balanchine.

In occasione del ritorno sulla scena della versione di Rudolf Nureyev è prevista l’esposizione nel Ridotto Palchi Arturo Toscanini del corpetto indossato da Nureyev nelle recite dello Schiaccianoci alla Scala e del costume di Carla Fracci nel ruolo di Clara, entrambi realizzati su figurini di Nicholas Georgiadis.

Sara Zuccari

Gala Rudolf Nureyev a Milano

Rudolf Nureyev, il più grande ballerino di tutti i tempi il cui talento rimane ancora oggi ineguagliato, ha segnato un’epoca dal punto di vista interpretativo e creativo nella storia della danza. Eccelso danzatore, le cui doti espressive e virtuosistiche hanno esaltato talento ed irrequieta genialità, unendosi ad un incredibile carisma e una presenza scenica unica ed ammaliante.

Le sue coreografie, hanno saputo infondere nuova linfa ai classici del repertorio, rivitalizzandoli con un perfetto equilibrio tra modernità e tradizione.

Nureyev ha saputo motivare alla passione per la danza e alla ricerca per la perfezione tecnica tante giovani promesse, che oggi, arricchite dal suo prezioso bagaglio artistico, gli rendono omaggio nel “Gala di danza omaggio a Rudolf Nureyev” che sarà in scena al TAM Teatro Arcimboldi Milano sabato 7 maggio 2022.

Il pubblico potrà assistere ai celebri pas de deux del repertorio classico e assoli contemporanei portati in scena da étoiles e primi ballerini  provenienti dal Royal Ballet di Londra, American Ballet Theater, City Ballet di New York, National Ballet Theatre of Ukraine, Hungarian National Ballet e dal Teatro alla Scala di Milano.

Ad arricchire la serata sarà la straordinaria partecipazione di due grandi stelle della danza mondiale: Natalia Osipova e Danil Siimkin.

Natalia Osipova star del Bolshoi di Mosca e ora Principal del Royal Ballet è stata definita “la ballerina degli estremi” con la sua tecnica impeccabile, i sui giri e i suoi balzi estremi che stupiscono tutti coloro che la vedono ballare.

Daniiel Simkin, étoile dell’American Ballet di New York e vincitore di numerosi riconoscimenti, ha già conquistato i palcoscenici di tutto il mondo con la sua tecnica fatta da virtuosismi mozzafiato, pirouettes interminabili, salti unici per la magica sospensione in aria.

Il “Gala di danza omaggio a Rudolf Nureyev”, reduce dal grande successo al Teatro Sferisterio nell’ambito del Macerata Opera Festival 2021, torna ad emozionare il pubblico in una nuova brillante produzione.

Sara Zuccari

Torino Danza d’Autunno premio alla carriera alla stella Liliana Cosi

Torino Danza d’Autunno torna live sabato 11 e domenica 12 dicembre 2021 alla Lavanderia a Vapore di Collegno. Moltissime le coreografie iscritte, tanti partecipanti e un cast docenti e giurati d’eccezione: Mauro Astolfi, Matteo Addino e Liliana Cosi.

Liliana Cosi riceverà domenica 12 uno speciale Premio alla Carriera in quanto Eccellenza della Danza Italiana, interprete assoluta e indimenticabile, divulgatrice dell’Arte Coreutica nel mondo. Come Étoile presso il Teatro alla Scala di Milano interpreta i ruoli più impegnativi del repertorio classico e danza al fianco degli interpreti più importanti del panorama mondiale.

Liliana Cosi è tra le più grandi étoile della danza italiana. Milanese, nasce nel 1941. Compie i suoi studi alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala sotto la guida della direttrice Esmée Bulnes e si diploma nel 1958 quale miglior allieva, ricevendo un premio dal Sovrintendente Antonio Ghiringhelli  per le mani di Wally Toscanini. Viene subito assunta nel corpo di ballo della Scala con contratto a tempo indeterminato e partecipa a tutti gli spettacoli d’opera e balletto. Nel 1963 si aprono i primi scambi culturali tra il Teatro Bolshoi di Mosca e il Teatro alla Scala di Milano. La Cosi viene inviata per un corso di perfezionamento.

Nel 1968 è promossa Prima Ballerina alla Scala e vi interpreta i ruoli più impegnativi del repertorio classico come “Romeo e Giulietta” di Prokofiev-Cranko”, “L’Uccello di Fuoco” di Stravinski-Fokine, “Petrouchka” di Stravinski-Milloss, “Coppelia” di Delibes, “Les Sylphides”. Nello stesso anno compie la prima tournée in Unione Sovietica su invito del Goskonzert con il “Lago dei Cigni” e “Giselle” a Mosca, Riga, Odessa, Tbilissi. Questo evento diventerà un appuntamento annuale e addirittura bi-annuale per cui, in otto anni totalizza 130 spettacoli nei Teatri di tutte le capitali dell’URSS, ballando sempre coi primi ballerini dei diversi Teatri che la ospitano nel “Lago dei Cigni”, “Giselle”, “La bella Addormentata nel Bosco”, “Don Chisciotte”. Nel 1969 alla Scala è richiesta da Nureyev a ballare “La Bella Addormentata nel Bosco” ed è con lui che sarà la protagonista del suo “Schiaccianoci” alla Scala. Nello stesso anno debutta, sempre alla Scala, nella ‘prima’ di “Romeo e Giulietta” di Berlioz-Skibin con Attilio Labis e più avanti in “Daphnis e Cloe” di Debussy-Skibin con Bortoluzzi. Nel 1970 è nominata “étoile”.

Nel settembre 1978 inaugura la sede dell’Associazione a Reggio Emilia che diviene presto un grande Centro di Produzione, sede della Compagnia Balletto Classico Cosi-Stefanescu e della Scuola di Balletto a livello professionale e anche residenziale. Con tutto il repertorio della Compagnia formato da più di 20 nuove produzioni create da Stefanescu e da diversi balletti del repertorio classico, balla in più di 2000 spettacoli in tournée in circa 350 città italiane e 50 estere.

Sara Zuccari

Rudolf Nureyev. Biografia di un ribelle per ricordare l’ultimo zar della danza

Aveva il carisma e la semplicità di un uomo della terra, e l’arroganza inaccessibile degli dei.” Michail Barysnikov

È questa la citazione che si legge, accanto a quella di Paul Valéry, sulla prima pagina del volume “Rudolf Nureyev, biografia di un ribelle”, pubblicato dalla casa editrice torinese Lindau  e firmato da Bertrand Meyer-Stabley. Il giornalista e scrittore francese, tra le numerose biografie dedicate a grandi personalità come James Dean, Juan Carlos, Elton John e Audrey Hepburn, ne dedica una anche a colui che fu l’ultimo zar della danza, come lo definisce lui stesso con le ultime parole della sua corposa ed appassionante biografia.

Suddivisa in 17 capitoli, questa biografia ha l’aspetto di un vero e proprio romanzo che ripercorre la vita eccezionale di un mito intramontabile della danza. Fin dalla nascita, avvenuta nel 1938 su un vagone della Transiberiana, quando la madre Farida Nureeva incinta di otto mesi e mezzo sale sul quel treno diretto a Vladivostok, l’intera vicenda esistenziale di Rudolf Nureyev è stata a tutti gli effetti un romanzo ed uno dei più belli ed emozionanti che si possa leggere. Rudolf Nureyev un giorno ha detto: “Mi piace parlare della mia nascita… Ci ripenso sempre come all’avvenimento più romantico della mia vita”.

Si apre con questa testimonianza il primo capitolo titolato non a caso “Primi passi” che ci racconta anche dell’incontro di Rudolf con la sua prima maestra di danza, la Signora Udal’cova, che aveva ballato anni prima nella compagnia dei Balletti Russi di Djagilev e che, non appena vide ballare il piccolo Rudy di appena undici anni, disse con sorprendente lungimiranza: “Ragazzo mio, hai il dovere di imparare la danza classica. Con un dono così, bisogna che tu vada a studiare con gli allievi del Kirov a Leningrado…”.

Nel 1955 entra a far parte infatti della prestigiosa scuola di ballo del Teatro Kirov di Leningrado, la scuola che aveva formato anche Pavlova e Nijinsky. Tre anni dopo viene ammesso nella Compagnia e da lì Nureyev avrebbe letteralmente spiccato il volo raggiungendo vette non ancora eguagliate e diventando per tutti, anche per noi oggi, il “tartaro volante”.

Ai racconti artistici si intrecciano quelli umani che spaziano dall’asilo politico del 1961 alle relazioni omosessuali con famosi artisti, all’incarico di direttore della danza all’Opéra di Parigi, alle perfomance come direttore d’orchestra, fino alla morte, avvenuta per aids nel 1993.

“Sotto un sole freddo simile a quello della Russia, in quel paesaggio di croci ortodosse, tombe zariste, pinnacoli a bulbo, betulle e abeti argentati, ognuno si chiude in un assorto raccoglimento. Poi gli ammiratori si avvicinano per gettare un giglio bianco sul feretro di colui che, attraversando il mondo di corsa, fu l’ultimo zar della danza”. Si conclude così questa avvincente biografia che oltre ad essere un’importante testimonianza storica, vuole essere soprattutto un omaggio al genio indimenticabile di Rudolf Nureyev.

La bayadère di Rudolf Nureyev conquista il Teatro alla Scala

La bayadère di Rudolf Nureyev sta conquistando ancora prima di andare in scena.

Merito della esclusività di questo appuntamento, che inaugurerà la nuova Stagione di Balletto portando per la prima volta in scena uno spettacolo finora rappresentato solo dal Balletto dell’Opéra di Parigi per cui fu creato; quella che è stata di fatto l’ultima produzione di Nureyev dei grandi classici,  debutterà alla Scala con una nuovissima veste, con scene e costumi realizzati appositamente per la Scala da Luisa Spinatelli. E merito anche della spettacolarità di questa produzione, che permetterà di presentare e far brillare al completo la attuale Compagnia con la sua rinnovata immagine: dai primi ballerini, ai solisti e a tutto il Corpo di Ballo nei numerosi ruoli principali e nei grandi momenti di ensemble, primo fra tutti il meraviglioso quadro del Regno delle Ombre.

Quattro diversi cast si alterneranno nei ruoli principali di  Nikiya, una delle baiadere, le danzatrici del tempio che custodiscono il fuoco sacro, di Solor, nobile guerriero e di Gamzatti,  la figlia del Rajah: apriranno le rappresentazioni il 15 dicembre Nicoletta Manni (Nikiya), Nicola Del Freo (Solor) e Virna Toppi (Gamzatti), che danzeranno anche nelle recite del 17 dicembre e nell’Anteprima Under30 del 14 dicembre.

In scena il 21 dicembre e nell’ultima recita dell’anno, il 31 dicembre alle ore 18,  Martina Arduino (Nikiya), Marco Agostino (Solor) e  Alice Mariani (Gamzatti), mentre il 30 dicembre e il 7 gennaio saranno in scena Vittoria Valerio (Nikiya), Claudio Coviello (Solor), Alessandra Vassallo (Gamzatti).

Nell recite del 5 e 8 gennaio, accanto a Svetlana Zakharova già annunciata nel ruolo di Nikiya, sarà  Timofej Andrijashenko nel ruolo di Solor e  Maria Celeste Losa interprete di Gamzatti.

Sara Zuccari