La Grande Danza a Genova con Jacopo Bellussi

La grande danza internazionale torna a Genova, con due serate di straordinaria bellezza fortemente volute da Jacopo Bellussi, étoile di Hamburg Ballet, che nella duplice veste di ballerino e di direttore artistico ha riunito alcuni tra i principali primi ballerini e solisti delle maggiori compagnie europee per rendere omaggio alla sua città e, soprattutto, per dare un concreto contributo all’ospedale Gaslini. Anche quest’anno, infatti, parte del ricavato delle serate verrà devoluto all’Associazione Piccoli Cuori OdV, che sostiene i reparti di cardiologia e cardiochirurgia dell’ospedale Gaslini di Genova.

Gli spettacoli, previsti per martedì 21 marzo al Politeama Genovese e venerdì 24 marzo al Teatro Sociale di Camogli, sono a cura di Fondazione Friends of Genoa, impegnata a sostenere iniziative culturali di rilievo per la città, in collaborazione con il Comune di Genova e con il supporto dell’associazione Three BBallet.

Tra le stelle presenti nelle due serate, brillano la spagnola Lucia Lacarra e la rumena Alina Cojocaru.

Il 21 marzo andrà in scena al Politeama Genovese la seconda edizione del Gala Pas de Deux. Sul palco molte compagnie, dall’Hamburg Ballet, con l’etoile Bellussi, al Royal Danish Ballet e Stuttgart Ballet, fino a Les Ballets de Monte Carlo e al Bejart Ballet Lausanne. Lo spettacolo proporrà diversi stili di danza, dal classico al neoclassico, dal contemporaneo al moderno, in un percorso emozionante e ricco di suggestioni che trasporterà il pubblico nel magico mondo del balletto.

La data del 24 marzo al Teatro Sociale di CamogliGala di danza in onore di John Neumeier, sarà appunto dedicata al grande coreografo americano e direttore dell’Hamburg Ballet. Sul palco, le creazioni di Neumeier si alterneranno con quelle di coreografi emergenti che si sono formati sotto la sua guida, come lo spagnolo Aleix Martinez e il colombiano David Rodriguez, rispettivamente primo ballerino e solista dell’Hamburg Ballet. Faranno da cornice all’intero programma, gli splendidi brani di grandi musicisti classici, tra i quali Bach – Tchaikovsky – Vivaldi, di compositori contemporanei come Ennio Morricone – Arvo Part e di maestri del musical del calibro di Leonard Bernstein.

Sara Zuccari

Le Corsaire in scena al Massimo di Palermo

Le corsaire, il nuovo appuntamento con la danza e con il Corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo, in scena dal 15 marzo con le coreografie di José Carlos Martínez. Tra i balletti più celebri del repertorio romantico, arriva per la prima volta al Teatro Massimo di Palermo da mercoledì 15 marzo alle 20, Le corsaire, nella versione coreografica di José Carlos Martínez, direttore del Corpo di ballo dell’Opéra di Parigi.

Le cinque rappresentazioni vedranno all’opera tre cast. Nei ruoli principali del corsaro Conrad e della bella Medora danzeranno i ballerini del Corpo di ballo del Teatro Massimo, Linda Messina e Michele Morelli, ai quali è stato recentemente assegnato il Premio “Eccellenze della danza”, che si alterneranno nelle repliche con Carla Mammo Zagarella ed Emilio Barone. Mentre al debutto sarà protagonista una coppia di grandi ospiti internazionali formata dalla ballerina georgiana Maia Makhateli e dall’austriaco Jakob Feyferlik, primi ballerini del Dutch National Ballet di Amsterdam. Negli altri due ruoli principali saranno protagonisti fin dalla prima i ballerini del Teatro Massimo, Giorgia Leonardi, Martina Pasinotti e Yuriko Nishihara che si alterneranno nel ruolo di Gulnara e in quello di Lankedem Alessandro Casà, Diego Mulone e Alessandro Cascioli. E ancora per i ruoli di Birbanto e della sua amica, danzeranno Diego Millesimo con Romina Leone e Giovanni Traetto con Valentina Chiuli.

Repliche fino al 19 marzo: giovedì 16 alle 18.30, venerdì 17 alle 18:30, sabato 18 alle 18:30 e domenica 19 alle 17:30. Il debutto di Le corsaire sarà preceduto martedì 14 marzo alle ore 17:00 in Sala Onu da un incontro di presentazione dello spettacolo, a cura dell’Associazione Amici del Teatro Massimo, con la giornalista Daniela Cecchini, critico e studiosa di danza e la partecipazione della coreografa Agnes Letestu, dello scenografo Francesco Zito e del direttore del Corpo di ballo del Teatro Massimo Jean-Sébastien Colau.
Sara Zuccari

Roberto Bolle and Friends a Bologna

Il Gala Roberto Bolle and Friends tornerà al Teatro EuropAuditorium di Bologna, per il settimo anno consecutivo, l’11 e il 12 febbraio rinnovando l’appuntamento con un pubblico oramai fidelizzato.

Ancora una volta lo spettacolo sarà un’occasione imperdibile per ammirare sullo stesso palco il talento dell’Étoile dei due mondi, Roberto Bolle, e quello delle star internazionali della danza in scena. Roberto Bolle, protagonista assoluto della danza, del Gala non è solo interprete ma anche Direttore artistico. I suoi Gala sono diventati uno straordinario strumento di diffusione della danza e delle sue eccellenze a un pubblico trasversale, composto da migliaia di appassionati e non solo. Bolle, forte della sua esperienza sui palcoscenici più importanti del mondo, riesce a rendere ognuno di questi spettacoli unico nel suo genere ricreando un’atmosfera magica che celebra la bellezza e l’eleganza della danza. Accanto a lui, alcuni ballerini appartenenti alle più importanti Compagnie di danza internazionali per realizzare un programma sorprendente, in grado di affascinare un numero di spettatori sempre più vasto ed eterogeneo.

PROGRAMMA

  1. Thaïs – Pas de deux Balletto di Roland Petit Musica: Jules Massenet

Artisti: Maria Eichwald, Roberto Bolle

 

  1. Don Chisciotte Coreografia: Marius Petipa Musica: Ludwig Minkus

Artisti: Riho Sakamoto, Adhonay Soares da Silva

 

  1. In Your Black Eyes Coreografia: Patrick de Bana Musica: Ezio Bosso

Artista: Roberto Bolle

 

4.    As you color me blue

Coreografia: Ève-Marie Dalcourt, Toon Lobach Musica: Hypnotic Brass Ensemble & Moses Sumney Artisti: Ève-Marie Dalcourt, Toon Lobach

 

  1. Passo a due da Cantata Coreografia: Mauro Bigonzetti Musica: Amerigo Ciervo *

Artisti: Antonella Albano, Roberto Bolle

 

6.    Firebreather

Coreografia: Katarzyna Kozielska Musica: Ludovico Einaudi Artista: Adhonay Soares da Silva

 

  1. Esmeralda Coreografia: Marius Petipa Musica: Cesare Pugni

Artisti: Riho Sakamoto, Young Gyu Choi

 

  1. Kazimir’s Colors Coreografia: Mauro Bigonzetti Musica: Dimitrij Sostakovic

Artisti: Maria Eichwald, Roberto Bolle

 

  1. And if This is It Coreografia: Julian Nicosia Musica: Jónsi & Alex Somers

Artisti: Ève-Marie Dalcourt, Toon Lobach

 

  1. Dancing Spirit Coreografia: Stanisław Węgrzyn Musica: Robot Koch

Artista: Roberto Bolle

Sara Zuccari

A Roma una stagione di danza contemporanea

Realizzata dal Centro Nazionale di Produzione della Danza Orbita Spellbound, nasce finalmente a Roma la prima stagione organica dedicata alla danza contemporanea: dal 10 gennaio al 17 maggio 2023 al Teatro Palladium e al Teatro Biblioteca Quarticciolo, Orbita presenta le creazioni più significative dei grandi e riconosciuti autori italiani come Virgilio Sieni, Abbondanza Bertoni, Roberto Castello, Michela Lucenti, Michele Di Stefano e Mauro Astolfi al fianco di incursioni alla scoperta dei nuovi protagonisti della danza contemporanea internazionale come Bassam Abou Diab dal LibanoMasoumeh Jalalieh dall’IranMichael Getman da Israele Caroline Shaw con Vanessa Goodman dal Canada, che presentano i loro lavori per la prima volta in Italia e a Roma; ma anche il debutto nazionale del nuovo spettacolo dello spagnolo Marcos Morau e il ritorno a Roma di Un poyo rojo, lo spettacolo “fenomeno” franco-argentino che dal 2008 ha conquistato tutto il mondo.

Venti spettacoli, di cui cinque in prima romana e quattro in prima nazionale, e quattro focus autoriali, fra cui quello su Virgilio Sieni realizzato in collaborazione con Fondazione Musica per Roma nell’ambito del festival Equilibrio, che si aggiunge a quelli su Compagnia Abbondanza Bertoni, Bassam Abou Diab e su Poyo Rojo, il collettivo che ha dato il titolo al celebre spettacolo. A completare il quadro, tre residenze artistiche e un film, oltre a una serie di incontri con gli autori prima e dopo la visione degli spettacoli.

Diafanie. Materia e luce. Questo il titolo, evocativo e puntuale al tempo stesso, della stagione disegnata da Valentina Marini – già direttrice generale di Spellbound Contemporary Ballet e direttrice artistica del festival Fuori Programma – che cura l’intera programmazione di Orbita. Al centro di questa coesistenza di materia e luce, il corpo in scena come materia attraversata da questioni geopolitiche, sociali, pulsioni desideranti e ribelli. Materia da cui traspaiono, dunque, pungoli del nostro presente.

Fuori dall’”eventismo” festivaliero e dal fanatismo delle prime assolute, la stagione Orbita “miscela volutamente le scoperte della scena internazionale con la grande autorialità italiana, il nuovo e il consolidato: da un lato suggerendo una serie di approfondimenti che non siano soltanto di natura tecnico-estetica ma in grado di aprirsi a discorsi sociali e culturali più ampi, dando spazio, ad esempio, a proposte provenienti dal bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente – come nel caso di Masoumeh Jalalieh, artsita visiva e performer iraniana rifugiata in Europa o in quello delle sei donne messe in scena dall’israeliano Michael Getman per dare voce alle loro storie di confini religiosi, culturali e storici – e alle produzioni ai margini del mainstream europeo; dall’altro, rivendicando il diritto di riprogrammare titoli di successo e creazioni significative con l’obiettivo di strutturare un repertorio di nuovi classici che il pubblico possa riconoscere in un rinnovato patto di fiducia fra artisti, pubblico e programmatori” come afferma Valentina Marini.

Orbita, come stagione e come centro di produzione, si configura così come una casa aperta dove costruire momenti condivisi aperti al pubblico, anche attraverso un programma di residenze artistiche e di incontri con gli autori, ma soprattutto un archivio mobile, un atlante di riflessioni che esplodono per mettere in luce i conflitti, le diversità, le complessità e tratteggiare una sorta di manifesto utopico sul corpo di domani. Tutto, tenendo insieme piacere estetico e necessità di approfondimento culturale e teorico.

IL PROGRAMMA DELLA STAGIONE ORBITA 2023 DIAFANIE. MATERIA E LUCE.

La stagione si apre il 10 gennaio al Teatro Palladium con la prima romana di Nothing, rilettura dello shakespeariano Re Lear, fra le ultime creazioni di Michela Lucenti con Balletto Civile, formazione che da anni si distingue nel panorama nazionale e internazionale per la forte dimensione etica. Le serate del 20, 21 e 22 gennaio inaugurano il primo focus autoriale, dedicato a Compagnia Abbondanza Bertoni, fra le più prolifiche realtà artistiche italiane per le loro creazioni, per l’attività pedagogica e per il forte impegno nella divulgazione dei linguaggi del teatrodanza: al Teatro Palladium presentano in prima romana lo spettacolo Premio Ubu 2021 Doppelgänger, lavoro sul tema del doppio che vede sul palco l’attore con disabilità Francesco Mastrocinque e il danzatore Filippo Porro, mentre al Teatro Biblioteca Quarticciolo andrà in scena C’è vita su Venere, un solo sulla relazione fra il corpo femminile e il tempo. Il 21 e 22 gennaio, nello stesso teatro, in programma Unknown woman e Trust, due pezzi firmati da Mauro Astolfi/Spellbound Contemporary Ballet: il primo è una sorta di racconto della relazione artistica ventennale fra il coreografo e la danzatrice Maria Cossu, il secondo è un duetto che nasce dal concetto di fiducia reciproca, interpretato dalla stessa Cossu e da un’altra storica interprete della compagnia, Giuliana Mele.

Sempre il Teatro Biblioteca Quarticciolo ospita il secondo focus autoriale, dedicato al coreografo libanese Bassam Abou Diab che, al termine di una residenza artistica, presenterà il 3 e 4 febbraio due coreografie: Pina My Love, un’indagine sui meccanismi di difesa messi in atto da un corpo sottoposto a torture e prigionia, e Under the Flesh, che solleva la questione del corpo in un contesto di guerra. Il focus si completa con la proiezione del film The Odor of the Elephants After Rain di Omar Rajeh, direttore artistico del Maqamat Dance Theatre in Libano.

Il terzo focus autoriale è dedicato a uno dei grandi maestri della danza contemporanea italiana, Virgilio Sieni. Un focus ideato grazie alla collaborazione fra Orbita/Spellbound e Fondazione Musica per Roma e che presenta il 9 febbraio in Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” nell’ambito del festival Equilibrio lo spettacolo L’avventura, con le musiche eseguite dal vivo da Michele Rabbia mentre il giorno successivo 10 febbraio, al Teatro Palladium andrà in scena l’ultima creazione del coreografo toscano, Satiri, con la musica eseguita dal vivo dalla violoncellista e cantautrice irlandese Naomi Berrill.

Il 17 febbraio si torna al Teatro Biblioteca Quarticciolo per assistere alla prova aperta di Sfera, fra le ultime creazioni del gruppo mk guidato dal Leone d’Argento alla Biennale di Venezia Michele Di Stefano, in residenza nei 4 giorni precedenti.

L’ultimo focus autoriale di questa prima stagione di Orbita è dedicato a Poyo Rojo, il collettivo che ha creato Un poyo rojo, lo spettacolo esplosivo che unisce comicità e commozione nato nel 2008 nella periferia di Buenos Aires. Da allora, la coproduzione franco-argentina firmata da Alfonso Baron, Hermes Gaido, Nicols Poggi e Luciano Rosso non ha mai smesso di incantare il pubblico di tutto il mondo, grazie alle oltre 1400 repliche in più di 30 paesi con una media di 120 repliche l’anno. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Palladium il 7 marzo mentre il giorno seguente 8 marzo, sempre al Palladium, il focus prosegue con la prima romana di  Dystopia, altra creazione di Poyo Rojo che ci trascinerà in un mondo dolciastro e ansiogeno alla Truman Show.

Il 18 e 19 marzo al Teatro Palladium in programma due repliche di Shoes On dell’artista napoletana Luna Cenere, associata al Centro Coreografico Korper, nuova promessa della danza contemporanea europea mentre il 31 marzo imperdibile doppio appuntamento ancora una volta al Palladium con la prima nazionale di Los Perros del coreografo spagnolo Marcos Morau, interpretato dal collettivo Led Silhouette, una riflessione sui corpi fragili di fronte all’iper-digitalizzazione del mondo contemporaneo; e con If You Were a Man di Mauro Astolfi/Spellbound Contemporary Ballet, uno studio per quatto corpi maschili su una profonda riprogrammazione dell’ascolto.

Fra i padri della danza contemporanea italiana, più volte Premio Ubu, Roberto Castello arriva al Teatro Palladium il 21 aprile per presentare uno dei suoi lavori più celebri, In Girum imus nocte et consumimur igni, creazione del 2015 firmata insieme al collettivo ALDES che è uno “spettacolo peripatetico notturno” a cavallo fra danza, teatro e cinema.

A maggio si torna al Teatro Biblioteca Quarticciolo per tre appuntamenti consecutivi: dopo la prova aperta il 5 maggio di Lingua_da Claude Cahun di Alessandra Crsitiani al termine di una residenza artistica, il 6 maggio sarà la volta della prima nazionale di B-Or Der della coreografa e artista multidisciplinare iraniana Masoumeh Jalalieh, una performance che vuole riflettere sui concetti di confine e di libertà. In prima nazionale è anche, il 7 maggioSongs &Borders dell’israeliano Michael Getman, un lavoro frutto della collaborazione internazionale fra diversi artisti e intellettuali di diversa estrazione culturale e religiosa provenienti da Israele, Siria, Libano, Germania e Norvegia.

A chiusura di questa prima stagione, il 17 maggio al Teatro Palladium ospita la prima nazionale di Graveyards and Gardens, performance installativa collaborativa ideata, creata ed eseguita dalla compositrice canadese Caroline Shaw e dalla coreografa Vanessa Goodman che ha al centro una riflessione sulla memoria come processo di ricostruzione dell’identità e del corpo.

IL CENTRO DI PRODUZIONE NAZIONALE DELLA DANZA ORBITA/SPELLBOUND

Orbita Spellbound è il nuovo Centro di Produzione Nazionale della Danza, il primo con sede a Roma e uno degli otto centri italiani riconosciuti dal Ministero. Nasce nel 2022 dall’intento dell’Associazione Spellbound di sopperire all’assenza di un incubatore produttivo del settore nell’area centromeridionale e grazie alla pluriennale esperienza in ambito artistico e produttivo della compagnia Spellbound Contemporary Ballet, realtà italiana di punta sul piano internazionale guidata dal coreografo Mauro Astolfi nelle vesti di direttore artistico e da Valentina Marini alla direzione generale. Sede principale è il Teatro Palladium, un teatro di ateneo che ne suggerisce il modello di produzione artistica e scientifica, da cui si diramano le molteplici traiettorie verso spazi satellite della Capitale, diversi per funzioni e identità. Produzioni e sollecitazione di formati innovativi, programmazione, progetti in rete, formazione sono gli assi portanti di Orbita Spellbound che vuole posizionarsi come crocevia di progettualità tra i centri produttivi collocati nelle zone settentrionali e meridionali del Paese, raccogliendo l’urgenza di ricucire una cerniera che, da una parte faccia da raccordo tra le risorse creative in essere sul territorio locale e dall’altra funga da punto di riferimento per la filiera produttiva su scala nazionale e internazionale. Dalla sua nascita a oggi Orbita Spellbound ha presentato, fra gennaio e marzo 2022, la prima rassegna Orbita, e in autunno prima la rassegna Supernova e dopo Voices From Czech Republic, un focus sulla coreografia contemporanea della Repubblica Ceca. In programma nel 2023Orbita/Diafanie. Materia e Luce è la prima stagione organica di danza contemporanea prodotta dal Centro.

CALENDARIO

10 Gennaio ore 20.30
Teatro Palladium
Nothing
Michela Lucenti/Balletto Civile (Italia)
prima regionale

20 Gennaio ore 20.30
Teatro Palladium
Doppelgänger
Michele Abbondanza, Antonella Bertoni, Maurizio Lupinelli/Compagnia Abbondanza/Bertoni (Italia)
prima regionale
Nell’ambito di Focus on Compagnia Abbondanza/Bertoni

21 Gennaio ore 21.00 e 22 Gennaio ore 17.00
Teatro Biblioteca Quarticciolo
C’è vita su Venere
Michele Abbondanza, Antonella Bertoni /Compagnia Abbondanza/Bertoni (Italia)

***

Unknown woman + Trust
Mauro Astolfi/ Spellbound Contemporary Ballet (Italia)
Nell’ambito di Focus on Compagnia Abbondanza/Bertoni

3 Febbraio ore 21.00
Teatro Biblioteca Quarticciolo
Pina my love
Bassam Abou Diab (Libano)
In residenza dal 30 gennaio al 3 febbraio
prima regionale
Nell’ambito di Focus on Bassam Abou Diab

4 Febbraio ore 21.00
Teatro Biblioteca Quarticciolo
Under the Flesh
Bassam Abou Diab (Libano)

***

The odor of elephants after rain – film
Omar Rajeh/ Maqamat
Nell’ambito di Focus on Bassam Abou Diab

9 Febbraio ore 21.00
Auditorium Parco della Musica
L’avventura
Virgilio Sieni e Michele Rabbia
Presentato da Equilibrio Festival nell’ambito di Focus on Virgilio Sieni

10 Febbraio ore 20.30
Teatro Palladium
Satiri
Virgilio Sieni/Compagnia Virgilio Sieni (Italia)
prima regionale
Nell’ambito di Focus on Virgilio Sieni in collaborazione con Equilibrio Festival

17 Febbraio ore 17.30
Teatro Biblioteca Quarticciolo
Sfera – prova aperta
Michele Di Stefano/Mk (Italia)
In residenza dal 13 al 17 Febbraio

7 Marzo ore 20.30
Teatro Palladium
Un Poyo Rojo
Hermes Gaido, Alfonso Baron, Luciano Rosso, Nicolas Poggi /Poyo Rojo (Argentina- Francia)
Nell’ambito di Focus on Poyo Rojo

8 Marzo ore 20.30
Teatro Palladium
Dystopia
Hermes Gaido, Alfonso Baron, Luciano Rosso/ Poyo Rojo (Argentina- Francia)
prima regionale
Nell’ambito di Focus on Poyo Rojo

18 Marzo ore 21.00 e 19 Marzo ore 17.00
Teatro Biblioteca Quarticciolo
Shoes on
Luna Cenere/Korper (Italia)

31 Marzo ore 20.30
Teatro Palladium
Los perros
Marcos Morau /Led Silhouette (Spagna)
prima nazionale

***

If you were a man
Mauro Astolfi/Spellbound Contemporary Ballet (Italia)

21 Aprile ore 20.30
Teatro Palladium
In Girum imus nocte et consumimur igni
Roberto Castello/Aldes (Italia)

5 Maggio ore 17.30
Teatro Biblioteca Quarticciolo
Lingua_da Claude Cahun – prova aperta
Alessandra Cristiani/ Pin Doc (Italia)
in residenza dall’1 al 5 Maggio

6 Maggio ore 21.00 e 7 Maggio ore 17.00
Teatro Biblioteca Quarticciolo
B-Or Der
Masoumeh Jalalieh (Iran)
prima nazionale

***

Songs &Borders
Michael Getman (Israele)
prima nazionale

17 Maggio ore 20.30
Teatro Palladium
Graveyards and Gardens
Caroline Shaw &Vanessa Goodman (Canada)
prima nazionale

Luoghi

TEATRO PALLDIUM
piazza Bartolomeo Romano, 8

TEATRO BIBLIOTECA QUARTICCIOLO
via Ostuni, 8

Sara Zuccari

Al via il Premio Eccellenze della Danza 2023

Il prossimo 29 gennaio, nella città di Noto, si riaccendono i riflettori su uno degli eventi della danza internazionale più attesi. Riparte, infatti, il Premio Eccellenze della Danza, prodotto da Macario Eventi e con la direzione artistica di Antonio Desiderio. Il premio, giunto alla sua quarta edizione, riprende dopo lo stop forzoso della pandemia, con un cast di presenze e premiati stellari: assegnati il Premio Coreografia 2022 a Kristian Cellini, il Premio Stelle della Danza Estera a Ksenia Ovsyanick e Dinu Tamazlacaru, Primi Ballerini del Teatro dell’Opera di Berlino; a Michele Satriano, Primo Ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, va il Premio Ballerino dell’anno.

Linda Messina e Michele Morelli del Teatro Massimo di Palermo, ritireranno invece il Premio Ballerina e Ballerino Italiano.

In arrivo anche il direttore dell’International Ballet Festival di Miami, Eriberto Jimenez, a cui andrà il Premio Direzione Artistica Estera e Diffusione della Danza.

Tre i grandi Premi alla Carriera: l’étoile Giuseppe Picone, star italiana internazionale della danza e già direttore del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli, l’étoile Vladimir Malakhov, star leggendaria della danza e già direttore del Balletto del Teatro dell’Opera di Berlino e il ballerino argentino Julio Bocca, già stella internazionale dell’American Ballet e già direttore del Balletto Sodre Nacional di Montevideo (presente in collegamento video).

Il Premio prevederà pure due speciali menzioni a due figure di spicco distintesi per le loro qualità: Jean Sebastien Colau, come nuovo direttore del Balletto del Teatro Massimo di Palermo, e Sabrina Bosco, maitre e coreografa, come “Italiana nel Mondo”. E’ prevista anche la presenza dei danzatori ospiti Lusymay Di Stefano e Federico Mella. Il Premio, inoltre, si avvale della presenza di tre importanti figure giornalistiche della critica internazionale: Francesca Bernabini, direttore di Danzaeffebi, Raffaella Tramontano, direttore di Campadidanza, e Sara Zuccari, direttore del Giornale della Danza.

La kermesse, che quest’anno si svolgerà nuovamente al Teatro Tina De Lorenzo nella città di Noto, oltre a Vincenzo Macario che l’ha prodotta, sarà resa possibile grazie alla preziosa collaborazione della Fondazione Teatro Tina De Lorenzo nelle persone del dott. Corrado Figura, presidente del Teatro Tina De Lorenzo e sindaco di Noto, il sovrintendente Salvatore Vicari, il direttore artistico Salvatore Tringali, nonché alle figure istituzionali del direttore generale Urbano Pannuzzo e l’assessore al Turismo e Spettacolo Massimo Prado.

A presentare la serata: Ernesto Trapanese.

Per maggori informazioni consultare il sito www.macarioeventi.com

Sara Zuccari

Les Étoiles la grande danza internazionale a Roma

Il cast di Les Étoiles si arricchisce, il programma raddoppia e una mostra fotografica a Roma celebra le edizioni precedenti del gala immortalando i “virtuosismi in volo e sulle punte” che sono da sempre il suo leitmotiv. Il conto alla rovescia per la prossima edizione di Les Étoiles, la 12° del gala internazionale di danza è in atto da mesi. In programma alla Sala Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica Roma, il 28 gennaio (ore 21.00 programma A) e il 29 gennaio (ore 16.30 programma A,  ore 21.00 programma B) 2023, i biglietti hanno cominciato ad andare letteralmente a ruba quando si sono spente le luci in sala dopo l’ultima edizione romana lo scorso gennaio. Questo fa la differenza tra un gala di danza qualsiasi – l’ennesimo gala, il solito gala – e un gala ‘cult’ come, appunto, Les Étoiles.  Ma c’è un altro motivo, molto più importante, che fa di Les Étoiles un gala speciale.

LES ÉTOILES, UN GALA CON UNA MISSIONE SPECIALE – “La bellezza salverà il mondo”, ribadisce il Direttore Artistico di Les Étoiles Daniele Cipriani: “Non lo dico per ripetere un “meme”, come è d’uso in questa epoca di taglia e incolla. La verità è che questo è un momento della storia particolarmente preoccupante: si combatte una guerra che ci tocca da vicino e incombe sul mondo un pericolo sinistro. Si può fare affidamento solo sull’intelligenza del cuore ed in questo senso mi ritrovo pienamente nelle parole di Dostoevsky. Non è un’affermazione puramente estetica se consideriamo che gli artisti traducono la giustizia e la moralità del cosmo in immagini, suoni, e chiaramente danza. Ho sempre creduto che, in questo senso, Les Étoiles abbia una missione speciale: è un gala in cui si esibiscono grandissimi ballerini, certo. Eppure non è solo “glamour” con nomi di richiamo: è un concentrato di bellezza che implicitamente inneggia alla bellezza più alta di un’ ideale fratellanza, a prescindere da nazionalità, credenze, o stile di vita.”

I PROTAGONISTI – Ai nomi annunciati in precedenza – ossia quelli di Marianela Nuñez, William Bracewell, Marcelino Sambé, Anna Rose O’Sullivan (THE ROYAL BALLET, LONDON);  Polina Semionova  (STAATSBALLETT BERLIN, già AMERICAN BALLET THEATRE); Sergio Bernal (già BALLET NACIONAL DE ESPAÑA); Maia Makhateli, Giorgi Potskhishvili (HET NATIONALE BALLET, AMSTERDAM), Paul Marque, Valentine Colasante (OPÉRA NATIONAL DE PARIS); Matteo Miccini (STUTTGART BALLET) – si aggiungono ora quelli di due stelle provenienti dal prestigioso HAMBURG BALLET JOHN NEUMEIERAlessandro Frola e Madoka Sugai. A questi nomi si aggiungerà poi quello dell’étoile ‘a sorpresa’ che verrà svelato alla vigilia della prima.

Daniele Cipriani tiene sempre a ospitare anche rappresentanti della nutrita diaspora di primi ballerini nostrani attivi in tutti i continenti del pianeta, ennesima eccellenza italiana all’estero, e ha chiamato Alessandro Frola, efebico e affascinante figlio d’arte, a raggiungere nel cast i connazionali Matteo Miccini e Valentine Colasante (parigina, ma di origine italiana). Da Londra si attende l’arrivo dell’ “altra regina inglese”, Marianela Nuñez: non ce ne voglia Queen Camilla, ma per la sua straordinaria popolarità e il numero di presenze a Les Étoiles, è la ballerina del “Royal” che ne detiene scettro e corona! Insieme a lei, tre giovani stelle dello stessa compagnia Royal Ballet: Marcelino Sambé, William Bracewell, Anna Rose O’Sullivan. Di status regale nel regno del balletto anche Polina Semionova, che fa un gradito ritorno a Les Étoiles.  Applauditissima l’anno scorso per la sua eleganza e classe, Maia Makhateli ritorna accompagnata da un nuovo talento, Giorgi Potskhishvili, georgiano come lei  (nonché come Balanchine e tanti altri giganti di quella gloriosa patria della danza) di cui i follower che seguono i suoi reel apprezzano la folgorante energia, i salti altissimi e l’esuberanza. Porterà lo scintillio della Ville Lumière la stella del suo maggiore teatro, Paul Marque, e poi c’è lui, “El Rey del Flamenco”, Sergio Bernal, che porta immancabilmente a Les Étoiles un clima invidiabile: sole rovente di Spagna e scrosciante pioggia di applausi.

MARATONA LES ÉTOILES  – Per le due recite di domenica 29 gennaio sono previsti programmi diversi; da qui la possibilità di fare la “Maratona Les Étoiles” e acquistare un biglietto per entrambi gli spettacoli, usufruendo di uno sconto del 20% sul biglietto serale. Entrambi i programmi domenicali (come anche quello di sabato 28) prevedono brani dal repertorio tradizionale e non mancheranno di certo gli entusiasmanti passi a due da Il Lago dei CigniDon Chisciotte o Il Corsaro; ci saranno però anche brani di sofisticata modernità, firmati da coreografi sulla cresta dell’onda oggi. Tra questi troviamo Carbon Life di Wayne McGregor (O’Sullivan/Sambé), Voices di David Dawson (Semionova), due brani di John Neumeier, Spring and Fall e Shall We Dance? (Frola/Sugai), Äffi di Marco Goecke (Miccini) e Orgía, brano di danza classica spagnola, in prima mondiale a Les Étoiles (Bernal). Molti i lavori che vengono presentati in prima nazionale.

Sara Zuccari

A Venezia torna in scena Coppélia di Amedeo Amodio

Venerdì 30 dicembre al Teatro Toniolo di Venezia torna in scena Coppélia, balletto in due atti rivisitato dal coreografo Amedeo Amodio, con le scene di Emanuele Luzzati e Luca Antonucci, e i costumi di Luisa Spinatelli. Nei ruoli principali, Anbeta Toromani e Alessandro Macario, già protagonisti di tournée di successo in tutta Italia, accompagnati dai solisti e dal corpo di ballo Daniele Cipriani Entertainment.

Prodotta da Daniele Cipriani Entertainment nell’ambito del progetto di ricostruzione e restauro dei grandi balletti del repertorio italiano, questa versione di Coppélia, creata in origine per la compagnia Aterballetto nel 1995 sulla musica di Léo Delibes, è uno spettacolo basato sulla storia archetipica della donna-bambola meccanica e del suo inventore-demiurgo. La coreografia si rifà alla fonte primaria del balletto, il racconto di E.T.A. Hoffmann Der Sandmann (L’uomo della sabbia) pubblicato nel 1816, ma la Coppélia di Amodio, pur muovendosi nell’alveo del linguaggio classico, diventa una grande creazione cinematografica, un metateatro dove la scena è un set, l’inventore-demiurgo Coppélius è un regista e i personaggi sono tutti attori di un film.

«Ciò che maggiormente mi ha affascinato nel racconto di Hoffmann – spiega Amedeo Amodio – è la complessità della percezione risolta in termini di immagini frammentarie, a brandelli che il racconto prima, in seguito la musica, mi suggerivano. L’idea di usare tecniche cinematografiche che rappresentassero i momenti “soggettivi” di Nataniele ha determinato come conseguenza che tutto il balletto avvenisse in un set cinematografico rendendo così più ambiguo l’uso stesso di spezzoni filmati. Si sta girando un film di cui scopriamo i particolari, primi piani e spezzoni di scenografia spesso irrelati tra loro, in cui Coppelius è il misterioso regista e Nataniele uno dei personaggi, la cui immaginazione verrà spesso a manifestarsi negli spezzoni di film, sogni o presagi di morte. (….)
Nella discontinuità di questo “magma” appariranno anche scene o frammenti o personaggi entrati ormai nell’attuale mitologia: oltre alle danze, dal contenuto fortemente simbolico, anche scene e citazioni di film si mescoleranno al materiale originale mentre Coppelius, artefice del destino di Nataniele, trasformandosi in regista della vita quotidiana, saprà condurre noi spettatori nelle scene della sua magica follia.»
Sara Zuccari

Lo Schiaccianoci di Luciano Cannito al Teatro Olimpico di Roma

Lo Schiaccianoci  in scena dall’8 all’11 dicembre al Teatro Olimpico di Roma, con la regia e coreografia di Luciano Cannito è una grande produzione basata sulla versione originale di Petipa del celebre balletto di repertorio classico, nella nuova produzione di Fabrizio di Fiore Entertainment per Roma City Ballet Company, può vantare fino ad oggi quasi tutti sold out  nei teatri dove è stato rappresentato (Teatro Massimo di Palermo, Teatro San Carlo di Napoli, Auditorium della Conciliazione di Roma, Teatro Atlantico di Roma).

Lo Schiaccianoci fu rappresentato la prima volta al Teatro Marijnskij di San Pietroburgo il 5 dicembre 1892. Il soggetto si basa sulla famosissima favola “Lo Schiaccianoci e il Re dei Topi” di Eta Hoffmann, sogno-incubo della piccola Clara nella notte di Natale.

Nella versione coreografica di Luciano Cannito, ha un ruolo determinante il misterioso Drosselmeyer, qui interpretato dal grande danzatore caratterista, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, Manuel Paruccini. Drosselmeyer colpito dalla generosità della piccola Clara, decide di regalarle nella notte di Natale un sogno meraviglioso nel mondo delle favole, facendola guidare dal Principe Schiaccianoci e dalla Fata Confetto in un regno fatato di giocattoli che diventano figure animate, principi e principesse di tutte le nazioni. Schiaccianoci è il titolo di balletto del repertorio classico più rappresentato al mondo.

NOTE DI REGIA

Il segno che vorrei sottolineare” – dichiara Luciano Cannito -“è la lettura più onirica che ho preferito dare a questa mia edizione. La figura di Drosselmeyer, infatti, di solito alquanto nebulosa e in qualche modo inquietante, è qui rappresentata come un elegante personaggio dalle magiche proprietà; una specie di angelo custode di hollywoodiana memoria, per intenderci.

Tutta la storia del balletto si muoverà intorno a un atto di generosità e purezza infantile che la piccola Clara avrà nei confronti di un vecchio mendicante infreddolito, ignorato da tutti durante la notte di Natale, al quale vorrà donare un piccolo dono di Natale.

Per sdebitarsi, il mendicante, che in realtà è l’elegantissimo e magico Drosselmeyer, regalerà a Clara una notte in cui poter vivere come reali i propri sogni”.

Roma City Ballet Company, è una delle più recenti formazioni italiane, composta esclusivamente da artisti selezionati con audizioni internazionali, oggi considerata una delle compagnie classiche italiane di eccellenza e di maggior livello tecnico del panorama nazionale. La compagnia è diretta da Luciano Cannito, regista e coreografo, considerato uno dei nomi più prestigiosi della coreografia italiana.

Schiaccianoci di Cannito/Tciajkovskj è un balletto creato per il Teatro Massimo di Palermo e poi ripreso al Teatro San Carlo di Napoli e la sua partitura è una delle più belle musiche per balletto mai scritte.

Per questa nuova edizione espressamente prodotta da Fabrizio Di Fiore Entertainment per Roma City Ballet Company, i costumi sono stati creati da Giusi Giustino e le scene da Italo Grassi, entrambi artisti i cui lavori sono rappresentati nei maggiori teatri del mondo.

Accanto al corpo di ballo e ai danzatori solisti di Roma City Ballet Company, il pubblico potrà applaudire due coppie di primi ballerini ospiti nei ruoli del Principe Schiaccianoci e della Fata Confetto.

Si alterneranno nelle recite i Principals Dancers del Teatro dell’Opera di Dresda Kanako Fujimoto e Denis Veginy, e i Principals Dancers del Teatro dell’Opera di Berlino Yolanda Correa e Dinu Tamazlacaru.

Sara Zuccari

A Milano torna la Parsons Dance

Teatro Arcimboldi dal 24 al 27 novembre 2022 torna Parsons Dance, la compagnia americana di danza contemporanea amata dal pubblico per la sua danza atletica e vitale che trasmette gioia di vivere.

Fondata nel 1985 dal Direttore Artistico David Parsons e dalLighting Designer Howell Binkley, Parsons Dance è stata in tour in tutti e cinque i continenti, in 30 paesi e in più di 400 città, e si è esibita nei più importanti teatri e festival fra cui The Kennedy Center for the Performing Arts di Washington, Sydney Opera House, Maison de la Danse di Lione, Teatro La Fenice di Venezia e Teatro Municipal di Rio de Janeiro.

La missione della Parsons Dance è presentare al pubblico di tutto il mondo delle coreografie che siano stimolanti e piene di vita e, attraverso programmi educativi e di sensibilizzazione, sostenere la danza come forma d’arte. Oltre al lavoro coreografico e alle performances, Parsons Dance, di fatto, s’impegna a offrire, mediante un percorso di formazione, esperienze arricchenti che coinvolgono persone di tutte le età: dibattiti dopo lo spettacolo, presentazioni, prove e classi aperte, e una serie di workshops estivi su danza e coreografia sia a ballerini semi-professionisti che a studenti di scuole pubbliche all’interno delle scuole stesse. Motivo di grande soddisfazione è soprattutto un’iniziativa che Parsons Dance ha lanciato nel 2016: gli “Autism Friendly Programs”, ovvero dei seminari e degli spettacoli che hanno un occhio di riguardo per chi è affetto da disturbi dello spettro autistico e minimizzano le sollecitazioni sensoriali.

Tutte queste attività didattiche hanno origine dalla visione del Direttore Artistico, David Parsons, che per più di trent’anni ha unito le sue doti coreografiche e il proprio talento per formare ballerini altamente qualificati con una vera e propria passione per la danza come forma d’arte e meraviglioso strumento di espressione.

“L’arte è un potente strumento espressivo e di comunicazione. Il mio obiettivo è fornire a più persone l’opportunità di vivere le meraviglie della danza.” David Parsons

Definito dal New York Magazine “uno dei più grandi protagonisti della danza moderna”, nel corso della sua carriera David Parsons ha ricevuto molti encomi, tra cui tre borse di studio per la coreografia dal Fondo Nazionale per le Arti, l’American Choreography Award, il Dance Magazine Award, una borsa di studio dalla Fondazione Howard Gilman, il Dance Masters of America Annual Award e il Capezio A.C.E. Award. Ha collaborato trasversalmente con artisti di spicco in diverse discipline, tra i quali Billy Taylor, John Mackey, Kenji Bunch, Stephen Schwartz, Milton Nascimento, Allen Toussaint, William Ivey Long, Donna Karan, Annie Leibovitz, Ellsworth Kelly, e Alex Katz.

Parsons Dance, con i suoi quasi quarant’anni di spettacoli e i suoi ballerini solari, che trasmettono gioia di vivere, e dalle più incredibili doti e tecniche artistiche, dopo due anni di fermo forzato torna a grande richiesta in Italia con un nuovo tour.

La compagnia interpreta al meglio l’avvincente visione artistica di David Parsons e include nel proprio repertorio di coreografie originali, esaltate dal gioco di luci del lighting designer Howell Binkley – vincitore di un Tony Award per lo spettacolo di Broadway Hamilton –, due nuove coreografie di Parsons che faranno il loro debutto proprio in questo tour italiano: The Road e Balance of Power.

The Road è la storia di un viaggio, dimostrato visivamente dai ballerini che, per la maggior parte del pezzo, si muovono da un lato all’altro del palco creando un flusso continuo di movimento. David Parsons ha creato questa coreografia sulle note di Peace Train, di Trouble e di altre canzoni iconiche del grande artista nominato a un Grammy Award e ufficialmente entrato nella Rock and Roll Hall of Fame, Yusuf/Cat Stevens. “Yusuf è un artista singolare”, dice David Parsons nel descrivere perché ha selezionato alcuni suoi pezzi come sfondo musicale per The Road. “La sua musica ci conduce in viaggi emozionali con cui tutti noi possiamo relazionarci”.

Balance of Power è un assolo che David Parsons ha creato nel 2020 in collaborazione con il compositore/percussionista italiano, Giancarlo De Trizio, per l’acclamata ballerina della compagnia, Zoey Anderson. Durante lo sviluppo creativo e il processo coreografico, De Trizio è stato in studio tutto il tempo, concessione assai rara per un musicista, e questo rende Balance of Power ancora più intrigante perché mette in luce l’equilibrio di potere tra musicista, ballerino e coreografo. “Ciascun movimento che Zoey Anderson faceva era perfettamente accordato a uno specifico suono di batteria: un ottimo modo per evidenziare i movimenti di un solo ballerino in rapporto ai ritmi martellanti delle percussioni”.

Ispirato al Boléro di Maurice Ravel, anche il ritmo di Balance of Power inizia lentamente e in sordina fino a crescere e sfociare in un ritmo frenetico e a tutto volume, in una cacofonia di suono e movimento. Balance, l’equilibrio, ovvero la resistenza e il controllo del ballerino che coordina e accorda i propri movimenti a ciascuno dei suoni percussivi, è certamente chiave in questo pezzo, al punto che sorge spontaneo domandarsi se sia il ballerino che istiga la musica o viceversa.

Quattro storiche coreografie del repertorio di Parsons, amate da sempre dal pubblico italiano, completano lo spettacolo: Nascimento, creata nel 1990 sulla musica appositamente composta da Milton Nascimento – grande compositore brasiliano – per David Parsons: una coreografia luminosa, vivace, in cui significativa è l’influenza del jazz e della danza africana, e i cui duetti alludono a una storia di gioia e di riverenza; Shining Star, un’opera che Parsons ha creato per Alvin Ailey American Dance Theater nel 2004, eseguita per la prima volta da Parsons Dance nel 2008 e descritta dal New York Times come “una danza di gruppo elegante, divertente e sexy”; The Envelope, ideata nel 1984 sulle rinomate musiche di Gioachino Rossini, che mette in scena la stravagante storia di una lettera che ritorna in continuazione al mittente per quanto questi cerchi di liberarsene; e poi la sempre elettrizzante Caught, incredibile assolo del 1982, una fusione mozzafiato di arte e tecnologia sulle musiche di Robert Fripp, che richiede da parte del ballerino una resistenza atletica pazzesca in una frazione di secondo: grazie, infatti, a un gioco di luci stroboscopiche, l’illusione che il ballerino possa contrastare la forza di gravità e librarsi a mezz’aria, ha reso questo pezzo, nel corso degli anni, tra le coreografie senza dubbio più acclamate di David Parsons.

Sara Zuccari

José Carlos Martínez nuovo Direttore di Danza dell’Opéra National de París

Alexander Neef, Direttore Generale dell’Opéra de París, ha nominato José Carlos Martínez nuovo Direttore di Danza dell’Opéra National de París.

Ex direttore della National Dance Company of Spain e étoile  dell’Opera di Parigi Martínez entrerà in carica il 5 dicembre 2022.  Prenderà l’incarico dopo Aurélie Dupont, che ha lasciato l’incarico il 31 luglio 2022.

Il nome di Martinez è stato indicato da una commissione che oltre a Neef comprendeva Bernard Stirn, presidente onorario del consiglio di amministrazione dell’Opéra, e  Carolyn Carlson, Charles Jude e Angelin Preljocaj.

I candidati alla direzione erano 23, di cui 9 donne e 14 uomini. Undici francesi e 12 stranieri, i cui nomi resteranno una informazione confidenziale.

Sara Zuccari