Nasce LaScala.tv la nuova piattaforma del Teatro

Cresce l’attesa per LaScala.tv, la nuova piattaforma streaming del Teatro alla Scala: è già possibile registrarsi e i primi contenuti saranno accessibili da giovedì 9 febbraio. Il programma degli streaming sarà inaugurato martedì 14 febbraio con la trasmissione in diretta della quinta rappresentazione de I Vespri siciliani di Verdi nel nuovo allestimento diretto da Fabio Luisi con la regia di Hugo de Ana e Marina Rebeka protagonista. I dettagli del progetto saranno comunicati nel corso di una conferenza stampa lo stesso 9 febbraio, data a partire dalla quale sarà possibile acquistare i biglietti per la visione dei Vespri e dei titoli on demand disponibili, ma fin d’ora ci si può registrare sul sito www.lascala.tv. Chi è già iscritto alla newsletter del Teatro potrà utilizzare le stesse credenziali per accedere alla piattaforma.

LaScala.tv apre un nuovo canale di comunicazione diretto agli appassionati che già conoscono e frequentano il Teatro, che avranno l’occasione di tornare sugli spettacoli già visti, recuperare quelli persi e accedere a contenuti di approfondimento; al pubblico globale che per ragioni di distanza non sempre può raggiungere Milano ma desidera conoscere la programmazione ed entrare nella famiglia scaligera; e ai giovani e alle Scuole che attraverso l’opera in video e i contenuti dedicati avranno strumenti per avvicinare con facilità e naturalezza un immenso patrimonio artistico che fa parte della storia e dell’identità collettiva del nostro Paese.

La nuova piattaforma offrirà dirette streaming di opere, balletti e concerti della Stagione scaligera ripresi da nove telecamere installate in Teatro durante i mesi della pandemia. Negli intervalli l’autore e regista Mario Acampa guiderà gli spettatori dietro le quinte a conoscere i protagonisti e i segreti dell’allestimento.

Alle dirette si aggiunge un catalogo di titoli registrati con il nuovo sistema nelle ultime stagioni, nonché di documentari e contenuti speciali. Tra i titoli on demand saranno presenti anche spettacoli per i più piccoli e per le scuole. È previsto inoltre l’avvio di un progetto pilota con diversi istituti scolastici, che potranno seguire un percorso di prove e visione degli spettacoli collegandosi dalle loro sedi.

La diffusione nelle reti scolastiche dei contenuti educativi della piattaforma LaScala.tv è realizzata in collaborazione con la Fondazione CariploIntesa Sanpaolo, Sponsor Principale della Stagione del Teatro alla Scala, affianca il Teatro anche in questo nuovo progetto diventando Sponsor Principale della piattaforma LaScala.tv

La piattaforma si inserisce in un vasto progetto di rinnovamento e modernizzazione del Teatro intrapreso dalla Fondazione negli ultimi anni. Dal 2020 il Teatro ha terminato i lavori per migliorare l’acustica dei palchi, ha rinnovato il sistema di biglietteria, la grafica e il contenuto dei programmi di sala e della rivista inserite per la prima volta con la comunicazione in un’immagine coordinata e ha affrontato il tema della correttezza dei rapporti interpersonali sul lavoro con un piano di inclusione. Ha inoltre promosso un piano di efficientamento energetico che ha ridotto i consumi del 25% anticipando l’attuale emergenza e ha ammodernato l’organizzazione del palcoscenico con l’adozione dei tablet. Dopo il battesimo della piattaforma streaming si attendono alla vigilia della nuova Stagione il nuovo sito internet, la nuova app di servizi e la versione digitale della Rivista. Seguirà il rinnovamento dell’ormai obsoleto sistema di sottotitolazione nei visori collocati negli schienali delle poltrone, che saranno sostituiti da tablet con le traduzioni in otto lingue; all’esterno la facciata stessa del Teatro sarà ripulita e gli infissi sostituiti. Nel frattempo si avvicinano a conclusione (prevista alla fine del 2023) i lavori nella nuova palazzina di Via Verdi progettata dall’architetto Mario Botta e destinata a ospitare la nuova sala prove e gli uffici della Fondazione, mentre prosegue il progetto per i nuovi laboratori nell’area di Rubattino. LaScala.tv si configura quindi come un passo importante all’interno di una strategia di aggiornamento tecnologico e strutturale che impegnerà il Teatro per i prossimi anni contribuendo a fare della Scala una protagonista della vetrina internazionale rappresentata dalle Olimpiadi del 2026.

Sara Zuccari

Lo Schiaccianoci di Nureyev al Teatro alla Scala

Nel nome di Rudolf Nureyev, di cui nel 2023 ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa, si apre la nuova Stagione di Balletto, con il grande ritorno, dopo sedici anni, del suo Schiaccianocinuovamente sul palcoscenico della Scala dove fu presentato la prima volta nel 1969 (quando entrò in repertorio, non molto tempo dopo il debutto avvenuto a Stoccolma nel 1967, e a Londra, l’anno successivo, con il Royal Ballet) e l’ultima volta nel 2006. Lo schiaccianoci risplenderà ancora nell’allestimento di Nicholas Georgiadis, rinnovato nel décor e nei costumi proprio dalla Scala nel 1987 (disegno luci di Andrea Giretti) e affascinerà anche i più piccoli, nella magica atmosfera natalizia, ideale cornice per ripresentare questo capolavoro cajkovskiano, eseguito dall’Orchestra del Teatro alla Scala sotto la bacchetta di Valery Ovsyankikov.

A partire dal 15 dicembre, con l’Anteprima Giovani andata esaurita in pochi minuti, la serata inaugurale del 17 dicembre e fino all’11 gennaio, torna dunque in scena il balletto che più si identifica con il periodo di festività, e uno dei titoli che più si lega alla storia del balletto alla Scala; a sedici dalle precedenti rappresentazioni, avvenute nel 2006, sarà una nuova vetrina per gli artisti della Compagnia, che hanno lavorato sotto la supervisione di Manuel Legris e Aleth Francillon incaricati della ripresa coreografica: in 11 recite, cinque cast si alterneranno nei ruoli principali, tutti da scoprire: Nicoletta Manni  e Timofej Andrijashenko, che già abbiamo visto interpretare il passo a  due del secondo atto nella serata ..A riveder le stelle e nella prima edizione del Gala Fraccisaranno protagonisti dell’Anteprima Giovani (15 dicembre), della recita di apertura il 17 dicembre e dello spettacolo del 18 dicembre (ore 14.30). Con questi protagonisti, il balletto sarà ripreso da Rai Cultura e trasmesso in Italia il 5 gennaio alle ore 21.15 su RAI 5 e su RAI Play (in replica su Rai5 l’8 gennaio alle ore 19.15), all’estero dal 6 gennaio (ore 20.00) sulla piattaforma Medici Tv e sui circuiti cinematografici italiani e internazionali in data da definire. Agnese Di Clemente e Claudio Coviello debutteranno il 21 dicembre e torneranno in scena anche il 28;  a Alice Mariani e Navrin Turnbull sono affidate le recite del 30 dicembre e del 3 gennaio;  Martina Arduino e l’artista ospite Jacopo Tissi saluteranno il 2022 nella recita di fine anno, il  31 dicembre (ore 18), poi  di nuovo in scena il 4 e il 7 gennaio;  a Virna Toppi e Nicola Del Freo  è affidata la recita del 5 gennaio e la serata conclusiva dell’11 gennaio.

Accanto a Clara e a Drosselmeyer/Principe è davvero tutta la Compagnia ad essere impegnata in questa produzione, a partire dal Corpo di Ballo che splenderà nelle danze natalizie e soprattutto nei meravigliosi disegni coreografici dei celebri valzer: ventiquattro danzatrici e due soliste (Maria Celeste Losa con Gaia Andreanò, poi Alessandra Vassallo con Greta Giacon e Camilla Cerulli)  nel valzer dei Fiocchi di Neve del  primo atto accompagnate dal Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Marco De Gaspari;  dodici coppie nell’altrettanto celebre valzer dei Fiori nel secondo atto. Tanti gli artisti che si alterneranno nei personaggi: il Dottore e la Signora Stahlbaum (Gabriele Corrado in alternanza con Massimo Garon e Beatrice Carbone, in alternanza con Francesca Podini); Luisa e Fritz (Vittoria Valerio e Mattia Semperboni, poi Camilla Cerulli e Domenico Di Cristo, Alessandra Vassallo e Rinaldo Venuti, Linda Giubelli e Eugenio Lepera);  la Nonna e il Nonno (Matteo Gavazzi e Serena Sarnataro, Massimo Dalla Mora e Serena Colombi). Proseguendo nella linea drammaturgica di Nureyev, Clara li rivedrà, trasformati, come solisti delle danze del secondo atto, dalla danza spagnola, alla danza russa e danza araba (che prevede anche una coppia solista con Antonella Albano e Marco Agostino, poi Maria Celeste Losa e Gabriele Corrado, Alessandra Vassallo con Christian Fagetti). E ancora, la danza cinese (con Domenico Di Cristo, Federico Fresi, Rinaldo Venuti, poi Mattia Semperboni, Christian Fagetti –  in alternanza con Saïd Ramos Ponce – e Andreas Lochmann, poi Valerio Lunadei, Saïd Ramos Ponce e Francesco Mascia), la Pastorale (Nicola Del Freo con Linda Giubelli e Agnese Di Clemente e poi con Vittoria Valerio e Gaia Andreanò; Alessandro Paoloni con Linda Giubelli e Alessia Auriemma e  con Giordana Granata e Camilla Cerulli, poi Navrin Turnbull con Vittoria Valerio e Gaia Andreanò e con Marta Gerani e Agnese Di Clemente); e a impersonare il soldatino schiaccianoci (Valerio Lunadei, Alessandro  Paoloni)  e il re Topo (Gioacchino Starace, Samuele Berbenni). E infatti immancabile la battaglia tra topi e soldatini, che vedrà impegnati gli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri, cosi come nelle danze delle celebrazioni del Natale .

La musica e la coreografia convergono verso i celebri valzer  e nei passi a due, ricchi di tecnica, rigore, linee ed equilibri, e rivelano l’impostazione drammaturgica che Nureyev volle conferire a questo balletto: il sogno di Clara, il viaggio di una adolescente, tra ombre e luci. Accademismo ma anche verve, tecnica ed espressività teatrale che ben si addicono allo stile del Balletto scaligero, con il quale Nureyev aveva un legame speciale, tanto da destinare alla Scala la maggior parte delle riletture dei classici ed essere lui stesso tante volte in scena al Piermarini a interpretare Drosselmeyer, che si trasforma in uno splendente Principe.

Il balletto ha visto l’avvicendarsi di più protagonisti nel corso delle oltre centoventi recite,  e di tanti allievi della Scuola di Ballo, tutti impegnati nella interpretazione di uno spettacolo corale in perfetto equilibrio tra  tradizione e modernità. A Milano Nureyev ebbe come sua prima Clara Liliana Cosi ma anche Vera Colombo; nella stagione 1970/71 Carla Fracci, che sarebbe diventata la sua partner italiana prediletta; nella stagione 1979/80 Anna Razzi, senza dimenticare Merle Park (che volle alla Scala proprio nel 1977) e Evelyne Desutter che fu anche la sua ultima partner nelle riprese della stagione 1987-1988. Le ultime rappresentazioni dello Schiaccianoci di Nureyev risalgono appunto al dicembre 2006, come titolo di apertura della Stagione 2006/2007; nelle stagioni successive Lo schiaccianoci è stato presentato nella versione firmata da Nacho Duato (in apertura della Stagione 2014/2015 e ripreso la stagione successiva), mentre in apertura  della Stagione 2018-2019, con nuovo allestimento firmato da Margherita Palli, per la prima volta è stata rappresentata alla Scala la storica versione di George Balanchine.

In occasione del ritorno sulla scena della versione di Rudolf Nureyev è prevista l’esposizione nel Ridotto Palchi Arturo Toscanini del corpetto indossato da Nureyev nelle recite dello Schiaccianoci alla Scala e del costume di Carla Fracci nel ruolo di Clara, entrambi realizzati su figurini di Nicholas Georgiadis.

Sara Zuccari

Milano, il Teatro alla Scala in città

Dal 27 settembre al 1 ottobre, il Corpo di Ballo sarà infatti tra i protagonisti di ‘La Scala in città’, che lo scorso anno, alla sua prima edizione, ha riscosso grande entusiasmo e ampissima partecipazione.

Dal 6 al 9 ottobre appuntamento al TAM – Teatro Arcimboldi Milano per rinnovare la collaborazione che lo scorso anno ha visto la Compagnia tornare a danzare su questo importante palcoscenico cittadino: i primi ballerini al gran completo (Antonella Albano, Martina Arduino, Nicoletta Manni, Alice Mariani, Virna Toppi, Marco Agostino, Timofej Andrijashenko, Claudio Coviello, Nicola Del Freo) i solisti e gli artisti del Corpo di Ballo tornano al TAM con ‘Variazioni di bellezza’: tra classici, recenti creazioni e balletti di fresca acquisizione in repertorio, un viaggio nella bellezza della danza e nelle sue variazioni stilistiche, nelle diverse anime della compagnia scaligera, che omaggia la tradizione e si apre alle più interessanti espressioni contemporanee. In scena balletti di Marius PetipaManuel Legris, Patrick de BanaNatalia HorecnaAndrás Lukács.

Quattro serate gratuite in quattro location diverse in giro per la città e nel teatro, per far appassionare il pubblico milanese.

27 settembre alle ore 20.30  Arena Milano Est Al Martinitt in Via Riccardo Pitteri, 60

28 settembre  alle 20.30 ai Bagni Misteriosi in Via Carlo Botta, 18

29 settembre alle 20.30 Allianz Cloud in Piazza Carlo Stuparich, 1

1 Ottobre alle 20 al Teatro alla Scala

Sara Zuccari

IL Teatro alla Scala riparte con due grandi balletti

Mentre prosegue la campagna abbonamenti per la nuova Stagione di Balletto 2022 – 2023, la Compagnia si prepara a suggellare la programmazione in corso con un capolavoro coreografico di John Cranko: dal 14 al 26 settembre tornerà in scena Onegin, esempio perfetto di moderno “dramma in danza” ispirato al romanzo in versi di Aleksandr Puškin¸ che Cranko riscrisse con maestria e sensibilità.  Onegin vedrà nuovamente protagonista la nostra étoile Roberto Bolle assieme a Marianela Nuñezprincipal del Royal Ballet, in quattro delle nove rappresentazioni in cui si alterneranno  gli artisti di punta della Compagnia.

In occasione di questa produzione, il 13 settembre è previsto l’usuale appuntamento per il ciclo Prima delle prime – Balletto:  Alfio Agostini introdurrà il balletto di Cranko incontrando il pubblico su Il recitar danzando. Il 20 settembre, prima della recita, si svolgerà un nuovo incontro del ciclo “Il benessere in scena”, organizzato in collaborazione con Guna: medici, studiosi e artisti dialogano sul tema della fruizione dell’arte e della sua influenza benefica sull’equilibrio psico-fisico della persona.

A settembre e ottobre il Balletto esce dalla Scala per incontrare la città e i cittadini,  e ripartire assieme verso una nuova stagione di danza, con i primi ballerini, i solisti e gli artisti del Corpo di Ballo che ne saranno i protagonisti, e programmi appositamente strutturati dal Direttore Manuel Legris  per metterne in evidenza la versatilità in brani ed estratti da titoli classici e moderni.

Dal 27 settembre al 1 ottobre, il Corpo di Ballo sarà infatti tra i protagonisti di La Scala in città, che lo scorso anno, alla sua prima edizione, ha riscosso grande entusiasmo e ampissima partecipazione. I programmi della edizione 2022 saranno presto comunicati.

Dal 6 al 9 ottobre appuntamento al TAM – Teatro Arcimboldi Milano per rinnovare la collaborazione che lo scorso anno ha visto la Compagnia tornare a danzare su questo importante palcoscenico cittadino: i primi ballerini al gran completo – Antonella Albano, Martina Arduino, Nicoletta Manni, Alice Mariani,  Virna Toppi, Marco Agostino, Timofej Andrijashenko, Claudio Coviello, Nicola Del Freo –  i solisti e gli artisti del Corpo di Ballo tornano al TAM con Variazioni di bellezza: tra classici, recenti creazioni e balletti di fresca acquisizione in repertorio, un viaggio nella bellezza della danza e  nelle sue variazioni stilistiche, nelle diverse anime della compagnia scaligera, che omaggia la tradizione e si apre alle più interessanti espressioni contemporanee. In scena balletti di Marius Petipa, Manuel Legris, Patrick de Bana, Natalia Horecna, András Lukács

Sara Zuccari

La Scala al Festival la Versiliana 2022

La nuova generazione di artisti del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, oggi diretto da Manuel Legris, si sta imponendo sempre più sulla scena internazionale per bellezza, versatilità, bravura.

Pronti ad affrontare sfide complesse – sia nel grande repertorio classico-accademico, sia nelle nuove forme che la danza di oggi assume attraverso creazioni di grandi maestri- gli interpreti scaligeri dimostrano infatti stagione dopo stagione non solo di formare un meraviglioso ensemble, ma anche di essere, individualmente, personalità affascinanti e carismatiche.

Di fatto di possedere quella ‘ star quality ’ che fa di un grande danzatore un vero artista. Ne è perfetta dimostrazione questo Gala di Danza presentato in esclusiva alla Versiliana, in scena il 20 agosto al Teatro Grande,  nel quale l’unicità di questi talenti sarà evidente grazie alla sapiente scelta dei lavori interpretati ma anche per lo special touch che ciascuno di loro sa aggiungere a coreografie ben note: da Nicoletta Manni a Virna Toppi, da Vittoria Valerio a Alice Mariani, da Timofei Andrijashenko a Nicola del Freo, Claudio Coviello Mattia Semperboni e Gabriele Corrado, i primi ballerini e solisti scaligeri protagonisti della serata sono infatti dei veri fuoriclasse, perfetti rappresentanti di un’arte capace di rinnovarsi ed essere eterna allo stesso tempo.

Sara Zuccari

Alla Scala torna “Giselle” con Jacopo Tissi ospite speciale

Dal 9 al 16 luglio ‘Giselle’ riabbraccia il suo pubblico e il Corpo di Ballo si congeda prima della pausa estiva con una produzione che fa parte dalla sua storia e di queste recenti stagioni di ripresa: primo titolo che ha inaugurato nuovamente l’attività di trasferte del Teatro alla Scala (ad aprile al Teatro Comunale di Bologna), balletto che ha segnato un indimenticabile momento di incontro con Carla Fracci e il suo ultimo saluto al palcoscenico scaligero prima della sua scomparsa.  La coreografia di Coralli-Perrot torna sul palcoscenico scaligero, nella ripresa di Yvette Chauviré, che proprio con la cura e la raffinatezza di ruoli come ‘Giselle’ ha esaltato la tradizione classica.

Torna dunque in scena fino al 16 “Giselle”, datato 1841, firmato da Jean Coralli e Jules Perrot su musiche di Adolphe-Charles Adam e proposto nella classica versione di Yvette Chauviré. Alla coppia protagonista della prima di stasera, Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, seguiranno tutti i primi ballerini della Scala (Nicoletta Manni, Martina Arduino, Nicola Del Freo, Vittoria Valerio, Claudio Coviello, Virna Toppi, Marco Agostino), con la partecipazione, il 12 e il 15, in coppia con Manni, di un ospite speciale: Jacopo Tissi, cresciuto al Piermarini e tornato in Italia dopo un’esperienza al top al Bol’šoj e una drammatica fuga da Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina.

Giselle è tra i più classici e iconici balletti dell’ottocento. Il libretto è opera dello scrittore Théophile Gautier e le musiche sono di Adolphe-Charles Adam. Una storia d’amore, tradimento e redenzione, tra feste contadine e lo stuolo delle Willi, affascinanti e spietate, che da sempre commuove e affascina il pubblico, col contrasto tra il mondo solare dei vivi e quello oscuro degli spiriti.

Titolo eterno, in più di due secoli di storia questo balletto rappresenta per gli artisti che lo danzano un’occasione  unica per comprendere la relazione tra tecnica, pantomima e espressività: avere avuto in sala ballo un anno fa Carla Fracci ha dato agli artisti scaligeri una possibilità di approfondimento straordinaria su cui, con emozione, tornare a riflettere preparandoci alle attuali recite. Un viaggio nella femminilità e nel rapporto odierno con il balletto romantico al quale ogni ‘nostra’ ‘Giselle’ darà il suo speciale, intimo tocco.

Sara Zuccari

Grandi ritorni al Teatro alla Scala: Alessandra Ferri e Wayne McGregor

Dopo l’eccezionale successo del suo balletto Woolf Works nel 2019, Wayne McGregor torna al Teatro alla Scala nel giugno del 2022 con AfteRite + LORE, un dittico di lavori che reimmaginano le iconiche opere di Igor’ Stravinskij Le Sacre du printemps e Les noces .

AfteRite vedrà il ritorno di Alessandra Ferri (nelle recite del 24, 29 giugno, 6 e 7 luglio) alla Scala di cui è stata prima ballerina assoluta, e che ha creato il ruolo della Madre in occasione della prima all’American Ballet Theatre nel 2018 (fu anche protagonista in Woolf Works), mentre il secondo titolo, LORE, sarà una prima mondiale creata da McGregor sui ballerini della Compagnia scaligera.

Originariamente ispirato a “Silent Spring” – fondamentale libro di Rachel Carson sull’impatto dei pesticidi prodotti dall’uomo sulla natura – AfteRite è ambientato in un arido paesaggio alieno che evoca il clima estremo del deserto di Atacama in Cile, dove una colonia di esseri umani lotta per il cibo e la sopravvivenza contro una natura inesorabile. Nella rivisitazione moderna di McGregor, la storia del sacrificio rituale di Stravinskij viene rivisitata dal punto di vista della Madre, che deve scegliere ciò che ha di più caro e ciò che è disposta a perdere.

Raccolta di frammenti tratti da rituali nuziali della tradizione slava,  Les noces  di Stravinskij fu composta dieci anni dopo il suo capolavoro modernista La Sagra. Scritto per quattro pianoforti, quattro voci,  percussioni e  coro,  evidenzia il procedere di Stravinskij verso un suono più meccanico e impersonale – un senso della vita umana guidato da un potere esterno. In LORE – il titolo si riferisce a un corpus collettivo di conoscenze, tradizioni popolari e storie – McGregor esplora il difficile connubio degli esseri umani con la natura e la tecnologia attraverso un prisma di rituali frammentati che si intrecciano tra tempi e tradizioni. Le consuetudini si spezzano, si intrecciano e rinascono mentre una generazione lascia il posto a un’altra, il sacro si ricostituisce continuamente. Scartiamo e ricordiamo.

Nato nel 1970, il pluripremiato coreografo e regista britannico Wayne McGregor è noto a livello internazionale per le innovazioni pionieristiche nella performance che hanno radicalmente ridefinito la danza nell’era moderna. Spinto da un’insaziabile curiosità per il movimento e il suo potenziale creativo, i suoi esperimenti lo hanno portato a collaborare con una varietà di discipline artistiche, scientifiche e tecnologiche. Le opere sorprendenti e multidimensionali nate da queste interazioni hanno proiettato McGregor in una posizione di primo piano nelle arti contemporanee da quasi trent’anni.

Sara Zuccari

La scuola di ballo del Teatro alla Scala in scena in ricordo di Loreta Alexandrescu

Il 15 e il 17 maggio ( ore 20) il Teatro alla Scala accoglie gli allievi della Scuola di Ballo e dell’Orchestra della sua Accademia, sotto la direzione di Pietro Mianiti, per uno spettacolo che li mette alla prova nell’esecuzione di coreografie del grande repertorio neoclassico e in nuove creazioni. Lo spettacolo è dedicato alla memoria di Loreta Alexandrescu, insegnante della scuola di ballo, scomparsa prematuramente lo scorso mese di febbraio, alla quale l’Accademia ha deciso di intitolare le borse di studio del Dipartimento Danza, a cui chiunque potrà contribuire anche con un piccolo gesto, grazie alla nuova sezione online del sito dedicata alle donazioni nell’ambito della prima campagna di digital fundraising ‘Aiutiamoli a sognare’.

Nata in Romania, Loreta Alexandrescu aveva presto intrapreso una brillante carriera come ballerina professionista nel suo paese. Giunta in Italia alla fine degli anni ’70, aveva sin da subito affiancato all’attività artistica l’insegnamento per il quale dimostrava doti rare. Approdata alla Scuola di Ballo scaligera nel 1988, ha formato generazioni di ballerini che oggi, forti del suo magistero, sono diventati grandi interpreti sui palcoscenici più importanti del mondo. Lo spettacolo si apre con la presentazione ideata da Frédéric Olivieri sulle note del Concerto per due violini e orchestra in re minore di Johann Sebastian Bach. Violini solisti, Paloma Martin e Da Won Ghang, allieve della stessa orchestra, che in più occasioni si sono distinte come brillanti spalle.

La presentazione consente di dimostrare i diversi livelli tecnici e interpretativi raggiunti dagli allievi a seconda del corso frequentato fra gli otto in cui si articola il loro percorso formativo. Per alcuni dei danzatori più piccoli si tratta del debutto assoluto sul palcoscenico. In particolare, per le sei bimbe ucraine – Polina, Aleksa, Daria, Olha, Mariia, Sofiia – che l’Accademia ha accolto dallo scoppio della guerra non solo offrendo loro l’opportunità di frequentare gratuitamente la scuola di ballo, ma fornendo anche un sostegno concreto alle loro famiglie. Grazie al contributo della Comunità di Sant’Egidio e all’Associazione di Comunità Spazio Aperto e grazie a una raccolta fondi a cui hanno contribuito i mecenati e gli stessi dipendenti dell’Accademia, sono stati trovati per loro degli alloggi, sono state inserite nelle scuole statali e sono state predisposte lezioni di lingua italiana per le famiglie.

Lo spettacolo prosegue con due pezzi affidati a due coreografi italiani. Il primo porta la firma di Matteo Levaggi, danzatore e coreografo di grande esperienza, che della contaminazione fra molteplici linguaggi artistici ha fatto una delle sue cifre stilistiche. Si tratta di una delle sue creazioni più conosciute, ‘Largo’, andata in scena per la prima volta nel 2007 per il ‘Gala des Etoiles du XXI siècle’ al Théâtre des Champs-Elysées a Parigi su musiche di Šostakóvič per i due danzatori Céline Cassone e Bruno Roy, pezzo entrato poi a far parte del repertorio del Ballet du Grand Théâtre de Genève. Levaggi aveva ideato il pezzo inserendo una forte componente contemporanea, pur avendolo pensato per danzatori dalla forte matrice classica.

Oggi il coreografo aggiunge una figura maschile, scegliendo un’altra composizione musicale, la Suite n. 1 in sol maggiore per violoncello solo di Johann Sebastian Bach, che verrà eseguita sul palcoscenico da Sofia Bellettini, ex allieva del Corso per professori d’orchestra. Della seconda creazione è autore Valentino Zucchetti, formatosi fra la scuola scaligera e la Royal Ballet School, oggi first soloist del Royal Ballet, che si è già fatto notare per diverse esperienze coreografiche per le quali ha ricevuto numerosi riconoscimenti, non ultima Anemoi, andata in scena in prima mondiale alla Royal Opera House nel 2021 con notevole successo. La creazione appositamente pensata per la scuola di ballo, dal titolo Canone Allegro, impegna sul primo movimento del Concerto per violino e orchestra, op. 64 di Felix Mendelssohn-Bartholdy quattordici danzatori, undici ragazzi e tre ragazze di età compresa fra i 16 e i 18 anni, dal VI all’VIII corso, in un susseguirsi di passi che richiedono grandi doti tecniche ed espressive.

Si chiude con ‘Serenade’, uno dei balletti più noti di George Balanchine, su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, ripreso da Patricia Neary, che dopo la brillante carriera come solista del New York City Ballet sotto l’egida dello stesso Balanchine ne ha raccolto l’eredità, riproponendone in tutto il mondo gli allestimenti.

Sara Zuccari

La Scuola di ballo del Teatro alla Scala in scena al Piccolo

 

Dal 27 al 30 aprile 2022 si rinnova l’annuale appuntamento della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala sul palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano-Teatro Strehler. Gli allievi della Scuola scaligera, diretti da Frédéric Olivieri, si cimenteranno nell’interpretazione di pagine del repertorio neoclassico e contemporaneo.

Lo spettacolo si apre con la Presentazione ideata da Frédéric Olivieri sulle note del Concerto per due violini e orchestra in re minore di Johann Sebastian Bach. La presentazione consente agli allievi di dimostrare i diversi livelli tecnici e interpretativi raggiunti a seconda del corso frequentato fra gli otto in cui si articola il loro percorso formativo.

Seguono due creazioni firmate da due artisti della scena contemporanea.

La prima è uno dei pezzi più noti di Matteo Levaggi, danzatore, coreografo eclettico e versatile, da sempre aperto alla contaminazione fra diversi linguaggi artistici.  Si tratta di Largo, ideato nel 2007 per il Ballet du Grand Théâtre de Genève su musiche di Šostakóvič, per due grandi ballerini come Céline Cassone e Bruno Roy. Il balletto, andato in scena per la prima volta a Parigi, quindi a Miami e New York fra gli altri, è nato per danzatori dalla forte formazione classica, ma vira verso un vocabolario di movimento più contemporaneo. Oggi Levaggi aggiunge una figura maschile, scegliendo un’altra composizione musicale, la Suite n. 1 in sol maggiore per violoncello solo di Johann Sebastian Bach. È lo stesso Levaggi a sottolineare come tali cambiamenti gli abbiano permesso di “rigenerare i passi originali del balletto infondendo più energia e facendo un lavoro più ampio nello spazio, con una nuova musicalità, una nuova vita”. Prosegue Levaggi: “Devo dire che lavorare con giovani danzatori ha sempre fatto parte del mio percorso artistico, sin dall’esperienza al Balletto Teatro di Torino e ho spesso ideato delle creazioni per dei ballerini all’inizio della loro carriera. Riprendere oggi per i ragazzi dell’Accademia scaligera un pezzo per me così fortunato, che ha segnato il momento in cui mi sono reso conto che la coreografia sarebbe stata il mio lavoro e consegnarlo loro in una nuova veste mi dà profonda gioia. Mi piace trattare questi danzatori come fossero già dei professionisti, lasciandoli anche liberi di esprimersi affinché possano smuovere qualcosa nel loro corpo e nella loro mente, cosicché il loro impegno non rimanga sul piano prettamente didattico, ma si trasformi già in un lavoro artistico”.

La seconda creazione è stata affidata a Valentino Zucchetti, formatosi fra la scuola scaligera e la Royal Ballet School, oggi First Soloist del Royal Ballet, che si è già distinto per diverse esperienze coreografiche per le quali ha ricevuto numerosi riconoscimenti, non ultima Anemoi, andata in scena in prima mondiale alla Royal Opera House nel 2021 con notevole successo. La creazione appositamente pensata per la Scuola di Ballo, dal titolo Canone Allegro, impegna sul primo movimento del Concerto per violino e orchestra, op. 64 di Felix Mendelssohn-Bartholdy quattordici danzatori, undici ragazzi e tre ragazze di età compresa fra i 16 e i 18 anni, dal 6° all’8° corso, in un susseguirsi di passi che richiedono grandi doti tecniche ed espressive. Come ha affermato Zucchetti “la scelta di una coreografia “a canone”, interessante perché permette di cavalcare l’onda di certe strutture musicali, nasce dalla volontà di portare i ragazzi a un livello tecnico superiore, stimolandone soprattutto le capacità interpretative e chiedendo loro di danzare con vibrante energia come richiede la musica di Mendelssohn-Bartholdy caratterizzata da un ritmo molto incalzante”. “Ho voluto” continua Zucchetti “accompagnare gli allievi in un percorso di crescita, aiutandoli non solo a comprendere ogni passo, ogni sequenza, prendendoli per mano, ma anche ad affrontare la scena dal punto di vista psicologico, soprattutto dopo due anni in cui tale crescita è stata molto rallentata a causa della sosta forzata per la pandemia. Vedere il loro progresso in queste settimane di lavoro mi ha colpito tantissimo”. La Masterclass di preparazione a Canone Allegro è stata sostenuta da Equita, banca d’affari indipendente italiana.

Si chiude con Serenade, uno dei balletti più conosciuti di George Balanchine, su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, ripreso da Patricia Neary, che dopo la brillante carriera come solista del New York City Ballet sotto l’egida dello stesso Balanchine ne ha raccolto l’eredità, riproponendone in tutto il mondo gli allestimenti. La scuola aveva già interpretato il celebre balletto nel 2013 e nel 2014.

George Balanchine crea Serenade sulle note dell’omonima composizione di Čajkovskij Serenata in do maggiore per orchestra d’archi, op. 48 nel 1934 per gli allievi della School of American Ballet, appena fondata con Lincoln Kirstein e Edward M. M. Warburg ed è il primo balletto a serata intera che porta la sua firma a distanza di pochissimi mesi dal suo arrivo negli Stati Uniti. Balanchine, volendo infondere al balletto una vena malinconica, inverte l’ordine dei movimenti musicali spostando il terzo, Elegia, alla fine.

Serenade, che costituisce uno degli esempi più alti del suo stile, vede 28 ballerini in costumi celesti danzare davanti a un fondale della medesima tonalità. Come lui stesso scriveva in Complete Stories of the Great Ballets: “Per Serenade molti pensano che ci sia una storia nascosta nel balletto. Non c’è. Sono semplicemente danzatori in movimento su un bel pezzo di musica. L’unica storia è la storia della musica, una serenata, una danza, se si preferisce, al chiaro di luna”.

Gli allievi torneranno sul palcoscenico il 15 e 17 maggio. E sarà il Teatro alla Scala ad ospitare lo spettacolo della Scuola di Ballo, con l’Orchestra dell’Accademia diretta da Pietro Mianiti.

Sara Zuccari

Buon compleanno a Roberto Bolle!

Roberto Bolle è senz’altro oggi il ballerino più conteso dai teatri e dai coreografi di tutto il mondo e non potrebbe essere diversamente quando si nasce con un talento come il suo e lo si coltiva con tanta cura e dedizione. E’ nato a Casale Monferrato il 26 marzo del 1975 ed ha iniziato giovanissimo i suoi studi nella Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano: “La carriera nel mondo della danza si sviluppa prestissimo, da giovanissimo. Bisogna sviluppare doti da atleta, curare l’interpretazione e lo studio. Dopo i 40 anni c’è un evitabile declino fisico. La carriera è breve, bisogna darsi da fare per dare il massimo molto presto”.

Il primo a notarlo fu il più grande danzatore della storia, Rudolf Nureyev, che gli affidò il ruolo di Tadzio nell’opera “Morte a Venezia” di Benjamin Britten.

Roberto aveva solo 15 anni e un futuro da stella davanti a sé. L’incontro con Nureyev è stato determinante: “Mi ha dato soprattutto dei consigli tecnici, correggendomi alla sbarra e in alcuni esercizi. In un certo senso, mi ha aggiustato l’impostazione di base. Ero molto giovane e ne avevo davvero un grande bisogno”.

Nel 1990 ha ricevuto numerosi riconoscimenti, nazionali e internazionali, come promessa della danza italiana. Nel 1994, appena diplomato, entrò nel corpo di ballo del Teatro alla Scala e soli due anni dopo venne nominato primo ballerino da Elisabetta Terabust, stella lucente della danza, allora direttrice del ballo; fu un evento storico perché alla Scala non era mai successo che un danzatore ricevesse tale nomina a soli 21 anni. Ma la sua ascesa continuò in maniera fulminea e senza tregua; rinunciò, infatti, poco dopo a tale contratto sicuro per diventare “freelance”, ospite della Scala. In questo modo poteva esibirsi nei diversi teatri del mondo e con le migliori compagnie: Teatro dell’Opera di Roma, Teatro San Carlo di Napoli, Royal Ballet di Londra, New York City Ballet, Tokio Ballet, ecc….

Tuttavia, la sua compagnia di adozione è senz’altro il Royal Ballet, rinomata per la poliedricità dei suoi artisti, dotati sia di un’ottima tecnica che di una grande capacità di interpretazione drammatica. Questo suo legame con Londra è un elemento che lo avvicina a Rudolf Nureyev: “Abbiamo in comune una città: Londra. Infatti anche Nureyev ha trovato una consacrazione internazionale proprio nella capitale inglese, come è accaduto a me. E’ qui che ho trovato un grande affetto da parte del pubblico”.

Ha interpretato i ruoli principali in molti balletti del repertorio classico: “Giselle”, “Il Lago dei Cigni”, “La Baiadera”, “Lo Schiaccianoci”, “Don Chisciotte”, “Romeo e Giulietta”, ecc…

Riconosciuto da tempo come il principe della danza per la sua strabiliante tecnica e per la sua bellezza scenica, Roberto Bolle ricopre spesso il ruolo da principe poiché gli calza a pennello. D’altra parte il suo fisico scultoreo incarna perfettamente l’ideale della bellezza classica e i suoi grandi occhi chiari, su un volto dai lineamenti estremamente delicati, esaltano questo suo aspetto naturale da “Principe Azzurro”. Commenta così il fatto che spesso i critici parlino più del suo aspetto fisico che della sua tecnica (eccelsa!): “Il fisico, nella danza è fondamentale per aggiungere credibilità al personaggio”.

Ma, nonostante egli sappia di avere un talento e una vita fuori dal comune, eccezionale, conserva una grande umiltà, sa essere critico verso se stesso, mettersi in discussione e rinnovarsi continuamente. Afferma infatti: “Ho già interpretato la maggioranza dei balletti che volevo fare. Ora mi sto concentrando a trovare nuove sfumature per dare al pubblico nuove emozione” e confessa: “Nella carriera di un danzatore è importante interpretare anche ruoli poco congeniali. Bisogna ampliare la sfera delle interpretazioni”.

Si è distinto anche nei ruoli neoclassici di “Agon”, “Ciaikovskij Pas de Deux”, “Apollon Musagète” e in alcune coreografie di William Forsythe come “In the Middle somewhat” (“la danza astratta mi è congeniale perché ha la necessità di maggiore plasticità e fisicità”).

Molti coreografi contemporanei hanno creato per lui dei balletti: Derek Deane, direttore dell’English National Ballet, Il lago dei Cigni e Romeo e Giulietta diRoberto Zanella, direttore dell’Opera di Vienna, un assolo sull’Ave Verum di Mozart e di recente la Giselle del coreografo, svedese, Mats Ek al Teatro San Carlo di Napoli.

E’ Stato ospite di eventi importanti: al Bolshoi per la celebrazione del 75° anniversario di Maya Plitseskaya, al Golden Jubilee della Regina Elisabetta a Buckingam Palace nel 2002.

Dal 1999 è “Ambasciatore di buona volontà” per l’Unicef.

Tra le numerose e illustri partners con cui ha ballato ricordiamo: Carla Fracci, Alessandra Ferri, Sylvie Guillem, Viviana Durante, Svetlana Zakarova, Tamara Rojo, Darcey Bussell, Laura Comi, ecc.

Nonostante trascorra la maggior parte delle sue giornate tra lezioni e prove in teatro, nel tempo libero ama andare in teatro a vedere i musicals, soprattutto quelli londinesi, la sua seconda passione “sono un mix di teatro, danza, musica, interpretazione, quindi mi interessano anche per la mia professione”. Quando si trova a Milano, ama anche andare a nuotare, lo trova un modo per rilassarsi. Una curiosità: ha un fratello gemello…ma sono eterozigoti!!!

Nel 2004, balla sul sagrato di Piazza San Pietro al cospetto del Papa in occasione della Giornata Mondiale della gioventù.

Nel giugno 2007 è il primo italiano invitato a danzare al Metropolitan di New York. Nel 2008 ha portato con enorme successo il suo Gala “Roberto Bolle and Friends” in luoghi finora sconosciuti dalla danza: il sagrato del Duomo di Milano e piazza Plebiscito di Napoli, dove è stato seguito da un pubblico di migliaia di persone. Con la collaborazione del FAI ha inoltre realizzato spettacoli eccezionali al Colosseo di Roma e nella Valle dei Templi di Agrigento, nello spazio antistante il suggestivo Tempio della Concordia.

Recentemente la sua performance nella Giselle, di Mats Ek, al San Carlo di Napoli, che lo ritraeva in alcune scene completamente nudo è stato uno dei video più cliccati su youtube degli ultimi tempi.

E alla domanda: “che cos’è per Roberto Bolle la danza?”

Lui risponde così: “La danza è quello che ho sempre desiderato fin da bambino, ho la fortuna di poterlo fare e spero di continuare ancora per molto. La danza è la mia vita e tutta la mia vita è dedicata alla danza”.

Sara Zuccari