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Alessandra Ferri sarà la nuova direttrice del Wiener Staatballett a partire dal primo settembre 2025 .
A settembre 2025, Alessandra Ferri prenderà il posto di Martin Schläpfer alla guida del Balletto di Stato di Vienna. Lo hanno annunciato il Direttore dell’Opera di Vienna, Bogdan Rošcic, e la Direttrice della Volksoper, Lotte de Beer. Ferri è riuscita a prevalere sugli altri 39 candidati grazie alla sua visione artistica e ai suoi piani per lo sviluppo futuro del Balletto di Stato di Vienna, come è stato dichiarato durante una conferenza stampa.
“I colloqui con lei sono stati particolarmente stimolanti per me e Lotte de Beer”, ha detto Rošcic. “L’abbiamo trovata incredibilmente analitica durante i colloqui”. Ferri si è detta “incredibilmente onorata” del nuovo incarico. “È come se tutti i miei sogni si fossero avverati e che ora fosse il momento giusto per condividere la mia esperienza”.
Il Premio Positano Léonide Massine per l’arte della danza, il riconoscimento più antico del mondo, festeggia i suoi 50 anni con il ritorno del tradizionale Gala sul palcoscenico della Spiaggia Grande, mercoledì 31 agosto ore 21, edizione speciale celebrativa che vedrà il ritorno dal vivo dei danzatori – stelle e principals di grandi compagnie internazionali.
Interamente finanziato e organizzato dal Comune di Positano, con la direzione artistica di Laura Valente, il Positano Léonide Massine 50/ma edizioneassegna il premio alla carriera all’ étoile internazionale Alessandra Ferri, icona italiana dell’arte della danza nel mondo per lo straordinario e poliedrico percorso artistico, per la sua lunga e ancora attiva carriera di interprete che ne fa una delle più complete e versatili protagoniste della scena.
Nell’eccezionale palinsesto dei “Positano 50” artisti provenienti da tutto il mondo, delle compagnie più prestigiose, presenteranno una performance speciale pubblica: il portoghese Antonio Casaliño (Bayerisches StaatsBallett) in duo con Margarita Fernándes, Jacopo Bellussi e la danese Ida Praetorius (Hamburg Ballet), l’argentina Ana Sophia Scheller (Balletto Nazionale dell’Ukraina), gli italiani Matteo Miccini (Stuttgart Ballet), Stanislao Capissi (Teatro San Carlo, Napoli) in duo con Claudia D’Antonio, Jacopo Tissi (Teatro alla Scala di Milano) e Luigi Crispino (Teatro del Balletto Americano). E ancora il basco Aitor Arrieta e l’ucraina Katja Khaniukova (English National Ballet, Londra), la giapponese Ohashi Mari con il belga Guilliams Kwinten (Béjart Ballet Lausanne). A cui si aggiungerà il flamenco travolgente di Rocío Molina, danzatrice e corografa, Leone d’Argento a La Biennale Danza di Venezia 2022.
PREMIO LUCA VESPOLI a Jacopo Tissi: nello spirito del Massine – Il premio Luca Vespoli, dedicato alle personalità che si sono distinte nella promozione dell’arte della danza in tutto il mondo, è stato assegnato eccezionalmente quest’anno a un danzatore: Jacopo Tissi (Premio Positano danzatori italiani nel 2019) torna, per i 50 anni del Premio Massine, a ricevere il Vespoli, rappresentando così perfettamente lo spirito del Massine Positano, che ha tra gli obiettivi proprio quello di segnalare talenti, accanto alle leggende della danza, per farli poi tornare nel corso della loro carriera. Tissi, diploma alla Scala di Milano, ingaggi al Balletto dell’opera di Vienna, primo italiano a ricevere il riconoscimento di étoile nella storia del Bolshoi, tempio russo della danza ha lasciato Mosca in aperto dissenso con l’invasione dell’Ucraina. Al ritorno lo ha accolto la “sua casa”, nominandolo Primo ballerino ospite del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.
Il Premio Vespoli per i più giovani viene assegnato a Luigi Crispino, classe ’97, “speranza” al Massine nel 2017, formazione tutta campana al teatro di San Carlo, dal 2021 fa parte dell’American Ballet Theatre a New York.
Il 30 agosto, presso la sede dell’ufficio del Turismo di Positano (ore 18), intitolazione della sede a Luca Vespoli con il sindaco Giuseppe Guida e i premiati.
BALLET FOR PEACE – Alessio Carbone (premio Massine al merito nel 1997 ed al valore nel 2006, Opéra de Paris), che riceve il riconoscimento speciale del Comune di Positano per aver ideato ‘Ballet for Peace’, che ha unito nel nome della pace artisti per la prima volta insieme sul palcoscenico del Teatro di San Carlo.
I premiati si ritroveranno il 30 agosto per una giornata celebrativa sull’isola de Li Galli, che fu l’amata residenza di Massine e di Nureyev.
I PREMIATI
Antonio Casaliño (Bayerisches StaatsBallett), Jacopo Bellussi e Ida Praetorius (Hamburg Ballet), Aitor Arrieta e Katja Khaniukova (English National Ballet, Londra), Ohashi Mari e Guilliams Kwinten (Béjart Ballet Lausanne), Jacopo Tissi (Teatro alla Scala, Premio Vespoli), Luigi Crispino (American Ballet Theatre, Premio Vespoli), Stanislao Capissi (Teatro San Carlo, Napoli), Ana Sophia Scheller (Balletto Nazionale dell’Ukraina), Matteo Miccini (Stuttgart Ballet), Alessio Carbone (Opéra de Paris, per Ballet for Peace, assegnato dal Comune di Positano). Premio alla Carriera Alessandra Ferri.
Una vera e propria festa della danza per la conclusione della ventinovesima edizione del Festival Civitanova Danza – dedicato al maestro Enrico Cecchetti, promosso da Comune di Civitanova, Azienda Teatri di Civitanova e Amat con il sostegno di Regione Marche e MiC – giovedì 4 agosto, con Alessandra Ferri, icona della danza mondiale che celebra i quarant’anni di carriera interpretando Winnie in L’heure exquise, basato su Oh, les beaux jours (Giorni felici), uno dei momenti più alti del teatro di Samuel Beckett. Accanto a lei sul palcoscenico del teatro Rossini, sommersa qui non dalla famosa collina di sabbia bensì da una montagna di vecchie scarpette da punta, il talentuoso danzatore del Royal Ballet Thomas Whitehead.
“Non ho avuto dubbi, ho sentito che era quello il ruolo che cercavo. Per me un altro personaggio femminile – dichiara Alessandra Ferri -, come sono state Virginia Woolf, Eleonora Duse e la Léa di Chéri, donne straordinarie che appartengono a questo secondo capitolo della mia vita. Nel 2021 sono 40 anni da quando sono entrata al Royal Ballet a Londra iniziando così il mio viaggio artistico. Per celebrare e festeggiare con il pubblico questo traguardo cercavo un ruolo significativo, mai interpretato, giusto ed emozionante per l’artista che sono ora. Riordinando il mio archivio ho trovato una pagina che parlava di un lavoro di Maurice Béjart basato su uno straordinario testo di Samuel Beckett, Giorni Felici. Un caso? Mi piace pensare piuttosto a un “segno”, una concatenazione di date, anniversari, emozioni: ho scoperto che nel 2021 saranno 60 anni da quando Beckett scrisse il famoso play. Il ruolo della protagonista, immaginato da Béjart nel 1998 è assolutamente fantastico, la sua Winnie è una ballerina âgée che nella sua malinconica solitudine vive nei gioiosi ricordi dei suoi giorni felici, il suo Willy, è un suo ex-partner e la famosa collina di sabbia che la sommerge è una montagna di vecchie scarpette da punta”.
Tutti i grandi musicisti hanno fatto delle “variazioni“ su un tema di un altro grande. Variazioni di Brahms su un tema di Haydn, di Chopin su un tema di Mozart, di Beethoven su Diabelli, e così via. Io – scriveva Maurice Bèjart – mi sono permesso di lavorare su una pièce tra le più importanti del ventunesimo secolo, Oh,les beaux jours!. In verità non si tratta di un adattamento danzato ma di un lavoro di composizione fedele allo spirito dell’autore e tuttavia nel contesto di una creatività puramente astratta e coreografica. La musica è un montaggio su temi di Webern in primo luogo, ma anche di Mahler e di Mozart. I pochi testi sono delle parole pronunciate da una ballerina nel momento della danza o del riposo. Infine il silenzio: l’elemento principe di questa liturgia”.
Dopo l’eccezionale successo del suo balletto Woolf Works nel 2019, Wayne McGregor torna al TeatroallaScala nel giugno del 2022 con AfteRite + LORE, un dittico di lavori che reimmaginano le iconiche opere di Igor’ StravinskijLe Sacre du printemps eLes noces .
AfteRite vedrà il ritorno di Alessandra Ferri (nelle recite del 24, 29 giugno, 6 e 7 luglio) allaScala di cui è stata prima ballerina assoluta, e che ha creato il ruolo della Madre in occasione della prima all’American Ballet Theatre nel 2018 (fu anche protagonista in Woolf Works), mentre il secondo titolo, LORE, sarà una prima mondiale creata da McGregor sui ballerini della Compagnia scaligera.
Originariamente ispirato a “Silent Spring” – fondamentale libro di Rachel Carson sull’impatto dei pesticidi prodotti dall’uomo sulla natura – AfteRite è ambientato in un arido paesaggio alieno che evoca il clima estremo del deserto di Atacama in Cile, dove una colonia di esseri umani lotta per il cibo e la sopravvivenza contro una natura inesorabile. Nella rivisitazione moderna di McGregor, la storia del sacrificio rituale di Stravinskij viene rivisitata dal punto di vista della Madre, che deve scegliere ciò che ha di più caro e ciò che è disposta a perdere.
Raccolta di frammenti tratti da rituali nuziali della tradizione slava, Les noces di Stravinskij fu composta dieci anni dopo il suo capolavoro modernista La Sagra. Scritto per quattro pianoforti, quattro voci, percussioni e coro, evidenzia il procedere di Stravinskij verso un suono più meccanico e impersonale – un senso della vita umana guidato da un potere esterno. In LORE – il titolo si riferisce a un corpus collettivo di conoscenze, tradizioni popolari e storie – McGregor esplora il difficile connubio degli esseri umani con la natura e la tecnologia attraverso un prisma di rituali frammentati che si intrecciano tra tempi e tradizioni. Le consuetudini si spezzano, si intrecciano e rinascono mentre una generazione lascia il posto a un’altra, il sacro si ricostituisce continuamente. Scartiamo e ricordiamo.
Nato nel 1970, il pluripremiato coreografo e regista britannico Wayne McGregor è noto a livello internazionale per le innovazioni pionieristiche nella performance che hanno radicalmente ridefinito la danza nell’era moderna. Spinto da un’insaziabile curiosità per il movimento e il suo potenziale creativo, i suoi esperimenti lo hanno portato a collaborare con una varietà di discipline artistiche, scientifiche e tecnologiche. Le opere sorprendenti e multidimensionali nate da queste interazioni hanno proiettato McGregor in una posizione di primo piano nelle arti contemporanee da quasi trent’anni.
Alessandra Ferri celebra i quarant’anni di carriera interpretando Winnie, la ballerina âgée immaginata da Béjart. Nella sua malinconica solitudine, il personaggio vive il ricordo dei giorni felici: Willy è un suo ex-partner, mentre la collina di sabbia che la sommerge è una montagna di vecchie scarpette da punta.
Con L’heure exquise, basato su Oh, les beaux jours (Giorni felici), uno dei momenti più alti del teatro di Samuel Beckett, Alessandra Ferri celebra i quarant’anni di carriera interpretando Winnie – la ballerina “âgée” immaginata nel 1998 da Maurice Béjart – che, nella sua malinconica solitudine, vive nei gioiosi ricordi di giorni felici. Willy, impersonato da Thomas Whitehead, è un ex-partner di Lei, sommersa qui non dalla famosa collina di sabbia, bensì da una montagna di vecchie scarpette da punta. È un altro personaggio femminile per Alessandra Ferri, dopo Virginia Woolf, Eleonora Duse e Léa di Chéri, tutte donne eccezionali che appartengono a questo capitolo della sua vita. Scrive Béjart: «Tutti i grandi musicisti hanno fatto delle “variazioni” su un tema di un altro grande… Io mi sono permesso di lavorare su una pièce tra le più importanti del ventunesimo secolo. In verità non si tratta di un adattamento danzato, ma di un lavoro di composizione fedele allo spirito dell’autore e tuttavia nel contesto di una creatività puramente astratta e coreografica. La musica è un montaggio su temi di Webern, in primo luogo, ma anche di Mahler e Mozart. I pochi testi sono le parole pronunciate da una ballerina nel momento della danza o del riposo. Infine, il SILENZIO: l’elemento principe di questa liturgia».
Dal 20 al 22 aprile al Teatro Strehler di Milano L’heure exquise.
Gala Fracci sarà in scena sabato 9 aprile e vedrà protagonisti i primi ballerini, i solisti, il corpo di ballo della Scala e straordinari ospiti del calibro di Alessandra Ferri, Marianela Nuñez, Olga Smirnova, Svetlana Zakharova, Roberto Bolle, Carsten Jung.
Carla Fracci è stata e rimane una figura cardine della storia della danza, personaggio di riferimento per il Teatro alla Scala e per tutta la cultura italiana. Una storia di talento, ostinazione e lavoro che ha ispirato e tuttora ispira generazioni di giovani, non solo nel mondo del balletto.
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Prima edizione
Direttore Manuel Legris
Artisti ospiti: Alessandra Ferri, Marianela Nuñez, Olga Smirnova, Svetlana Zakharova, Roberto Bolle, Carsten Jung
Direttore Valery Ovsyanikov
Luci Marco Filibeck
PROGRAMMA da Giselle
coreografia Jean Coralli-Jules Perrot, ripresa di Yvette Chauvirè, musica Adolphe Adam
Dall’Atto II: Myrtha e le Willi Alice Mariani Alessandra Vassallo, Agnese Di Clemente e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
da Excelsior
coreografia Ugo Dell’Ara, musica Romualdo Marenco
(musica su base registrata)
Passo a due dall’Atto II Virna Toppi, Mattia Semperboni
da Chéri
balletto di Roland Petit, musica Francis Poulenc
(musica su base registrata)
Passo a due dal quadro secondo Emanuela Montanari, Nicola Del Freo
da Romeo e Giulietta
coreografia Rudolf Nureyev, musica Sergej Prokof’ev
Pas de deux dall’Atto I Vittoria Valerio, Claudio Coviello
da L’heure exquise
regia e coreografia Maurice Béjart, musica Gustav Mahler
Variazioni su un tema di Samuel Beckett (Oh, les beaux jours)
Estratto Alessandra Ferri, Carsten Jung
da La vedova allegra
coreografia Ronald Hynd,
per gentile concessione di The Australian Ballet
musica Franz Lehár
Passo a due dall’Atto III Marianela Nuñez, Roberto Bolle
da Lo schiaccianoci
coreografia e regia Rudolf Nureyev, musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Dall’Atto II : Valzer dei fiori e Grand pas de deux Corpo di Ballo del Teatro alla Scala Nicoletta Manni, Timofej Andrijashenko
da La strada
coreografia Mario Pistoni, musica Nino Rota
(musica su base registrata e musica con l’orchestra)
Ensemble Alessandra Vassallo, Gioacchino Starace e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Passo a due Antonella Albano, Massimo Garon
da La Péri
coreografia Jean Coralli, ripresa Loris Gai, musica Friedrich Burgmüller
Passo a due Martina Arduino, Marco Agostino
Cachucha
coreografia da Jean Coralli, musica Casimir Gide Caterina Bianchi
da La Bella addormentata nel bosco
coreografia e regia Rudolf Nureyev, musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Adagio della Rosa – dall’Atto I Marianela Nuñez Gabriele Corrado, Christian Fagetti, Edoardo Caporaletti, Navrin Turnbull
da Onegin
balletto di John Cranko, musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Arrangiamento e orchestrazione di Kurt-Heinz Stolze
Passo a due dell’Atto I, secondo quadro Olga Smirnova – Roberto Bolle
La morte del cigno
coreografia Mikhail Fokin, musica Camille Saint-Saëns Svetlana Zakharova
Alessandra Ferri è oggi considerata Internazionalmente una delle più importanti ballerine del mondo e orgoglio della nostra nazione.
I primi passi di danza li fece alla Scuola del Teatro alla Scala di Milano, ma, dai 15 anni in poi studiò presso la Royal Ballet School. A soli 19 anni era già Principal Dancer del Royal.
Domanda di rito, come è nata per Alessandra Ferri la passione per la danza?
È nata con me, credo. Mi ricordo che sin da piccola, avevo tre anni, in casa inventavo delle coreografie con la musica. Era tutto talmente naturale e spontaneo, sono sicura che la danza sia una passione innata dentro di me. Poi mi fece scattare la scintilla il primo balletto che vidi a Monza, dove i miei genitori si erano trasferiti, alla visione rimasi folgorata e chiesi alla mia famiglia di essere iscritta ad una scuola di ballo.
Fu infatti prescelta da Sir Kenneth MacMillan come protagonista dei suoi balletti Romeo e Giulietta, Manon, Mayerling. La Ferri si rivelò subito un’interprete eccezionale. In lei tutto parla, ogni gesto, ogni sguardo, ogni movimento; tutto è messo la servizio del ruolo che deve interpretare, non si risparmia in nulla, pur di rendere credibile il suo personaggio ed emozionare il pubblico, emozionandosi lei stessa per prima.
A soli diciannove anni diventa la principal dancer del Royal Ballet. Una grande responsabilità!
Una responsabilità enorme direi, ma ricordo di quegli anni la forte dedizione che avevo per raggiungere la mia missione. Certo è che non ho vissuto la mia adolescenza perché le responsabilità erano molte, pensi così giovane debuttare al Covent Garden in ruoli creati appositamente per me era una prova ardua. Però è stato tutto meraviglioso e allo stesso tempo difficile.
Alessandra Ferri non mostra infatti come si possa ballare con espressività, ma trova l’impulso giusto per rendere i passi che esegue inevitabili: “Quando io danzo ho la necessità di essere assolutamente vera, di farmi toccare l’anima dal mio partner, di toccargli io il cuore, di amare veramente”.
La sensibilità della Ferri è veramente particolare e preziosa; di questo si accorsero gli inglesi e soprattutto Sir MacMillan, che creò per lei A Different Drummer, Valley of Shadows.
Nel 1985 raggiunse l’American Ballet Theatre, accogliendo l’invito di Mikhail Baryshnikov; con questa compagnia ha ballato i ruoli dei più importanti balletti del repertorio classico, effettuando tourneé in tutto il mondo e ancora oggi continua ad essere Guest Artist.
Baryshnikov la definì: “Una classicista con limmaginazione di Isadora Duncan”.
New York è la Sua seconda casa… Dove ha scelto di vivere con la sua famiglia?
Sì, New York è la mia seconda casa, ci vivo dal 1985; in realtà ho passato più anni in America che a Milano. La prima volta che vi andai fui invitata da Michael Baryshnikov, quando era direttore della compagnia, come étoile ospite al Metropolitan.
E Michael Baryshnikov?
È stato un incontro fondamentale per la mia carriera e per la mia formazione. È stata per me una prova molto importante, ho avuto sicuramente un coraggio da leoni, perché quando ho ballato con lui avevo ventun’anni e lui era all’apice del successo, bello, bravissimo e richiestissimo. Da Baryshnikov ho imparato molto, anche perché è molto pignolo e maniaco della perfezione. Ricordo quella bellissima Giselle per la TV di Herbert Ross, danzata insieme a lui nel 1987, in cui mi è stato riconosciuto dalla critica il ruolo e l’interpretazione del personaggio, direi, tra i ruoli romantici, quello che mi si addice di più. Perché Giselle? Perché non è una fiaba, è un personaggio vero, una donna, con tutte le sue sfaccettature e sentimenti, io amo interpretare personaggi reali, per questo mi ci rispecchio moltissimo.
Affermatasi ormai come étoile internazionale, è stata invitata come artista ospite nelle compagnie più prestigiose di danza di tutto il mondo. Nel 1992 Roland Petit la chiamò all’Opéra di Parigi per interpretare il ruolo di Carmen: per la prima volta un’artista italiana veniva invitata come ospite di questa compagnia. Roland Petit le affidò in seguito altri balletti (La Chambre, Coppelia, Le Diable Amoreux, e molti altri) e le propose nel 1994, di interpretare La Voix Humaine, sul testo di Cocteau, in cui danza e recitazione si fondono insieme.
Alessandra Ferri è stata anche la musa ispiratrice di molri coreografi contemporanei come William Forsythe; che creò per lei Quartetto.
Da ricordare l’indissolubile legame leggendario e onirico della coppia Alessandra Ferri e Julio Bocca, un sincrono perfetto dove passione ed eleganza si fondono in un sogno assoluto.
Che cosa è la danza per Alessandra Ferri?
È lo specchio dell’anima che si muove per via del “fuoco sacro” della danza e solo chi lo possiede può sapere a cosa mi riferisco.
Un sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe tornare alla Scala con un nuovo progetto, fare qualcosa di interessante in questa nuova fase della mia vita. Sono molto legata alla Scala, è il mio teatro come, del resto, sono legata al pubblico milanese.
Nella vita della Ferri ci sono stati grandi amori, oltre a quello più forte e totale per la danza. Nel 1996 conosce Fabrizio Ferri, fotografo e artista, ed entrambi si innamorano l’uno dell’altra, un sentimento travolgente che li unisce. I due si sposano e dalla loro unione nascono Matilde ed Emma. Suo marito è autore degli scatti più intensi ed emozionanti che la ritraggono e immortalano per sempre perfetta e imperturbabile.
Nel 2013 la danzatrice compie 50 anni. Un traguardo che Alessandra Ferri vuole celebrare annunciando inaspettatamente il suo ritorno in palcoscenico. Tra lo stupore e la gioia di tutti, Alessandra si concede nuovamente al suo pubblico che tanto l’ha amata e che ha di nuovo l’occasione di ammirarla.
Nel dare una spiegazione alla sua decisione, la Ferri dichiara con molta sincerità di voler proseguire nel suo percorso di vita di donna con un rinnovato approccio alla danza:
“mi piace pensare che questo non sia un ritorno sulle scene ma un andare avanti nella mia vita artistica che non è slegata da quella di donna”.
Nel 2015 e nel 2017 danza alla Royal Opera House in Woolf Works, un balletto di Wayne McGregor ispirato agli scritti di Virginia Woolf. Per la sua performance vince il Laurence Olivier Award per l’eccellenza nella danza. Nel 2019 torna a danzare al Teatro alla Scala il balletto di Mc Gregor con enorme successo.
Nel frattempo si è sviluppato uno stretto legame con il Teatro alla Scala e Roberto Bolle, dove dal 1992 è diventata ballerina assoluta della compagnia, la più alta carica che una Stella della danza può ricevere.