Torino Danza d’Autunno premio alla carriera alla stella Liliana Cosi

Torino Danza d’Autunno torna live sabato 11 e domenica 12 dicembre 2021 alla Lavanderia a Vapore di Collegno. Moltissime le coreografie iscritte, tanti partecipanti e un cast docenti e giurati d’eccezione: Mauro Astolfi, Matteo Addino e Liliana Cosi.

Liliana Cosi riceverà domenica 12 uno speciale Premio alla Carriera in quanto Eccellenza della Danza Italiana, interprete assoluta e indimenticabile, divulgatrice dell’Arte Coreutica nel mondo. Come Étoile presso il Teatro alla Scala di Milano interpreta i ruoli più impegnativi del repertorio classico e danza al fianco degli interpreti più importanti del panorama mondiale.

Liliana Cosi è tra le più grandi étoile della danza italiana. Milanese, nasce nel 1941. Compie i suoi studi alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala sotto la guida della direttrice Esmée Bulnes e si diploma nel 1958 quale miglior allieva, ricevendo un premio dal Sovrintendente Antonio Ghiringhelli  per le mani di Wally Toscanini. Viene subito assunta nel corpo di ballo della Scala con contratto a tempo indeterminato e partecipa a tutti gli spettacoli d’opera e balletto. Nel 1963 si aprono i primi scambi culturali tra il Teatro Bolshoi di Mosca e il Teatro alla Scala di Milano. La Cosi viene inviata per un corso di perfezionamento.

Nel 1968 è promossa Prima Ballerina alla Scala e vi interpreta i ruoli più impegnativi del repertorio classico come “Romeo e Giulietta” di Prokofiev-Cranko”, “L’Uccello di Fuoco” di Stravinski-Fokine, “Petrouchka” di Stravinski-Milloss, “Coppelia” di Delibes, “Les Sylphides”. Nello stesso anno compie la prima tournée in Unione Sovietica su invito del Goskonzert con il “Lago dei Cigni” e “Giselle” a Mosca, Riga, Odessa, Tbilissi. Questo evento diventerà un appuntamento annuale e addirittura bi-annuale per cui, in otto anni totalizza 130 spettacoli nei Teatri di tutte le capitali dell’URSS, ballando sempre coi primi ballerini dei diversi Teatri che la ospitano nel “Lago dei Cigni”, “Giselle”, “La bella Addormentata nel Bosco”, “Don Chisciotte”. Nel 1969 alla Scala è richiesta da Nureyev a ballare “La Bella Addormentata nel Bosco” ed è con lui che sarà la protagonista del suo “Schiaccianoci” alla Scala. Nello stesso anno debutta, sempre alla Scala, nella ‘prima’ di “Romeo e Giulietta” di Berlioz-Skibin con Attilio Labis e più avanti in “Daphnis e Cloe” di Debussy-Skibin con Bortoluzzi. Nel 1970 è nominata “étoile”.

Nel settembre 1978 inaugura la sede dell’Associazione a Reggio Emilia che diviene presto un grande Centro di Produzione, sede della Compagnia Balletto Classico Cosi-Stefanescu e della Scuola di Balletto a livello professionale e anche residenziale. Con tutto il repertorio della Compagnia formato da più di 20 nuove produzioni create da Stefanescu e da diversi balletti del repertorio classico, balla in più di 2000 spettacoli in tournée in circa 350 città italiane e 50 estere.

Sara Zuccari

Cinque benefici della danza: perché studiarla?

Danza, arte e teatro sono spesso considerati materie di ‘serie B’ negli istituti scolastici, quando invece dovrebbe vedere riconosciuto lo stesso status di discipline come scienze, matematica e lingua straniera, in quanto contribuiscono all’educazione del bambino nella sua interezza, fisica ed emozionale, per le ragioni che vediamo nel seguito.

5 Benefici

  1. Migliora la memoria – In ogni classe di danza si imparano dei passi nuovi, anche delle semplici sequenze alla sbarra che aiutano a stimolare la nostra memoria. E’ un validissimo esercizio per la mente che piano piano troverà sempre più facile memorizzare anche sequenze più lunghe.
  2. Diminuisce lo stress – La musica che guida la lezione, lo stretching prima e dopo gli esercizi sono tutti elementi che aiutano il corpo a liberarsi dello stress accumulato. Ecco perché sempre più aziende, soprattutto all’estero, offrono ai dipendenti la possibilità di seguire delle classi di danza.
  3. Corregge la postura – Chi lavora in ufficio sa bene quando la nostra schiena assomigli più a una S a fine giornata che a un dorso sano. La danza, fatta con la dovuta attenzione, ci aiuta a distenderla, a tenerla dritta e a creare spazio fra una vertebra e l’altra evitando facili schiacciamenti.
  4. Rende flessibili i muscoli – Studiare danza classica permette di riacquistare una buona flessibilità muscolare e consente pian piano di ritrovare agilità ed evitare spiacevoli contratture.
  5. Aiuta la formazione del carattere e apporta alla persona consapevolezza del proprio corpo e della propria autostima.

L’importanza della danza tuttavia non riguarda esclusivamente le relazioni sociali, ma anche il rendimento scolastico. Fattori fisici come obesità, problemi cardiovascolari, pressione sanguigna e densità ossea infantile, così come depressione, ansia e bassa autostima chiaramente influenzano il rendimento scolastico. La danza ha dimostrato quindi di poter influenzare positivamente l’apprendimento, unendo linguaggio corporeo e verbale, regalando benessere psico-fisico e dando vita a un circolo virtuoso che non possiamo più ignorare.

Sara Zuccari

Rudolf Nureyev. Biografia di un ribelle per ricordare l’ultimo zar della danza

Aveva il carisma e la semplicità di un uomo della terra, e l’arroganza inaccessibile degli dei.” Michail Barysnikov

È questa la citazione che si legge, accanto a quella di Paul Valéry, sulla prima pagina del volume “Rudolf Nureyev, biografia di un ribelle”, pubblicato dalla casa editrice torinese Lindau  e firmato da Bertrand Meyer-Stabley. Il giornalista e scrittore francese, tra le numerose biografie dedicate a grandi personalità come James Dean, Juan Carlos, Elton John e Audrey Hepburn, ne dedica una anche a colui che fu l’ultimo zar della danza, come lo definisce lui stesso con le ultime parole della sua corposa ed appassionante biografia.

Suddivisa in 17 capitoli, questa biografia ha l’aspetto di un vero e proprio romanzo che ripercorre la vita eccezionale di un mito intramontabile della danza. Fin dalla nascita, avvenuta nel 1938 su un vagone della Transiberiana, quando la madre Farida Nureeva incinta di otto mesi e mezzo sale sul quel treno diretto a Vladivostok, l’intera vicenda esistenziale di Rudolf Nureyev è stata a tutti gli effetti un romanzo ed uno dei più belli ed emozionanti che si possa leggere. Rudolf Nureyev un giorno ha detto: “Mi piace parlare della mia nascita… Ci ripenso sempre come all’avvenimento più romantico della mia vita”.

Si apre con questa testimonianza il primo capitolo titolato non a caso “Primi passi” che ci racconta anche dell’incontro di Rudolf con la sua prima maestra di danza, la Signora Udal’cova, che aveva ballato anni prima nella compagnia dei Balletti Russi di Djagilev e che, non appena vide ballare il piccolo Rudy di appena undici anni, disse con sorprendente lungimiranza: “Ragazzo mio, hai il dovere di imparare la danza classica. Con un dono così, bisogna che tu vada a studiare con gli allievi del Kirov a Leningrado…”.

Nel 1955 entra a far parte infatti della prestigiosa scuola di ballo del Teatro Kirov di Leningrado, la scuola che aveva formato anche Pavlova e Nijinsky. Tre anni dopo viene ammesso nella Compagnia e da lì Nureyev avrebbe letteralmente spiccato il volo raggiungendo vette non ancora eguagliate e diventando per tutti, anche per noi oggi, il “tartaro volante”.

Ai racconti artistici si intrecciano quelli umani che spaziano dall’asilo politico del 1961 alle relazioni omosessuali con famosi artisti, all’incarico di direttore della danza all’Opéra di Parigi, alle perfomance come direttore d’orchestra, fino alla morte, avvenuta per aids nel 1993.

“Sotto un sole freddo simile a quello della Russia, in quel paesaggio di croci ortodosse, tombe zariste, pinnacoli a bulbo, betulle e abeti argentati, ognuno si chiude in un assorto raccoglimento. Poi gli ammiratori si avvicinano per gettare un giglio bianco sul feretro di colui che, attraversando il mondo di corsa, fu l’ultimo zar della danza”. Si conclude così questa avvincente biografia che oltre ad essere un’importante testimonianza storica, vuole essere soprattutto un omaggio al genio indimenticabile di Rudolf Nureyev.