Roberto Bolle and Friends a Bologna

Il Gala Roberto Bolle and Friends tornerà al Teatro EuropAuditorium di Bologna, per il settimo anno consecutivo, l’11 e il 12 febbraio rinnovando l’appuntamento con un pubblico oramai fidelizzato.

Ancora una volta lo spettacolo sarà un’occasione imperdibile per ammirare sullo stesso palco il talento dell’Étoile dei due mondi, Roberto Bolle, e quello delle star internazionali della danza in scena. Roberto Bolle, protagonista assoluto della danza, del Gala non è solo interprete ma anche Direttore artistico. I suoi Gala sono diventati uno straordinario strumento di diffusione della danza e delle sue eccellenze a un pubblico trasversale, composto da migliaia di appassionati e non solo. Bolle, forte della sua esperienza sui palcoscenici più importanti del mondo, riesce a rendere ognuno di questi spettacoli unico nel suo genere ricreando un’atmosfera magica che celebra la bellezza e l’eleganza della danza. Accanto a lui, alcuni ballerini appartenenti alle più importanti Compagnie di danza internazionali per realizzare un programma sorprendente, in grado di affascinare un numero di spettatori sempre più vasto ed eterogeneo.

PROGRAMMA

  1. Thaïs – Pas de deux Balletto di Roland Petit Musica: Jules Massenet

Artisti: Maria Eichwald, Roberto Bolle

 

  1. Don Chisciotte Coreografia: Marius Petipa Musica: Ludwig Minkus

Artisti: Riho Sakamoto, Adhonay Soares da Silva

 

  1. In Your Black Eyes Coreografia: Patrick de Bana Musica: Ezio Bosso

Artista: Roberto Bolle

 

4.    As you color me blue

Coreografia: Ève-Marie Dalcourt, Toon Lobach Musica: Hypnotic Brass Ensemble & Moses Sumney Artisti: Ève-Marie Dalcourt, Toon Lobach

 

  1. Passo a due da Cantata Coreografia: Mauro Bigonzetti Musica: Amerigo Ciervo *

Artisti: Antonella Albano, Roberto Bolle

 

6.    Firebreather

Coreografia: Katarzyna Kozielska Musica: Ludovico Einaudi Artista: Adhonay Soares da Silva

 

  1. Esmeralda Coreografia: Marius Petipa Musica: Cesare Pugni

Artisti: Riho Sakamoto, Young Gyu Choi

 

  1. Kazimir’s Colors Coreografia: Mauro Bigonzetti Musica: Dimitrij Sostakovic

Artisti: Maria Eichwald, Roberto Bolle

 

  1. And if This is It Coreografia: Julian Nicosia Musica: Jónsi & Alex Somers

Artisti: Ève-Marie Dalcourt, Toon Lobach

 

  1. Dancing Spirit Coreografia: Stanisław Węgrzyn Musica: Robot Koch

Artista: Roberto Bolle

Sara Zuccari

Teatro Celebrazioni di Bologna, Ezralow Dance con Open

Domenica 10 aprile (ore 18.00) al Teatro Celebrazioni di BolognaEzralow Dance, la compagnia di Daniel Ezralow, andrà in scena con lo spettacolo Open. 

Open, scritto da Daniel Ezralow a quattro mani con la moglie Arabella Holzbog, è un patchwork di piccole storie che strizzano l’occhio allo spettatore con numeri a effetto, multimedialità, ironia e umorismo, all’insegna del più puro entertainment, è “un antidoto alla complicazione della vita”, dichiara lo stesso Ezralow. Uno spettacolare inno alla libertà creativa, al ciclo della vita e alla rivisitazione dei successi da lui creati, volto a trasportare il pubblico in una nuova dimensione dove umorismo e intensità danno vita a una miscela esplosiva di straordinaria fantasia creativa ed emozione scenica. “Prima di chiamare lo spettacolo Open, pensando a Calvino avevo pensato a Recostruction, perché dobbiamo continuamente rimuovere e ricostruire. Il titolo però non funzionava, così mia moglie mi ha suggerito Open: una parola che, con le sue quattro lettere molto bilanciate ha in sé tanta energia. I motivi per cui ho deciso di chiamare lo spettacolo Open sono diversi: aperti possono essere il cuore, la mente, gli occhi, una finestra. Open vuol dire aperto al mondo, al lavoro, al business, agli altri. Bisogna guardare al presente senza remore, appunto con mente aperta. La vita è spesso pesante, ma abbiamo tanta energia positiva che aiuta a risolvere i problemi. Il titolo fa riferimento a un’apertura culturale ma anche stilistica. A me piace mescolare. La mia formazione non è classica, quindi ci sono poche punte; non è neanche la break dance, quindi non roteo tanto sulla testa. Posso però usare ognuno di questi elementi per comunicare il senso del momento”, dichiara Daniel Ezralow.

Sul palcoscenico di Openoltre a una scenografia molto semplice composta di quattro pannelli su cui vengono proiettati una successione di quadri visivi e vignette in movimento, vi sono otto ballerini della sua compagnia americana che, nelle numerose sequenze di gruppo, così come negli assoli, coniugano con scioltezza il linguaggio neoclassico e la modern dance, incantando il pubblico in un mix tra sorpresa, divertimento, leggerezza e agilità. Nella coreografia si susseguono emozioni e sensazioni differenti, come l’ironia, il dolore, o la speranza, fino ad arrivare a un’idea ecologista. “In Open c’è il contrasto tra città e natura, laddove solo quest’ultima può liberare l’uomo dalla frenesia della vita. Il filo conduttore è che attraverso la città arrivo alla natura. Ritengo che oggi i più giovani siano cresciuti con dei nuovi valori che noi non avevamo, come il rispetto per l’ecologia. L’ho visto in mio figlio che a dieci anni nella sua scuola di Los Angeles aveva seguito programmi innovativi sul rimboschimento. Saranno loro a salvare il mondo. Con questo spettacolo la mia intenzione non è raccontare una storia, tant’è che il clima è piuttosto astratto, ma sono i vari elementi messi insieme a fare la storia. I danzatori per metà spettacolo sono vestiti, per l’altra metà sono nudi ma dipinti. È stato a diciannove anni che avevo scoperto che potevo esprimermi e raccontare col corpo. Del resto il nostro linguaggio nasce dal corpo, che è il nostro strumento. La tecnica, invece, è un modo di esprimersi; a differire sono solo le finalità”, chiarisce Ezralow.

Daniel Ezralow è un coreografo eclettico e il successo dei suoi spettacoli è dovuto al fatto che riesce sempre ad attirare a sé un pubblico di età diverse, fattore che forse oggi nella danza viene sottovalutato. La sua è, infatti, una danza apprezzata anche da chi quest’arte non la conosce bene, perché fatta di una serie di elementi, tra cui leggerezza, ironia, ottimismo, gioiosità, sorpresa, coinvolgimento diretto, capacità di riunire il comico e il tragico in uno stesso momento. La genialità risiede nell’uso del sistema visivo, in una coreografia ingegnosa e straordinaria tempistica. Ezralow non fa che scavare nella sua fertile immaginazione per rinnovare il modo di toccare la gente. Pesca dal suo vasto retroterra e confeziona uno show che include e non esclude, esalta le differenze e invita gli spettatori ad aprirsi verso un mondo infinito di contaminazioni: somatiche, coreografiche e tecnologiche. Teatro, cinema, televisione, musica, moda, sport, pubblicità: sostiene di fare di tutto perché non è in grado di fare delle scelte. E lo fa sempre con molta umiltà. L’arte, dice, “è l’unica arma che l’uomo possiede per superare momenti di crisi, perché dà gioia, voglia di vivere e senso alla vita. Ed è proprio nei momenti di crisi che, chi ce l’ha, tira fuori tutta la propria creatività. L’arte è una delle rare cose che non può andare indietro, ma solo avanti”.

La danza per me è vita, è un’energia dentro di noi universale. Perché siamo nati con il movimento. È come l’ossigeno nell’aria. Vorrei che chi vedesse Open avesse una buona sensazione e, poi, la trasmettesse a qualcun altro, come una cascata di gioia che si diffonde. Cerco spesso di trovare un modo diverso di esprimermi. Quando ho iniziato a danzare volevo solo capire come saltare. Poi ho cercato la perfezione del movimento. Ora non penso più a cosa fare, ma a cosa accade intorno al corpo. Ho capito che la danza esiste perché siamo vivi. Il battito del nostro cuore è un movimento che ci spinge a ballare e ci accompagna per tutta la vita. In questo momento mi viene in mente Lucio Dalla: ho passato molto tempo nella sua casa di Bologna, a parlare di tutto. Ho dei ricordi meravigliosi anche della “Tosca”. Lui per la danza aveva un’enorme sensibilità. Ricordo che rivedendoci al Festival di Sanremo ci abbracciammo e ci mettemmo a ballare nei corridoi dell’Ariston. Gli proposi di lavorare di nuovo insieme e lui ne fu entusiasta. Poi una settimana dopo seppi che era morto. Mi manca tantissimo, ha lasciato un vuoto enorme”, scrive ancora Ezralow.

Sara Zuccari