Al via Grease firmato dalla Compagnia della Rancia

Ha dato il via allamusical-mania Grease firmato dalla Compagnia della Rancia, che replica il successo dello scorso anno al Teatro Celebrazioni di Bologna con tre date, in programma venerdì 9 e sabato 10 febbraio alle 21.00 e domenica 11 febbraio alle 18.00.

Scritto da Jim Jacobs e Warren Casey, Grease – che ha debuttato a Broadway nel 1971 e a cui è seguito nel 1978 il film campione di incassi che ha consacrato John Travolta e Olivia Newton-John nei ruoli dei due protagonisti Danny e Sandy – ancora oggi, dopo più di cinquant’anni, continua a essere rappresentato sui palcoscenici di tutto il mondo.

Considerato il musical dei record, quello della produzione marchigiana – con la regia di Saverio Marconi e la regia associata di Mauro Simone – è diventato un vero e proprio fenomeno di costume “pop”: uncult intergenerazionale, in cui ci si immedesima in una storia d’amore e di amicizia senza tempo, che la Compagnia della Rancia, dopo aver superato i 2.000.000 di spettatori complessivi dal primo debutto, propone di anno in anno in una versione sempre più attuale e con un cast completamente rinnovato. A rappresentare infatti i personaggi, diventati vere e proprie icone generazionali, giovani e talentuosi performer appositamente selezionati tra oltre 650 candidati.

«È stato stimolante e divertente lavorare con il nuovo cast – sottolinea il regista Saverio Marconi – in un clima di grande professionalità e nuove energie, in uno scambio continuo. Affrontiamo ogni edizione con la massima serietà per garantire il successo di questo spettacolo con il “marchio di fabbrica” di Rancia, fatto di queste parole chiave: qualità, talento, emozioni, coinvolgimento».

A interpretare i due protagonisti Eleonora Buccarini (Sandy) e Tommaso Pieropan (Danny). Assieme a loro sul palco Arianna Bertelli (Rizzo), Valerio Angeli (Kenickie), Federica Laganà (Marty) Khomolchanok De Pace (Jan), Iris Trivisano (Frenchy), Giuseppe Brancato (Sonny), Dario Napolitano, (Roger), Riccardo Rossini (Doody), Amerigo Vitiello (Vince Fontaine/Teen Angel), Giovanni Ernani Di Tizio (Tom), Elena Barani (Cha-Cha), Chiara Bonfrisco (Miss Lynch), Valentina Pini (Patty), Lodovico Gaffuri (Eugene), Monica Ruggeri (Studentessa di Rydell), Michael Pagliaro (Studente di Rydell) e Angela Ranica (Swing Off Stage).

L’amore adolescenziale tra Danny e Sandy risuona tra le note dell’inconfondibile colonna sonora a ritmo di rock’n’roll, caratterizzata da alcuni brani indimenticabili come Restiamo InsiemeGreased Lightnin e Sei perfetto per me, qui nella versione italiana di Franco Travaglio e Michele Renzullo.

Lo spettacolo si avvale della direzione musicale e degli arrangiamenti vocali di Gianluca Sticotti, del disegno fonico di Enrico Porcelli, degli arrangiamenti e delle orchestrazioni di Riccardo Di Paola. Le coreografie, costruite “sartorialmente” sul cast da renderle ancora più energiche ed esplosive, sono di Gillian Bruce. I linguaggi della danza, del canto e della recitazione si integrano perfettamente con le scenografie di Gabriele Moreschi e gli oltre 80 costumi di Chiara Donato, che per la realizzazione si è affidata ad alcune delle principali sartorie teatrali italiane – quali il Laboratorio del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e di FG Teatro di Udine – e alle aziende artigiane delle Marche Sartoria Tul.Ma di Massimo Eleonori e Tranky Shoes. Il coloratissimo disegno luci è di Valerio Tiberi, curato insieme a Emanuele Agliati e in collaborazione con Francesco Vignati.

«Ogni allestimento di Grease è l’occasione per introdurre nuove idee registiche, di concerto con tutto il team creativo e i performer in scena – afferma il regista associato Mauro Simone – per portare sul palcoscenico quello che è ormai un classico del teatro musicale, ma che resta aperto a spunti e suggestioni sempre nuovi e attuali».

Sara Zuccari

Teatro Celebrazioni di Bologna, Ezralow Dance con Open

Domenica 10 aprile (ore 18.00) al Teatro Celebrazioni di BolognaEzralow Dance, la compagnia di Daniel Ezralow, andrà in scena con lo spettacolo Open. 

Open, scritto da Daniel Ezralow a quattro mani con la moglie Arabella Holzbog, è un patchwork di piccole storie che strizzano l’occhio allo spettatore con numeri a effetto, multimedialità, ironia e umorismo, all’insegna del più puro entertainment, è “un antidoto alla complicazione della vita”, dichiara lo stesso Ezralow. Uno spettacolare inno alla libertà creativa, al ciclo della vita e alla rivisitazione dei successi da lui creati, volto a trasportare il pubblico in una nuova dimensione dove umorismo e intensità danno vita a una miscela esplosiva di straordinaria fantasia creativa ed emozione scenica. “Prima di chiamare lo spettacolo Open, pensando a Calvino avevo pensato a Recostruction, perché dobbiamo continuamente rimuovere e ricostruire. Il titolo però non funzionava, così mia moglie mi ha suggerito Open: una parola che, con le sue quattro lettere molto bilanciate ha in sé tanta energia. I motivi per cui ho deciso di chiamare lo spettacolo Open sono diversi: aperti possono essere il cuore, la mente, gli occhi, una finestra. Open vuol dire aperto al mondo, al lavoro, al business, agli altri. Bisogna guardare al presente senza remore, appunto con mente aperta. La vita è spesso pesante, ma abbiamo tanta energia positiva che aiuta a risolvere i problemi. Il titolo fa riferimento a un’apertura culturale ma anche stilistica. A me piace mescolare. La mia formazione non è classica, quindi ci sono poche punte; non è neanche la break dance, quindi non roteo tanto sulla testa. Posso però usare ognuno di questi elementi per comunicare il senso del momento”, dichiara Daniel Ezralow.

Sul palcoscenico di Openoltre a una scenografia molto semplice composta di quattro pannelli su cui vengono proiettati una successione di quadri visivi e vignette in movimento, vi sono otto ballerini della sua compagnia americana che, nelle numerose sequenze di gruppo, così come negli assoli, coniugano con scioltezza il linguaggio neoclassico e la modern dance, incantando il pubblico in un mix tra sorpresa, divertimento, leggerezza e agilità. Nella coreografia si susseguono emozioni e sensazioni differenti, come l’ironia, il dolore, o la speranza, fino ad arrivare a un’idea ecologista. “In Open c’è il contrasto tra città e natura, laddove solo quest’ultima può liberare l’uomo dalla frenesia della vita. Il filo conduttore è che attraverso la città arrivo alla natura. Ritengo che oggi i più giovani siano cresciuti con dei nuovi valori che noi non avevamo, come il rispetto per l’ecologia. L’ho visto in mio figlio che a dieci anni nella sua scuola di Los Angeles aveva seguito programmi innovativi sul rimboschimento. Saranno loro a salvare il mondo. Con questo spettacolo la mia intenzione non è raccontare una storia, tant’è che il clima è piuttosto astratto, ma sono i vari elementi messi insieme a fare la storia. I danzatori per metà spettacolo sono vestiti, per l’altra metà sono nudi ma dipinti. È stato a diciannove anni che avevo scoperto che potevo esprimermi e raccontare col corpo. Del resto il nostro linguaggio nasce dal corpo, che è il nostro strumento. La tecnica, invece, è un modo di esprimersi; a differire sono solo le finalità”, chiarisce Ezralow.

Daniel Ezralow è un coreografo eclettico e il successo dei suoi spettacoli è dovuto al fatto che riesce sempre ad attirare a sé un pubblico di età diverse, fattore che forse oggi nella danza viene sottovalutato. La sua è, infatti, una danza apprezzata anche da chi quest’arte non la conosce bene, perché fatta di una serie di elementi, tra cui leggerezza, ironia, ottimismo, gioiosità, sorpresa, coinvolgimento diretto, capacità di riunire il comico e il tragico in uno stesso momento. La genialità risiede nell’uso del sistema visivo, in una coreografia ingegnosa e straordinaria tempistica. Ezralow non fa che scavare nella sua fertile immaginazione per rinnovare il modo di toccare la gente. Pesca dal suo vasto retroterra e confeziona uno show che include e non esclude, esalta le differenze e invita gli spettatori ad aprirsi verso un mondo infinito di contaminazioni: somatiche, coreografiche e tecnologiche. Teatro, cinema, televisione, musica, moda, sport, pubblicità: sostiene di fare di tutto perché non è in grado di fare delle scelte. E lo fa sempre con molta umiltà. L’arte, dice, “è l’unica arma che l’uomo possiede per superare momenti di crisi, perché dà gioia, voglia di vivere e senso alla vita. Ed è proprio nei momenti di crisi che, chi ce l’ha, tira fuori tutta la propria creatività. L’arte è una delle rare cose che non può andare indietro, ma solo avanti”.

La danza per me è vita, è un’energia dentro di noi universale. Perché siamo nati con il movimento. È come l’ossigeno nell’aria. Vorrei che chi vedesse Open avesse una buona sensazione e, poi, la trasmettesse a qualcun altro, come una cascata di gioia che si diffonde. Cerco spesso di trovare un modo diverso di esprimermi. Quando ho iniziato a danzare volevo solo capire come saltare. Poi ho cercato la perfezione del movimento. Ora non penso più a cosa fare, ma a cosa accade intorno al corpo. Ho capito che la danza esiste perché siamo vivi. Il battito del nostro cuore è un movimento che ci spinge a ballare e ci accompagna per tutta la vita. In questo momento mi viene in mente Lucio Dalla: ho passato molto tempo nella sua casa di Bologna, a parlare di tutto. Ho dei ricordi meravigliosi anche della “Tosca”. Lui per la danza aveva un’enorme sensibilità. Ricordo che rivedendoci al Festival di Sanremo ci abbracciammo e ci mettemmo a ballare nei corridoi dell’Ariston. Gli proposi di lavorare di nuovo insieme e lui ne fu entusiasta. Poi una settimana dopo seppi che era morto. Mi manca tantissimo, ha lasciato un vuoto enorme”, scrive ancora Ezralow.

Sara Zuccari